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TORINO | Gagliardi e Domke Contemporary | Fino al 12 aprile 2024

di ELISA BARBERO

Gagliardi e Domke Contemporary presenta la personale Atelier Aro dell’artista Elizabeth Aro, una  mostra che si propone di riportare negli spazi della galleria le stesse sensazioni che si colgono durante un incontro con l’artista nel proprio studio.

La mostra Atelier Aro si presenta aperta e spontanea, seguendo la volontà dell’artista e del gallerista Pietro Gagliardi di presentare i lavori con disinvoltura: «L’idea e la struttura della mostra lasciano liberi di trovare una logica che si trasferisce da un lavoro all’altro, un senso di connessione e di appartenenza che accomuna tutte le opere di Elizabeth Aro senza specifici vincoli legati a scelte curatoriali».

Elizabeth Aro, "Atelier Aro", Gagliardi e Domke, Installation view

Elizabeth Aro, “Atelier Aro”, Gagliardi e Domke, Installation view

Percorso espositivo o ordine cronologico lasciano quindi il posto a un allestimento libero, che sfrutta sia le superfici verticali delle pareti sia supporti orizzontali. Nelle parole dell’artista: «Ho voluto che le opere potessero essere fruite come nel mio studio, dando la sensazione di volerle prendere in mano e spostarle, accostandole in modi differenti. In atelier lavoro con la mia visione da scultrice, che percepisce le proporzioni, gli spazi e i rapporti tra di essi e le opere: gran parte del mio lavoro è quindi immaginazione, studiare un progetto per poi visualizzarlo nello spazio. Succede sia per le opere di piccolo formato che per le grandi installazioni, ad esempio Labyrinth, un’opera realizzata per Art Site Fest 2023 su invito del Direttore Domenico Maria Papa, che nella mostra trova collocazione nella seconda sala. Qui ho voluto creare uno spazio di sosta e di ascolto, inserendo delle sedute in velluto che richiamano il materiale dell’opera e, al tempo stesso, invitano il visitatore a fermarsi e osservare, azioni compiute ormai troppo raramente nella quotidianità».

Elizabeth Aro, "Atelier Aro", Gagliardi e Domke, "Storie di Fray Bartoleme de Las Casas", 2023, tecnica mista

Elizabeth Aro, “Atelier Aro”, Gagliardi e Domke, “Storie di Fray Bartoleme de Las Casas”, 2023, tecnica mista

L’assenza di limitazione temporale permette inoltre di esplorare le varie tecniche utilizzate dall’artista nel corso degli anni, in primis il disegno: «Il disegno per me, in quanto scultrice, è la principale struttura per elaborare ogni idea, il primo pensiero a cui aggiungere o togliere. Mi appartiene un’idea di stratificazione, una struttura insita in ciascuno di noi: siamo strati di situazioni accumulati nel tempo, che ci permettono di esprimerci come siamo oggi e non come eravamo. Utilizzo tanti materiali diversi perché per me spesso sono una scusa, un pretesto per indagare un certo tema verso cui sento un’inclinazione. Il messaggio è uno e parte da me, aprendosi poi in forme diverse che danno identità alle opere: i temi si intrecciano, i materiali si mischiano e un nuovo lavoro prende vita».
Ciò si ritrova ad esempio nella serie Storie di Fray Bartoleme de Las Casas, in cui il disegno materico si accosta a grovigli di fili per raccontare la sovrapposizione di strati culturali, legati alle conquiste territoriali e le conseguenti distruzioni e morti.

L’analisi di temi legati alla migrazione, anche come conseguenza di guerre e invasioni, è un punto fondamentale della ricerca dell’artista, Argentina di origine, migrata prima in Spagna poi in Italia dove risiede da diversi anni. Racconta infatti: «Penso che il vero mio lavoro sia una componente  “magica” che dà vita a un’anima in grado di instaurare un dialogo con un “al di là”, con qualcosa di altro e di più grande di noi stessi. Una comunicazione che non passa attraverso le parole o attraverso l’immagine, bensì tramite le sensazioni che nascono in chi alle parole e alle immagini si approccia. Riportando questo macro concetto alla mia storia personale, mi sono sempre trovata a contatto e a confronto con culture “altre”, sempre cercando di far arrivare le sensazioni che volevo trasmettere, anche a chi proviene da background completamente diversi dal mio. È un processo incontrollabile e, quando si manifesta, fa vivere realmente il mio lavoro».

Elizabeth Aro davanti a "Labyrinth", 2023, Gagliardi e Domke

Elizabeth Aro davanti a “Labyrinth”, 2023, Gagliardi e Domke

Il legame con l’autenticità del messaggio e l’atemporalità dell’arte si rivede anche nella serie delle Muse, in cui Elizabeth Aro interviene con il ricamo su ritratti fotografici femminili ispirati a Man Ray, portando una propria fonte di ispirazione su un piano di reinterpretazione personale: «Ciò che io cerco è un sentimento, una ricerca del sé attraverso un viaggio che è un continuo camminare, tornare, andare di qua, tornare, uscire, andare di là, con la sensazione di essere sempre allo stesso punto, oppure di andare avanti o indietro senza rendersene conto, proprio come nel labirinto. Questo andare, venire, vivere simultaneamente si rispecchia nel lavoro: vecchi lavori tornano a parlarmi dopo tempo, serie iniziano e potrebbero non finire mai, altri lavori nascono e si sviluppano molto rapidamente. Il fulcro è capire quando un lavoro si esaurisce e quando, invece, ha ancora qualcosa da raccontare».

Elizabeth Aro, "Musa", fotografia e ricamo a filo d'oro

Elizabeth Aro, “Musa”, fotografia e ricamo a filo d’oro

Elizabeth Aro. Atelier Aro

25 gennaio – 12 aprile 2024

Gagliardi e Domke Contemporary 
Via Cervino 16,  Torino

Info: +39 011 1970 0031  +39 3355917024
info@gagliardiedomke.com
www.gagliardiedomke.com

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