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TORINO | Galleria Weber & Weber | 11 febbraio – 26 marzo 2016

intervista a ELISA BERTAGLIA di Chiara Serri

L’immaginazione è più spaventosa della realtà. Parola di Elisa Bertaglia, artista di Rovigo che incontriamo alla Galleria Weber & Weber di Torino dove, per la prima volta, espone accanto alle opere su carta, caratterizzate da un segno ampio ed articolato, anche alcuni oggetti tridimensionali, punto di partenza per un nuovo percorso di ricerca. A pochi giorni dalla partenza per una residenza artistica a New York, l’artista ci illustra le novità che coinvolgono il suo lavoro, dalla ricerca cromatica agli spunti narrativi, fino all’apertura alla terza dimensione…

Visitando la mostra da Weber & Weber colpisce, per prima cosa, il valore cromatico delle opere, l’arricchimento della tavolozza e la stesura maggiormente pittorica…
Nei più recenti sviluppi della mia ricerca ho condotto il lavoro nella direzione di un arricchimento sia della narrazione sia della tavola cromatica. Il colore è parte integrante del racconto, come nella serie di piccoli dipinti in cui le macchie informali danno ritmo alla composizione e attorno ad esse nascono successivamente i personaggi. Anche nelle opere medie e grandi il colore è sempre fortemente presente: le atmosfere oniriche che rappresento escono dalla dimensione del sogno per diventare progressivamente dei mondi possibili, e questo avviene anche grazie ad elementi tonali più decisi e ricercati.

Elisa Bertaglia, Brutal Imagination, 2016, olio, carboncino e grafite su carta, cm 30×22

Ad opere di grandi dimensioni, come i pannelli esposti a Milano presso Banca Sistema, si alternano carte di piccolo formato, disposte in sequenza. Si può parlare di una narrazione intrinseca alla composizione?
L’allestimento dell’intera mostra gioca sul ritmo e il dialogo tra le diverse opere. Tutte appartengono ad un unicum narrativo, che si genera proprio da Driftwood, l’opera esposta presso Banca Sistema. Il racconto si dipana in rappresentazioni che vertono principalmente sui concetti di doppio, ambiguo e simbolico. La tematica della mutazione, del passaggio dall’infanzia all’età adulta, viene riletta in chiave nuova: se prima mi soffermavo soprattutto sui personaggi, ora l’indagine concettuale dell’ambiente in cui vivono è sempre più importante. Lo spazio è arricchito da elementi narrativi inediti, come piante di fantasia che prendono in prestito dalla botanica forme di erbe carnivore. Le immagini di un ambiente ambiguo e contraddittorio, che alle volte culla le bimbe in un sonno primaverile, altre le inghiotte con baccelli dentati, alludono al nostro mondo, nel quale ci troviamo costretti ad affrontare le difficoltà senza gli strumenti per poterlo fare.

Un altro elemento di novità è dato dalla presentazione delle tue prime sculture: oggetti bianchi con interventi a matita che riproducono le figure presenti nei quadri…
Ho voluto pensare a questo progetto come ad un’occasione per sperimentare nuovi elementi e soluzioni formali, ragionando anche sulla terza dimensione. Più che di sculture, si tratta di oggetti prismatici irregolari che nascono da un interesse scientifico: la scoperta dei quasicristalli. I prismi, che idealmente riproducono questi elementi extraterrestri ingigantiti, sono stati disegnati a grafite e carboncino. Le rappresentazioni ragionano sull’assenza di prospettiva, sfruttando i diversi piani come elementi della narrazione. Si tratta di un ambito nuovo, sul quale desidero lavorare ancora molto.

Brutal Imagination, allestimento, Galleria Weber & Weber, Torino

Brutal Imagination, allestimento, Galleria Weber & Weber, Torino

Anche l’immaginazione può essere brutale?
Soprattutto! Mia madre, che è psicologa, una volta mi disse che l’immaginazione è sempre più spaventosa della realtà. Penso che sia vero: la quotidianità può essere triste e dolorosa, crudele, raramente anche brutale, ma l’immaginazione lo è in modo ossessivo.

Progetti in cantiere?
Prenderò parte a marzo ad una residenza d’artista presso Atipografia (Arzignano), mentre ad aprile si aprirà un nuovo capitolo: mi trasferirò in America, dove ho vinto una residenza d’artista presso la ESKFF, al MANA Contemporary. Al ritorno, svilupperò un nuovo progetto di ricerca per Officine dell’Immagine, galleria milanese che mi ha selezionata nell’ambito della prima edizione di Arteam Cup.

Elisa Bertaglia, Brutal Imagination
a cura di Stefano Suozzi

11 febbraio – 26 marzo 2016

Galleria Weber & Weber
Via San Tommaso 7, Torino

Orari: da martedì a sabato 15.30-19.30, chiuso il lunedì

Info: +39 011 19500694
direzione@galleriaweber.it
www.galleriaweber.it

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