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NAPOLI | MASCHIO ANGIOINO | CAPPELLA PALATINA | 8 dicembre – 6 marzo 2022

di ANNALISA FERRARO

Quaranta opere per raccontare più di quaranta anni di carriera: nella Cappella Palatina del Castel Nuovo, anche conosciuto come il Maschio Angioino, David LaChapelle costruisce una mostra site-specific, nata da un confronto emozionante con la città di Napoli e con il contesto espositivo. In quello spazio antico, che si mostra al visitatore in tutta la sua imponenza e resistenza, ma anche in tutta la sua fragilità, il fotografo americano trova un’inaspettata dimensione intima, che lo porta a sperimentare un allestimento nuovo, fatto di fotografie senza vetri né cornici, e di opere fissate alle pareti solo con chiodi sottili, proprio come nei suoi spazi di lavoro, proprio come nel privato dei suoi atelier.

David LaChapelle, veduta della mostra, Maschio Angioino, Napoli. Courtesy NEXT EXHIBITION

A confrontarsi con la cappella che vide all’opera Andrea dell’Aquila e Francesco Laurana, che ospitò Giotto e i suoi allievi, impegnati nella realizzazione di un ciclo di affreschi dedicato alle Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, di cui si conservano ora solo poche tracce, il lavoro di un artista che ha imparato a trovare nel passato, nella storia e nella storia dell’arte, le linee guida per parlare del presente, del tempo che ci circonda, dei desideri, delle angosce, delle abitudini e dei vizi della nostra epoca. Senza più inutili timori o reverenze, LaChapelle usa con maestria contesti e contenuti spirituali per realizzare le sue opere, facendo trasparire la sincerità narrativa, seppur nell’artificio fotografico, e condividendo con il suo pubblico le vie della preghiera e della fede, fonti di speranza, laiche o religiose che siano.

E proprio passeggiando per Napoli, LaChapelle si imbatte in edicole votive, retablo e chiese che scandiscono i chilometri della città, raccontando silenziosamente il rapporto secolare che questa ha con il sacro, con la fede, con quella spiritualità che aleggia in ogni quartiere, indipendentemente dalla ricchezza o dalla povertà, dalla classe sociale o dal livello di istruzione. Proprio in quella Napoli gli è sembrato quanto mai giusto esporre opere vere, sincere, specchio della società e dei tempi attuali, contaminate da riferimenti sacri e secolari.

David LaChapelle, veduta della mostra, Maschio Angioino, Napoli. Courtesy NEXT EXHIBITION

Non solo atmosfere sacre però, nelle opere esposte nella Cappella Palatina del Maschio Angioino, LaChapelle racconta anche la vita quotidiana di un presente fragile, caotico, già distopico. La natura raccontata dall’artista cerca faticosamente di riappropriarsi dei suoi spazi, facendosi largo tra gli effetti di un consumismo smodato e pandemico. L’essere umano appare spesso isolato, alienato, privo di mezzi per affrontare ciò che lo circonda. Anche in quei lavori, realizzati molti anni prima della situazione sanitaria d’oggi, sembra risuonare forte l’allarme di una catastrofe, di un disastro annunciato, ne portano segni evidenti non solo i titoli delle opere ma anche le ambientazioni, gli scenari, le atmosfere urbane e private.

David LaChapelle, veduta della mostra, Maschio Angioino, Napoli. Courtesy NEXT EXHIBITION

Infine, in dialogo con il presbiterio della Cappella Palatina, gli inediti negativi fotografici dipinti a mano, risalenti agli Anni ’80. Mentre dilagava l’epidemia di AIDS nel mondo, LaChapelle rifletteva sulla caducità della vita e sulla possibilità di scomparire da lì a breve, aggrappandosi alla fede e alla ricerca della spiritualità. Un’installazione forte, emozionale, suggestiva la sua collocazione nel punto originariamente più sacro della Cappella e ancora oggi il più evocativo dello spazio espositivo.

David LaChapelle, veduta della mostra, Maschio Angioino, Napoli. Courtesy NEXT EXHIBITION

David LaChapelle è una mostra allestita in uno spazio dall’incredibile valore storico e storico-artistico, in grado di dialogare con le opere, non solo accogliendole ma valorizzandole. È un’occasione unica per percorrere le tappe più importanti della produzione di un artista internazionale che, a partire dalla sua giovanissima esperienza al fianco di Andy Warhol, non ha più smesso di stupire e provocare per sollecitare riflessioni. David LaChapelle è una mostra fitta e intensa, da visitare, quindi, dedicandosi il tempo giusto per riflettere, per notare e comprendere i dettagli compositivi e contenutistici delle opere, per godere delle stratificazioni di forma e di significato di ogni lavoro; è una chance per capire come l’artista si sia rapportato alla città di Napoli, alle sue atmosfere, alle sue suggestioni, alla sua energia travolgente, e come abbia portato parte delle sue sensazioni all’interno della mostra e del progetto espositivo. Difficile invece abituarsi alle fotografie senza vetro né cornice, alle stampe affisse direttamente a parete, su cui si riflettono le luci dei faretti. Un allestimento particolare, sicuramente scelto dall’artista per portare lo spettatore nell’intimità del proprio studio, in quella dimensione privata in cui la pandemia ha tenuto relegato ciascuno di noi, una sperimentazione valida ma poco adatta ad un contesto espositivo imponente, secolare, maestoso per dimensioni, materiali ed elementi architettonici.

David LaChapelle, veduta della mostra, Maschio Angioino, Napoli. Courtesy NEXT EXHIBITION

Per concludere, vale decisamente la pena fermarsi a godere delle opere di un artista internazionale, che sa ricamare tra loro le radici del nostro passato e il fiorire di un presente non sempre perfetto ma comunque vivo.

 

David LaChapelle
a cura di Vittoria Mainoldi e Mario Martin Pareja
produzione Next Exhibition organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Associazione Culturale Dreams, Alta Classe Lab, Fast Forward e Next Event

8 dicembre 2021 – 6 marzo 2022

Maschio Angioino, Cappella Palatina
Via Vittorio Emanuele III, Napoli

Info: mostralachapelle.com

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