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MILANO | Piano mezzanino – Passante Ferroviario Porta Garibaldi | 3 febbraio – 11  marzo 2022

di ALICE VANGELISTI

Nella frenetica e caotica vita milanese, in cui tutto e tutti vanno di corsa, il progetto espositivo di co_atto permette di fermarsi un attimo e godere dell’esperienza artistica, anche solo gettando un’occhiata di sfuggita che sicuramente attira e incuriosisce i nostri occhi passanti. Infatti, in questo caso l’arte contemporanea non necessita di essere cercata in musei e gallerie, ma la si incontra anche quasi per caso, aprendo così la possibilità di poterla fruire nei luoghi della quotidianità cittadina, come le vetrine del Passante Ferroviario di Porta Garibaldi. Queste, da spazi vuoti e tristi, tornano a vivere grazie alle opere di diversi artisti che attraverso le loro differenti ricerche popolano queste aperture di passaggio.
Così, l’esposizione Tales from the inside_out: the look through mette in dialogo queste piccole finestre su un mondo perennemente di corsa, cristallizzando per un attimo il nostro tempo frenetico, in un continuo rimando anche tra il dentro e il fuori. In questo modo, le opere dei diversi artisti coinvolti si mettono letteralmente in mostra e si affacciano sui passanti indaffarati che si possono fermare finalmente incuriositi dalle nuove creature che popolano queste vetrine.

Tales from the inside_out: the look through, veduta della mostra (ArtNoble Gallery | Giulia Mangoni, Il Bosco Magico, 2021-2022, wall painting e dipinti olio su tela), Piano mezzanino – Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano Photo co_atto Courtesy co_atto & the artist

Ognuno di loro, così, si pone diversamente nei confronti di tale spazio per indagare la realtà del passante ferroviario nel suo rapporto tra il dentro e il fuori, con un’idea di fondo che si basa sul senso di movimento e attraversamento che può aggiungere ulteriori stratificazioni di esperienza e di significato. Per un totale di 18 vetrine, si svolge in questo senso una narrazione insolita e frammentaria, condotta dalle diverse scene incorniciate dallo spazio limitato della vetrina, ma che potenzialmente permettono di evadere verso nuovi orizzonti e significati.
Due grandi immagini a fumetto attirano subito la nostra attenzione: come sono e come vorrei essere. Avvicinandoci alla vetrina dedicata al fumetto si scoprono così anche le quattro tavole inedite di Luca Loreti, tratte dal suo primo fumetto IO, che con uno sguardo ironico ci mostra quello che un uomo potrebbe pensare e che lo farebbe stare meglio, mettendo in campo questo doppio tra visione e proiezione, tra realtà e aspirazione che contraddistingue la vita e la quotidianità di ogni individuo. Così, anche il passante specchiandosi a sua volta nella superficie riflessa, resta per certi versi piacevolmente intrappolato tra un’immagine reale e una sognata.
Un colore pieno e saturo è quello che colpisce nelle due vetrine affidate ad ArtNoble Gallery, la prima galleria a inaugurare all’interno di questo progetto espositivo la sezione dedicata a spazi attivi nella promozione dell’arte emergente. In questo caso è proposto il lavoro di Giulia Mangoni, a conclusione della sua personale presso la galleria, la quale indaga la vetrina come luogo di ricerca e di scambio attraverso due grandi wall painting che si rivelano essere anche lo sfondo per l’esposizione ciclica di alcuni dipinti dell’artista, che alludono più ampiamente alla sua ricerca sulla realtà della Ciociaria intesa come terra di contraddizioni e suggestioni. E proprio seguendo questa linea di contrasto, viene messa in mostra una terra ai margini che approda però nel cuore del centro urbano.

Tales from the inside_out: the look through, veduta della mostra (Niccolò Quaresima, Generazione di città, 2022, stampa digitale su plexiglass, manipolato con pistola a caldo), Piano mezzanino – Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano Photo co_atto Courtesy co_atto & the artist

Città che è indagata anche alla vetrina dedicata all’archivio, in cui troviamo esposta l’esperienza del collettivo milanese Tazi Zine. Qui l’installazione è composta da una serie di ventisei elementi tipografici che si presentano come una nuova tappa di Abecedario Meneghino, a ideale prosecuzione dell’omonima esposizione e pubblicazione editoriale. Le lettere che si stagliano all’interno della vetrina sono frutto di una curiosa e accurata indagine fotografica che le ricercava e trovava per le strade milanesi. Quelle esposte sono, quindi, una selezione di tutto questo archivio di materiale cercato e raccolto all’interno della città e anche se questo viene decontestualizzato dal suo luogo di origine è comunque ancora in grado di raccontarlo, ponendosi così come una lettura inedita di Milano, condotta per le lettere che la popolano.
Anche Niccolò Quaresima ragiona sul capoluogo lombardo, mettendo in mostra una cartografia di alcuni luoghi della città attraverso delle lastre di plexiglas su cui troviamo impresse le immagini di rilevazioni termiche manipolate e distorte per restituire una sensazione di frustrazione dovuta all’impossibilità di lasciare la città in estate, tema che tocca in particolare tutti quegli abitanti meneghini che spesso restano ingabbiati tra le mura di una Milano che cambia profondamente nella stagione estiva. Sempre ragionando sulle rilevazioni termiche, l’artista propone nella seconda vetrina il risultato di una sua azione performativa che si rende visibile attraverso l’utilizzo di tessuti sensibili al calore sui quali l’artista si è sdraiato in prossimità delle aree già precedentemente indagate, dando vita a una sorta di sindone contemporanea che segna il rapporto quotidiano dell’artista con la città.
Grandi scritte nero su bianco sono quelle che animano, invece, le due vetrine affidate a Lucia Cristiani, la quale, in collaborazione con Jacopo Baco Giannitrapani e Fabrizio Falcone, ripropone un estratto della poesia Ghazal 8/8/68 di Adrienne Rich con l’obiettivo di portare alla luce la delicata e pericolosa situazione vissuta dalla popolazione della Bosnia-Erzegovina. Diventa così un messaggio di profonda vicinanza per una situazione spesso percepita come lontana e ininfluente e allo stesso tempo un invito a non voltarsi e vegliare su quanto sta accadendo. Quasi un’esortazione per gli sfuggenti passanti a fermarsi, riflettere ed essere consapevoli di quello che succede anche al di fuori dei confini della propria città.

Tales from the inside_out: the look through, veduta della mostra (Lucia Cristiani con Jacopo Baco Giannitrapani e Fabrizio Falcone, Dedication, 2022, colore acrilico su vetro), Piano mezzanino – Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano Photo co_atto Courtesy co_atto & the artist

Andrea Spartà si concentra, invece, sugli oggetti quotidiani, quelli che lui definisce “cose di compagnia”, che influenziamo e che ci influenzano a loro volta. In una vetrina si concentra così sulla sua tradizionale funzione, mettendo in mostra una natura morta come pura esposizione di elementi. La seconda è, invece, dedicata alla volta celeste, un elemento costante nelle nostre vite tale per cui il cielo stellato diventa bussola per aiutare l’orientamento e supporto esistenziale per non perdersi, ma che, allo stesso tempo, entra in forte contrasto con il luogo nel quale viene esposto, dove è praticamente impossibile vederlo ed esserne guidati.
Una sensazione di spaesamento visivo è quella che anima le vetrine di Virginia Dal Magro, la quale propone invece una riflessione-installazione sui due antipodi, quello di superficie e quello sotterraneo, rispetto al punto centrale tra i due spazi. Da un lato è così messa in mostra una visione sfocata e straniante frutto della ricerca di questi due punti, mentre in quello opposto si svela ai nostri occhi la mappatura fallimentare dell’indagine: la pellicola opaca infatti offusca la superficie del vetro, non permettendoci di avere una visione chiara e univoca, rappresentando così questo insuperabile confine, sfumando i limiti netti tra sotto e sopra, tra spazio intimo e interno e spazio pubblico del fuori.

Tales from the inside_out: the look through, veduta della mostra (Virginia Dal Magro, I can barely feel you, 2022, pellicola opacizzante, acrilico, gelatina blu), Piano mezzanino – Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano Photo co_atto Courtesy co_atto & the artist

Edoardo Manzoni propone un’installazione che si rifà alla sua serie delle Trappole, in cui l’artista si concentra sul dialogo tra domestico e selvatico, uomo e animale, indagati attraverso il tema della caccia. Le trappole, seppur mantenendo le loro forme tipiche e specifiche, non sono più celate e mimetizzate, perdendo così la loro dimensione di esca, mostrandosi come altro da sé, a metà tra oggetto, scultura e ornamento. Infatti la loro defunzionalizzazione e decontestualizzazione ci fa godere in maniera estetica del fascino ornamentale di questi oggetti di morte, innescando però allo stesso tempo una tensione che intrappola irrimediabilmente il nostro sguardo attraverso sentimenti contrastanti di attrazione, seduzione e respingimento che vengono ulteriormente esaltati dallo spazio dell’esposizione in vetrina.
Due vetrine in cantiere sono quelle di Giulio Locatelli: ma quelle che un primo sguardo sembrerebbero delle semplici strutture provvisorie per la costruzione, più da vicino ci rivelano una ricerca ancora più ricca e sottile. L’artista, infatti, mette sì in scena due spazi in costruzione, come se fossero dei piccoli cantieri ancora in fase di definizione, ma le loro fondamenta poggiano su cumuli di carta di appunti, antologie di fatti, raccolte di storie, di favole, di fiabe, di avventure. Così questi oggetti materiali portatori di idee diventano le basi di supporto che si contrappongono alle strutture di ferro da cantiere, simbolo visivo che incarna perfettamente un’idea ancora in via di concretizzazione.

Tales from the inside_out: the look through, veduta della mostra (Edoardo Manzoni, Senza Titolo (Fame), 2022, rami, filo di ferro, plastilina, specchietti, pittura spray), Piano mezzanino – Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano Photo co_atto Courtesy co_atto & the artist

Un’atmosfera sicuramente straniante è infine quella che domina le due vetrine in giallo affidate ad Alessio Barchitta, il quale con il progetto Pop shop 2 si concentra sulle dinamiche di fruizione e assimilazione dei contenuti e delle informazioni all’interno della società contemporanea. Il protagonista indiscusso è il pop-corn, oggetto-simbolo della società consumistica e di una fruizione passiva e meccanica, come quella degli spettatori di un cinema. Così in una, questi piccoli elementi sommergono letteralmente metà dello spazio, quasi a soffocare qualsiasi nostro pensiero o volontà, mentre nell’altra diventano il materiale che l’artista usa per realizzare un suo autoritratto, in un gioco significativo dove i confini reali tra soggetto e oggetto sfumano e i ruoli di ciascuno risultano ribaltati. Così la domanda finale che resta nella nostra mente è: siamo veramente noi oppure qualcuno che fa parte solamente di una massa indistinta in cui gli individui appaiono tutti uguali?

Tales from the inside_out: the look through
a cura di co_atto
artisti: Alessio Barchitta, Lucia Cristiani con Jacopo Baco Giannitrapani e Fabrizio Falcone, Virginia Dal Magro, Giulio Locatelli, Edoardo Manzoni, Niccolò Quaresima, Andréa Spartà
galleria presente in mostra: ArtNoble Gallery con l’artista Giulia Mangoni
vetrina archivio: Tazi Zine
vetrina fumetto: Luca Loreti

3 febbraio – 11  marzo 2022

Piano mezzanino
Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano

Orario: tutti i giorni negli orari di apertura della stazione e su appuntamento 

Info: coatto.info@gmail.com
www.coattoproject.com

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