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VENEZIA | Report dalla conferenza di presentazione della 56. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

di FRANCESCA GIUBILEI

Mercoledì 22 ottobre 2014 a Palazzo Giustinian, sede de La Biennale di Venezia, il Presidente Paolo Baratta e il curatore della 56° edizione della Mostra d’Arte Internazionale, Okwui Enwezor hanno presentato, prima ai rappresentanti delle 53 nazioni partecipanti con i Padiglioni Nazionali e poi alla stampa, cosa accadrà tra i Giardini e l’Arsenale dal 9 maggio al 22 novembre 2015.

Impossibile non partire dal presente, dall’analisi e riflessione su quello che sta accadendo. Il momento storico è complesso: il panorama mondiale appare nuovamente in frantumi e nel caos, segnato dalla crisi economica, dai terrorismi, dalle crisi umanitarie e sanitarie, dalla confusione e spaesamento individuale. L’immagine suggerita dal curatore per rappresentare l’attualità è quella dell’opera di Paul Klee Angelus Novus, nella lettura storica fatta da Walter Benjamin: un angelo un po’ spaesato, con lo sguardo fisso verso una distesa di macerie e rovine, dalle quali involontariamente si allontana, risucchiato dalla forza propulsiva del futuro, che lo spinge irresistibilmente verso un nuovo orizzonte.

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L’approccio curatoriale, in un contesto di totale confusione, incertezza e inquietudine, non può che essere inclusivo e discorsivo. Enwezor non sta pensando ad una mostra, ma ad un grande palcoscenico dove dare vita ad una sorta di work in progress:
una costellazione di eventi, pratiche artistiche, curatoriali e fruitive che si andranno ad integrare l’una con l’altra, senza soluzione di continuità per i sette mesi della Biennale. Gli strumenti che il curatore propone per l’ascolto, l’analisi, la comprensione degli sconvolgimenti della nostra epoca sono dei “filtri”, cioè dei parametri utili a circoscrivere alcune tematiche su cui le riflessioni degli artisti e del pubblico dovranno condensarsi. Due dei “filtri” già individuati sono il giardino e il capitale.

Il capitale come grande dramma della nostra epoca, nel senso di elemento che incombe su ogni aspetto della nostra esistenza. Dall’opera Das Kapital di Marx ad oggi, la natura e struttura del capitale interessa e riguarda tutti e per questo Enwezor propone un programma ad esso dedicato che si svolgerà ogni giorno in Biennale per sette mesi.

Il giardino ha segnato sin dalle origini (nel vero senso della parola) la storia dell’uomo. In un giardino, secondo la religione, ha inizio la specie umana con il peccato originale. Al giardino si lega il concetto di paradiso, ma anche di luogo per la meditazione, l’arte e la filosofia. Anche il giardino (reale e simbolico) nel corso della storia si è trasformato. Dall’hortus conclusus, al giardino all’italiana, al giardino romanico. Il giardino caratterizza anche la natura e la storia della Biennale: i padiglioni nazionali sono ospitati in un grande spazio verde all’aperto, che a seconda del momento storico ha registrato e tuttora “fotografa” i cambiamenti geopolitici di un mondo in continuo mutamento, segnato da grandi disordini, tensioni politiche ed economiche, che incidono sul disegno dei confini nazionali e delle relazioni tra i Paesi. Insomma un giardino confuso e disordinato, che però continua a generare idee, sogni e speranze per la ricomposizione dell’infranto.

Info: www.labiennale.org

 

 

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