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di ENNIO BIANCO

L’Arte Digitale è sempre stata strettamente connessa al mondo della comunicazione. Le sigle dei telegiornali (BBC, TG1, TG5 ecc..) o le trasmissioni dedicate all’intrattenimento di un pubblico giovane (MTV) hanno spesso visto impegnati importanti artisti digitali. Del resto il connubio fra mondo della comunicazione, in particolare pubblicitaria, e l’Arte non lo si scopre certo oggi, basti pensare ai manifesti di “Aristide Bruant” disegnati da Toulouse-Lautrec o a quelli per il “Campari” di Fortunato Depero, non ultimi quelli del “Punt e Mes” di Armando Testa. Se poi consideriamo l’industria discografica vediamo che essa ha visto impegnati per la realizzazione delle copertine degli LP alcuni dei più straordinari artisti della generazione della Pop-Art, come Andy Warhol, Peter Blake, ecc…

Quando la direzione del [e] Design Festival mi ha chiesto di presentare le opere che alcuni artisti digitali hanno realizzato per affiancare il branding, il compito non è stato particolarmente complicato, non ho avuto che l’imbarazzo della scelta e quindi sono partito dai migliori protagonisti della scena internazionale.

Nella sezione “Digital Art for Branding” saranno presentate dei video di tre studi che realizzano opere d’Arte Digitale, due inglesi e uno russo. Perché dei collettivi e non singoli artisti? Perché realizzare delle opere d’arte digitale richiede una molteplicità di esperienze tecnologiche, dall’animazione al suono, dai nuovi linguaggi procedurali in grado di produrre effetti speciali ad esperti di geometria 3D, di matematica, di Intelligenza Artificiale, ecc…

Il gruppo Universal Everything, fondato a Sheffield da Matt Pyke nel 2004, è famoso per una sua opera diventata ormai iconica: Walking city. Prendendo origine dalle utopiche proposte che lo studio di architettura Archigram propose negli Anni ’60, il video mostra un uomo che camminando per la città assorbe le forme architetturali dell’ambiente circostante, subendo l’alterazione delle sue sensazioni ed emozioni, fino a diventare parte del tessuto stesso della città, dell’ecosistema artificiale.

Walking City from Universal Everything on Vimeo.

Questa scultura digitale in movimento fu presentata nel 2014 ad Ars Electronica di Linz, la massima manifestazione mondiale per l’Arte Digitale, ed ottenne il maggior riconoscimento assegnato dalla giuria di quella manifestazione: il Golden Nica.
Dopo questa esplosiva apparizione ad Ars Electronica, il gruppo Universal Everything è stato molto richiesto dalle massime istituzioni del mondo dell’arte e da alcuni dei maggiori brand commerciali, in particolare dell’estremo oriente. La creatività che ha sviluppato si è quindi mossa perciò in due direzioni, conservando tuttavia l’immediata riconoscibilità delle sue opere.

L’uomo ha continuato a camminare, per la verità anche a correre, a saltellare e persino a volare, ed ora, grazie alle più sofisticate tecnologie dei linguaggi software procedurali, le sue continue trasfigurazioni (Trasfiguration 2020 è il titolo dell’opera presentata nella prima mostra personale di Universal Everything “Super-Computer Romantics” a La Gaite Lyrique di Parigi) fanno pensare che la sua camminata avvenga negli ambienti disastrati che contraddistinguono l’antropocentrismo. Si passa infatti dalla vischiosità oleosa dei combustibili fossili all’aridità delle pietre, dalle superfici metalliche dei macchinari a quelle completamente incendiate, in un susseguirsi di mutamenti di stato tanto drammatici per ciò a cui alludono quanto intriganti per la loro diamantina bellezza.

Emergence è invece un’opera in Realtà Virtuale (VR) che Universal Everything propone come videogioco socio-filosofico (presentata per la prima volta nella personale “Fluid Bodies” presso la Borusan Contemporary di Istanbul, nel 2018-2019 e successivamente in settembre 2019 ad Ars Elettronica).
L’azione dell’avatar, l’individuo protagonista della scena, è guidata dal visitatore che, dopo aver indossato il visore per la VR e impugnato lo strumento di controllo dell’azione, lo muove in una qualsiasi direzione anche se si trova circondato dalla folla. Mentre cammina liberamente l’ambiente inizia a reagire. Colossali fasci di luce si innalzano verso il cielo ed esercitano una formidabile attrazione, come la fiamma per una falena. L’avatar procede verso questi fasci di luce, sempre seguito dalla “sua” folla. Quando varca lo spazio del raggio luminoso il mondo virtuale si trasforma in un nuovo scenario: nuovi comportamenti della folla, diverse luci colorate e una colonna sonora adeguata si ricombinano per generare una serie di contrasti emotivi, alterando il rapporto tra l’individuo e le migliaia di persone che lo seguono. Lo spettatore controlla il suo avatar come fosse un drone e il suo punto di vista consente un rilevamento grandangolare sulla folla in modo da poterne apprezzare appieno i comportamenti.

Emergence VR – Preview from Universal Everything on Vimeo.

I programmatori di Universal Everything sono riusciti a simulare più di 5.000 comportamenti umani intelligenti, con l’obiettivo di mostrare i modi apparentemente infiniti in cui gli animali umani agiscono in contesti di gruppo. Personalmente, ho letto nelle situazioni in cui l’avatar è circondato o seguito da una folla di seguaci una chiara allusione alle figure dell’influencer e dei followers, quotidiani protagonisti dei social media. Per le figure umane il gruppo dichiara di essersi riferito ad artisti come Do Ho Suh, Anthony Gormley e Julian Opie, mentre Julie Mehretu, Casey Reas e Sarah Sze sono stati dei punti di riferimento per l’esplorazione del caos.

Sempre sullo studio del comportamento umano su scala di massa vanno citate altre due opere: Tribes ed Everyone (presentato nel 2018 alla Dalbin Gallery di Dublino). In entrambe si possono osservare i movimenti sincronici di migliaia di minuscole persone, che formano nuove connessioni e creano inaspettate forme di paesaggio. Le figure umane in queste simulazioni di massa sono in continua evoluzione e, viste in una prospettiva dall’alto, sono opere d’arte viventi. Insieme generano un movimento fluido del colore, rivelano modelli visibili solo da lontano, una coreografia e delle vere e proprie regole del comportamento umano. Tuttavia, visti da vicino secondo un’altra prospettiva, gli individui che compongono la folla mostrano che ciascuno di loro segue una traiettoria unica nel condividere il proprio ambiente. Universal Everything mette così in discussione l’impatto che una folla può avere su un individuo al suo interno, creando un’impressione dell’universalità del comportamento umano. Un progetto artistico che affronta, attraverso la complessità delle dinamiche di folla, le tematiche dell’autonomia, l’auto-organizzazione e le interrelazioni di gruppo.

Universal Everything, Everyone for Table.Video by Dalbin from Dalbin on Vimeo. Universal Everything
Everyone, 2018, Video / 03:44 / color / loop / 1920 x 1080 px, Courtesy of Dalbin Gallery, Edition of 12 + 2 AP

Un altro filone in cui si è sviluppata la ricerca di questo collettivo globale è quello della cattura dei movimenti dello spettatore (motion capture), proiettandola in sculture digitali in cui appaiono strutture elastiche, tubi plastici estensibili, giunture e snodi robotici, in breve un campionario di forme, stili, colori, tipi di materiali, opacità, luminosità e densità tale da permettere a ciascun individuo di generare ed identificarsi in una immagine futura di sé.

Il progetto Future you mette quindi di fronte il visitatore ad un riflesso unico del suo potenziale sé sintetico. Partendo da una forma primitiva, l’Intelligenza Artificiale impara ad adattarsi ai suoi movimenti, fino a suggerire una versione agile e ampia delle possibilità dell’individuo. Questa grafica interattiva di motion capture si è via via evoluta, creando una nuova risposta visiva per ogni visitatore e generando un enorme numero di possibili variazioni (47.000). Future You è stato commissionato dal prestigioso Centro espositivo londinese The Barbican ed è stato presentano nel maggio del 2019 nell’ambito dell’esposizione AI: More Than Human.

Future You installation at AI: More Than Human, Barbican, London from Universal Everything on Vimeo.

Prima della presentazione al pubblico londinese è stato necessario quindi addestrare gli “studenti digitali” (dai simpatici nomi: Izzy, Poly e Armony) da parte di ballerini capaci di muoversi con grande agilità. È nata così una serie di film che esplorano la collaborazione uomo-macchina, combinando prestazioni e tecnologie emergenti. Il nome di questa serie, Hype Cycle, è mutuato dai grafici di tendenza prodotti da Gartner Research, che si pongono l’obbiettivo di fornire agli addetti ai lavori le previsioni riguardo le nuove tecnologie che stanno arrivando sul mercato. Man mano che le abilità degli “studenti digitali” aumentano, passando da una traballante mimica ad una virtuosa maestria, emerge un dialogo fisico tra l’uomo e la macchina: il mimare, il bilanciare, lo sfidare, il competere, il superare, ma soprattutto si delineano le caratteristiche della danza post-umana.

Hype Cycle : Machine Learning – Trailer from Universal Everything on Vimeo.

L’attenzione per la danza da parte di Universal Everything non è certo nuova, già nel 2013 c’era stata una significativa collaborazione con il coreografo francese e fondatore del progetto LA Dance Benjamin Millepied e da questa erano nate alcune affascinanti performance digitali astratte (vedi Presence 5.2 https://vimeo.com/81586036, Presence 5.4  https://vimeo.com/82003660, e Presence 6.1 https://vimeo.com/82082545).

Veniamo ora all’altro filone in cui si sviluppa l’attività del gruppo Universal Everything, quello di affiancamento al  branding di: Chanel, Deutsche Bank, Google Hyundai, IBM, Incheon Airport, Inter, MCM, Microsoft, MTV, Nike, Radiohead, Samsung e altri.

Per la facciata del grande magazzino Hyundai di Seul il gruppo ha realizzato un’opera di Pop Art Digitale, che viene continuamente proiettata su una parete video LED alta 30 metri.  Quest’opera, molto giocosa e tecnologicamente sofisticata, si colloca in una linea di continuità della ricerca che il gruppo conduce sul movimento umano, sulla trasformazione, sul design emozionale, sull’architettura e sul suono, fin dal 2014.

Superconsumers, The Hyundai department store, Seoul from Universal Everything on Vimeo.
Esterno dell’edificio dei grandi magazzini Hunday di Seul.

Per [e]Design Festival viene appunto presentata questa rielaborazione dell’uomo che cammina, attraverso la serie di video denominata Superconsumers. Gli uomini, camminando attraverso i vari reparti di vendita dei prodotti di lusso del grande magazzino, metabolizzano i loro desideri di acquisto umanizzandoli e portandoli in vita come una sfilata di personaggi diversificata e animata. Si passa così dalle eccentriche giacche imbottite agli elaborati gioielli, dalle creazioni gastronomiche alle audaci composizioni floreali, ecc. I 12 concept video, presentati senza soluzione di continuità, hanno per tema: Il lancio della serie, La profumeria, L’arredamento, La fioreria, Gli articoli sportivi, L’abbigliamento, Lo stile di vita, La cristalleria, La gastronomia, La tecnologia, La gioielleria, L’illuminazione.

Superconsumers 1: Launch from Universal Everything on Vimeo. Lancio della serie.

Qui di seguito solo alcuni video ad esempio sui temi sopra citati:

Profumeria

Superconsumers 2: Perfume from Universal Everything on Vimeo.

Arredamento

Superconsumers 3: Furniture from Universal Everything on Vimeo.

Abbigliamento

Superconsumers 6: Fashion from Universal Everything on Vimeo.

Gastronomia

Superconsumers 9: Gastronomy from Universal Everything on Vimeo.

Gioielleria

Superconsumers 11: Jewellery from Universal Everything on Vimeo.

INFO: https://universaleverything.com/

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