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BOLZANO |ADN collection | 30 gennaio –  1 marzo 2015

di Corinna Conci

Foto Performance di Silva Rotelli e Gianluca Turatti

Un lettore 33 giri. Un lettore 45 giri. Amplificatori. Microfoni puntati sugli amplificatori, sui dischi che girano, davanti a un registratore portatile in play. Un registratore ambientale in rec. Mixer. Tantissimi cavi. Un Laptop. Due casse. Musicassette. Ninnoli e piccole campane tubolari.
Una zona di preghiera, altarino fornito di molti tipi di incenso e pietre dure; vicino disposti un bracciale ed una collana. La bruciatura della resina apre la performance. Dawn si spoglia come fosse sola con se stessa, in modo autentico. Sfila gli abiti quotidiani che piega scrupolosamente, poi indossa un’uniforme chiara. Leggerissima inizia a percorrere ripetutamente il perimetro della stanza, incontrando 5 stazioni composte da vari oggetti. Ogni zona è legata al tema del tempo in modo differente e rappresenta un elemento: terra, fuoco, aria, acqua ed etere.

0.Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Gianluca Turatti

La piattaforma del fuoco è costituita dall’insieme delle strumentazioni audio. L’intenzione è quella di considerare l’aspetto più creativo dell’analisi del tempo tramite una stratificazione di livelli mnemonici. I ricordi vengono suscitati dalla sovrapposizione di diversi audio appartenenti a momenti differenti della vita dell’artista. Un disco classico di Chopin, registrazioni di suoni delle balene negli oceani, un brano di musica sperimentale suonato da Dawn e dal suo gruppo circa 15 anni fa, si integrano con l’audio live del qui ed ora della performance. L’artista suona dei fischietti che sistema a terra in fila ordinata, colori diversi. Spinge, alza, tira e scuote un tavolo usandolo come uno strumento con il quale fare musica, stabilire un rapporto, alzarsi nell’aria.

Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Silva Rotelli

La stazione dell’acqua è attivata invece dalla performer Katherine McArthy, gallerista da David Lewis a New York e amica di Dawn Kasper. Questo ruolo offre una visione più fluida del tempo ed è ricoperto da figure differenti ogni volta che la performance ha luogo. Una valigetta e un comò contengono oggetti/ricordi che appartengono ai nonni di Dawn: fotografie di amici, vestiti, corsi di letteratura per corrispondenza, disegni e telegrammi inviati dal nonno alla famiglia durante la II Guerra Mondiale vengono tirati fuori dai contenitori ed indossati, guardati, ri-vissuti.

Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Gianluca Turatti

Un tosaerba appartenuto al padre dell’artista occupa un’altra stazione della sala, rappresentando l’elemento terra. Sulla parte di guida della macchina è fissata una telecamera, che è la stessa con la quale Dawn all’età di 15 anni girò il filmato nel quartiere della sua cittadina natale in Virginia. Questi oggetti vengono portati nel presente ed entrano in contatto con la performer che gestisce il suo vissuto attraverso il tempo del fermo immagine e dell’avvio. Dopo alcuni istanti dedicati ad attivare una piattaforma, l’artista con i capelli sempre sul filo delle ciglia, riprende il suo cammino. Dalla dolce compulsione di questi gesti diventa percettibile un tipo di ordine dettato da un disordine solo apparente.

Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Silva Rotelli

Durante tutta la performance si muove nel flusso artistico anche un’altra figura, che coinvolge il pubblico avvicinando una persona alla volta: Silvia Di Giorgio Conservator e Registrar di ADN Collection, racconta a bassa voce il significato delle parole che compongono l’altra parte dell’installazione.
La famosa lettera di Sol LeWitt indirizzata ad Eva Hesse ha ispirato 50 quadri, ognuno contenente uno dei consigli che l’artista scrisse a proposito di ciò che non bisogna fare prima di una performance. I caratteri sono ricalcati più volte fino a produrre quella sfumatura dell’inchiostro che risulta dal calore della mano passata ripetutamente sulla superficie. L’artista pratica così un gesto catartico, di preparazione, ripassando in modo puntiglioso le parole con la penna e forse con la mente.

Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Silva Rotelli

L’attività cerimoniale con la quale è stata attivata l’installazione “& sun & or THE SHAPE OF TIME” si ritrova in tutti i pezzi che compongono questo lavoro. Il titolo è ispirato a due diversi elementi: una poesia di Edward E. Cummings, “& sun &”, tratta dalla raccolta 73 Poems; e “The shape of time”, il titolo del secondo capitolo del saggio scientifico di Stephen Hawking “The Universe in a Nutshell” che tratta della forma del tempo così come sviluppata nella teoria della relatività di Einstein, e di come questa si sposi con la moderna teoria quantistica.
Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Silva Rotelli

Da questo capitolo è tratto il vinile attaccato alla grande finestra nello spazio della performance. L’immagine è una rappresentazione grafica della dimensione fisica del tempo come descritta dalle moderne equazioni: uno strato su cui si adagia il nostro universo, la nostra dimensione.
Il titolo del libro di Hawking in italiano è tradotto “L’universo in un guscio di noce”. Penso alle parole di Gibran Khalil Gibran, che sostengono che «Il dolore è il rompersi del guscio che racchiude la nostra intelligenza». L’intelligenza come un universo adagiato sul tempo. Così, l’opera di Dawn Kasper è composta da stratificazioni di ricordi, nei quali si mineralizza un corpo generazionale che naviga nel tempo.

Dawn Kasper-& sun & or THE SHAPE OF TIME-Foto di Silva Rotelli

Dawn Kasper . & sun & or THE SHAPE OF TIME
L’installazione è visitabile negli spazi di ADN collection fino al 1 marzo 2015. Per le modalità di visita si rimanda alla pagina del sito dedicata.

ADN collection
Via Rafenstein 19, Bolzano

Info: www.adncollection.it
info@adncollection.it
+39 0471 971 626 T

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