Non sei registrato? Registrati.
MILANO | NoLo – Isola e Busto Arsizio

Intervista a Matteo Bergamini, Rossana Ciocca, Gianni Romano e Carlo Vanoni di Irene Biolchini

Si è da poco conclusa la seconda edizione di BienNoLo, una biennale estesa che riparte dal territorio e dai suoi artisti per creare occasioni di confronto e partecipazione. Abbiamo intervistato i curatori (Matteo Bergamini, Rossana Ciocca, Gianni Romano e Carlo Vanoni) per tracciare un bilancio…

L’edizione di Biennolo 2021 sembra aver portato avanti quanto messo in campo nella prima edizione, potenziando sempre di più il coinvolgimento dello spettatore come parte attiva del processo. In questo senso l’installazione di Igor Eškinja sembra un passo decisivo. Posso chiedervi come è nata la collaborazione con Trenord?
Quando ci si approccia ad una mostra non si può prescindere dalla mappatura del paesaggio e dal vissuto collettivo con cui si entra in contatto. Il tentativo è, grazie alla mediazione dell’arte, di dar vita a narrazioni condivise includendo nei processi i luoghi, gli abitanti e tutti coloro che per lavoro o per altri motivi vi transitano. Gli artisti invitati alla seconda edizione di BienNoLo, ognuno con le proprie proposte, ha tentato di declinare il tema proposto “NUNC EST BIBENDUM, NUNC PEDE LIBERO PULSANDA TELLUS”, locuzione latina che significa: “Ora bisogna bere, ora bisogna far risuonare la terra con il piede libero”, tratta da un verso di Orazio (Odi, I, 37, 1). Un inno a ritrovare la socialità, il desiderio di condivisione e di far festa dopo i limiti e le distanze imposte dalla pandemia.

Igor Eskinja, Paesaggi imprevisti, veduta dell’installazione, Milano 2021, Ph: Fabrizio Stipari

Gli interventi d’arte pubblica, tra cui l’installazione sulla carrozza di un treno Trenord di Paesaggi Imprevisti dell’artista croato Igor  Eškinja pensata come dispositivo per attivare riflessioni sulla frammentazione dello sguardo sul paesaggio, o ancora l’affissione di Luca Pancrazzi in cui le fotocopie sgranate degli Anni ’90 trasferite su billboard, innescano occasioni di lettura multiple in continuità con lo spazio reale anche per chi è lontano dai codici artistici. Trenord ha saputo cogliere da subito l’opportunità di questa sfida che riguarda la possibilità di tessere un dialogo tra arte e vita. Un’esperienza unica che parte dal confronto tra una biennale nata in periferia e una società che gestisce il trasporto ferroviario della regione Lombardia e che, con questo progetto, veicola l’arte contemporanea fuori dai consueti percorsi, verso una differente progettazione aperta all’altro e all’incontro con il qui e ora.

Luca Pancrazzi, Space available, 2021, ph. Andrea Bertolin

Il quartiere di partenza, NoLO, è descritto come luogo con delle difficoltà e cool al tempo stesso. Nelle logiche di estensione urbana la gentrificazione di quartiere è una minaccia costante. In che modo la vostra Biennale si inserisce in questa problematicità, proponendo un’idea diversa di città?
Gli artisti sono spesso coinvolti nei contesti urbani, ma restano in molti casi interventi spot, vuoti, perché non prevedono il coinvolgimento delle comunità locali. BienNoLo intende l’arte come metodo di incontro tra territorio e la produzione artistica, in una logica che vede il cittadino come parte integrante dei processi di costruzione degli interventi, spettatore e attore di un cambiamento sociale, in cui la creatività diviene il vero motore di una nuova visione partecipata. La nostra è quindi una proposta che tenta di ripensare il ruolo dell’arte nei processi di rigenerazione, definendola come un fattore di innovazione sociale a supporto di un programma di azioni di natura multidisciplinare volte a migliorare la qualità della vita dei quartieri delle nostre città. La speranza è che l’arte e la cultura possano dare un contributo attivo allo sviluppo della città con nuovi spazi da vivere e con condizioni migliori per tutti.

Ettore Favini, Io che prendo il sole a Milano il 1 ottobre, 2021, ph Andrea Bertolin

Nelle considerazioni pandemiche si è spesso parlato della necessità di ritornare ad esaminare il territorio. BienNoLo nel 2019 si era presentata come un’indagine di un quartiere e degli artisti che lo abitavano. In questa edizione si è esteso il raggio geografico (sia rispetto alla città di Milano che alla provenienza degli artisti). Posso chiedervi come è nata questa decisione di estendere il progetto?
La decisione di sconfinare oltre NoLo, in altri spazi della città, nel quartiere Isola, nella carrozza di un treno di Trenord, a Busto Arsizio con l’installazione Beat di Andrea Nacciarriti, nasce dal desiderio di rendere BienNoLo una biennale di arte contemporanea diffusa. Questo format ci consente di raggiungere più persone, di incorporare l’arte con le sue pratiche in differenti contesti e di distribuire il flusso dei visitatori. Le considerazioni nate in seno alla pandemia sull’ecologia degli eventi, unitamente all’impegno di far rivivere gli spazi pubblici percepiti come poco sicuri, hanno trasformato poi questo nostro desiderio in necessità e ci auguriamo che resti anche come prospettiva futura.

Andrea Nacciarriti, Beat, 2021

B. Mori Ubaldini e R. Savelli, Milano 2021, Ph: Fabrizio Stipari

Il vostro team curatoriale è composto da quattro figure molto diverse per competenze. Come avete interagito nella costruzione del progetto? Avete stabilito una “divisione” del lavoro o procedete per una gestione “fluida” delle competenze?
In fase di ideazione e di definizione dei contenuti abbiamo lavorato in maniera fluida. Condividere e mettere insieme punti di vista diversi è necessario per la buona riuscita di qualsiasi progetto. Poi per le scelte curatoriali ognuno di noi ha avanzato le sue proposte orientandole verso generazioni di artisti o linguaggi diversi. Nelle fasi di organizzazione e quelle più operative, come in ogni buon team, ci siamo divisi i compiti.

Marilisa Cosello, 2021, Ph: Fabrizio Stipari

Info: www.biennolo.org

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •