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Varese | Ghiggini 1822 | 13 febbraio – 27 marzo 2021

di GABRIELE SALVATERRA

La Galleria Ghiggini di Varese riapre con coraggio l’attività espositiva attraverso una personale di Debora Fella (Milano, 1990) che porta all’attenzione del pubblico gli ultimi sviluppi della sua ricerca pittorico-disegnativa, incentrata sull’oscurità e l’ombra. La mostra inaugura in un momento ancora complesso dell’emergenza Covid-19, tra spiragli di apertura, nuove chiusure, ordinanze e cambi di governo, dichiarando anche una voglia di ripartenza e stabilità nel rispetto delle norme, in un contesto legislativo ancora ampiamente incerto.

Veduta della mostra “Pelle d’ombra” di Debora Fella, Ghiggini 1822, Varese

Quasi a corollario della situazione, più per coincidenza che per volontà, Fella presenta una ventina tra fragili carte libere o applicate su tavola che raccontano un microcosmo interiore, domestico e intimo, fatto di delicate nature morte con bottiglie, fiori, volatili e altri oggetti di morandiana memoria. L’immagine ottenuta e quasi portata allo stremo della sua consistenza tende a scomparire per mostrare un interessante palinsesto di sottili segni, graffiature e affioramenti astratti, dati dall’originale tecnica di lavorazione delle polveri di grafite, ardesia e carbone, stese sul supporto a mano, senza l’ausilio di strumenti tradizionali.

Debora Fella, Fiori d’inverno, grafite, ardesia, carbone e olio su carta e tavola, 2020, 50cm

Fella porta quindi avanti il rapporto di aggiornamento poetico con la galleria Ghiggini dopo aver vinto nel 2016 il Premio ArteVarese collegato alla stessa. L’occasione di fare il punto su una ricerca, caratteristico del dispositivo della mostra personale, si arricchisce qui del contributo critico di un testo del pittore Italo Bressan, insegnante a Brera negli anni di formazione della giovane artista, che rilancia con questo scritto un rapporto d’altri tempi di legame indipendente tra allieva e maestro.

Debora Fella, geometrie, grafite, ardesia, carbone e olio su carta e tavola, 2020, 64×64 cm

Libero dalle esigenze descrittive proprie della critica canonica, Bressan si lancia in una Lettera amorosa alla pittura che riesce a sviscerare con poesia, dalla prospettiva dell’artista, i percorsi, le questioni e le ricerche alla base della pratica estetica di Debora Fella.

Così: “Quest’opera ‘al nero’ individua nell’Ombra il senso del proprio esistere, l’Ombra contiene il tempo, la luce si smorza nello spazio e nel buio. Le immagini (…) si depongono sulla carta in velature e trasparenze rendendo l’opera evanescente, priva di peso, ombre che inseguono ombre, luci che rincorrono lo spazio giocando a nascondersi e toni che rompono i ritmi in una polifonia di ‘materie colorate’. Il lavoro si mette continuamente in gioco, si ascolta, ritrova senso nel fare”.

La lettura di Bressan mette bene in chiaro che quella di Fella è una ricerca che si situa decisamente nella pittura, non tanto per l’impiego di tecniche o immaginari che sarebbero forse più facilmente riconducibili all’orizzonte della grafica, ma, piuttosto, per la ricerca di un pensiero che, nascendo dalla pratica, dai materiali e dal fare fisico, possa essere in grado di offrire nuove visioni del mondo.

Debora Fella. Pelle d’ombra
a cura di Eileen Ghiggini
con un testo di Italo Bressan

13 febbraio – 27 marzo 2021

Ghiggini 1822
via Albuzzi 17, Varese

Orari: da martedì a domenica 10.00-12.30 e 16.00-19.00

Info: +39 0332 284025
galleria@ghiggini.it
www.ghiggini.it

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