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ROMA | VILLA BORGHESE | PARCO DEI DAINI | 12 maggio – 25 luglio 2021 | e MUSEO CARLO BILOTTI – Aranciera di Villa Borghese | 12 maggio – 19 settembre 2021

di MARIA VITTORIA PINOTTI

Sul finire dell’Ottocento, con la diffusione in Europa del movimento Liberty, la natura fu osservata come fonte d’ispirazione per l’atto creativo, giacché uno dei teorici tedeschi della corrente, Friedrich Theodor Vischer (1807-1887), ideò il termine Einfühlung volto ad indicare lo stato di empatia tra l’artista ed il creato. Da questo confronto, l’opera d’arte è da considerarsi come una forma di logico sviluppo della natura, al punto tale da assurgere quale miglior luogo per la sua fruizione il paesaggio naturale stesso, divenendo così il contenitore ideale di un’arte democratica e accessibile a tutti.

Loris Cecchini, Arborexence, 2021. Back to Nature 2021, Villa Borghese, Roma

A proposito di quanto sopra è da citare la seconda edizione della rassegna en plein air, intitolata Back to Nature. Arte Contemporanea a Villa Borghese, visitabile dal 12 maggio al 25 luglio 2021 nel parco di Villa Borghese di Roma, a cura di Costantino D’Orazio, promossa e prodotta da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. La mostra si sviluppa con una serie di opere allestite presso il Parco dei Daini, in cui sono raggruppati i site specific degli artisti Loris Cecchini, Leandro Erlich, Giuseppe Gallo, Marzia Migliora, Michelangelo Pistoletto, Pietro Ruffo, Tomás Saraceno, Marinella Senatore e del collettivo Accademia di Aracne; inoltre il percorso espositivo prosegue presso il Museo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, con la mostra intitolata Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea.

Back to Nature 2021, Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Roma

Proprio quest’ultima esposizione – curata da Antonia Arconti, Ileana Pansino e Daniela Vasta e visitabile sino al 19 settembre 2021 –, propone una selezione di opere correlate a percorsi tematici di grande interesse: Abitare la natura, prospettive aeree paesaggi ed Acque, entrambi volti a restituire una visione dell’habitat naturale in rapporto con l’uomo. È proprio la voce univoca del team curatoriale, relativamente alla nascita del progetto, ad affermare che “l’esposizione è stata elaborata con l’intento di costruire dei percorsi che riportassero alla luce una selezione di opere conservate nei depositi dei musei e delle Sovrintendenze. Creando legami sorprendenti tra diversi media artistici, quali video, sculture, foto, installazioni ed opere pittoriche”.

Back to Nature 2021, Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Roma

In questo senso, il ricco corpus di opere allestite presso il Museo Bilotti offre un variegato materiale quanto mai istruttivo per scoprire il già citato sentimento di cui parlava nell’Ottocento Friedrich Theodor Vischer, ovvero il senso di EmpatiaEinfühlung tra l’uomo e l’ambiente naturale. Così, nell’opera fotografica di Guendalina Salini (Roma, 1972), intitolata Non troverai mai i confini dell’Anima (2011), si esemplifica il tentativo di immortalare la cassa armonica dell’esistenza umana, in rapporto con l’infinità del paesaggio marino. L’opera vuole raccontare un dialogo introspettivo in cui anche la scienza, simboleggiata da dei regoli geometrici in primo piano, è da considerarsi come uno strumento utile all’uomo per decifrare le regole dell’universo ed i suoi misteriosi ritmi.

Guendalina Salini, Non troverai mai i confini dell’Anima, 2011, stampa fotografica su alluminio, Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese

Diversamente, sulla scia del concetto tipicamente leopardiano della natura che si contrappone all’azione umana per seguire il ciclo di vitale della generazione, distruzione e rigenerazione, sono esposte le fotografie di Mimmo Jodice (Napoli, 1934) Joseph Beuys, Natale a Gibellina 1,2,3. (1981). Gli scatti ritraggono un pensoso Joseph Beuys tra i ruderi di Gibellina, città che fu rasa al suolo dal terremoto del 1968, e che vogliono condurci verso le riflessioni dell’artista nei confronti di una società contemporanea che sta perdendo il contatto con la natura generatrice. Del resto, fu Joseph Beuys stesso a ideare l’opera In difesa della natura (1984) dove a Bolognano, in provincia di Pescara, piantò un albero in quelle campagne, e a seguire tenne una serie di lezioni sul valore sociale ed antropologico dell’ecosistema naturale.
Se lo sguardo fotografico è capace di posarsi sull’aspetto documentario della natura, il medium pittorico, invece, ha possibilità concepirla come uno stimolo creativo: fu proprio l’artista Kazimir Malevič, nel testo Il mondo della non oggettività (1927), ad affermare che non bisogna imitare la natura; serve, invece, simularne il comportamento affinché l’artista possa diventare un produttore di visioni e forme creative inedite e supreme. Questo tipo di approccio è esemplare nelle opere della pittrice Alessandra Giovannoni (Roma, 1954), di cui v’è in mostra il Parco dei daini (1999), un trittico dallo schermo visivo aerato da pennellate ben strutturate volte a raffigurare un momento di vita contemporanea presso Villa Borghese. L’immagine si compone di una formula pittorica abbreviata, basata su elementi imbevuti di una luce crepuscolare, cosicché i personaggi, di cui si trova la sola evocazione, tendono ad essere tangibili grazie a bagni cromatici che si dileguano nel paesaggio naturale.

Alessandra Giovannoni, Parco dei daini, olio su compensato, 1999, Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese

Volendo proseguire lungo l’itinerario della mostra giova citare l’opera Il vento (ante 1909) di Ettore Tito (1859 – 1951), proveniente dai depositi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. È proprio in questa tavola che prende forma l’elemento naturale del vento, impalpabile e raramente udibile dall’uomo, qui impersonato nel viso di una fanciulla i cui occhi, dal diverso colore, sembrano raccontare i flutti del flusso atmosferico.

Ettore Tito, Il vento, ante 1909, olio su compensato, Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese

Come già accennato, la mostra Back to Nature si snoda lungo un percorso espositivo all’aperto, sviluppato nel verde del Parco dei Daini e nell’area di Piazza di Siena, è lo stesso curatore Costantino D’Orazio a far notare come “le opere hanno un dialogo costante con lo spazio del parco e sono tutte caratterizzate da uno sviluppo ascendente, da intendere forse come segnale di buono auspicio dopo questo periodo di apnea causato dalla chiusura forzata dei luoghi di cultura”.
Secondo questo tracciato tematico, che mira ad un cielo limpido ricco di buoni auspici, l’intervento site specific intitolato Migrante (2021) dell’artista Pietro Ruffo (Roma, 1978) nasce come se fosse un gesto disegnativo nell’aria. L’opera è composta da una sagoma di ferro, spessa due centimetri, alta cinque metri, allestita all’interno della Fontana del Sileno, che disegna il profilo di un migrante con le mani giunte verso un indefinito alto. Una sorta di omaggio al viaggio migratorio di Enea, come simbolo dell’eroe fondatore dell’antico Lazio, ma anche un riferimento all’attuale situazione geopolitica ed ai flussi migratori che la caratterizzano.

Pietro Ruffo, Migrante, 2021, Back to Nature 2021, Villa Borghese, Roma

Ascendente verso il cielo è anche l’opera di Leandro Erlich (Buenos Aires, 1973), intitolata Window & Ladder – Città Eterna (2021), in cui una scala e la porzione di una finestra incorniciano metaforicamente e visivamente la statua di Cerere nell’incantevole prospettiva dell’emiciclo del Parco dei Daini. L’intenzione dell’artista, con diversi messaggi interpretativi, intende spingere la fisicità e la spazialità verso risultati sorprendenti, quali quello del rapporto tra l’umano e l’artificiale, così come del guardare altrove verso nuove realtà. L’opera potrebbe considerarsi come una metafora di vita, che invita l’uomo ad andare oltre la propria individualità, la cui finestra potrebbe essere simbolicamente una sua figurazione.

Leandro Erlich, Window and Ladder, 2021, Back to Nature 2021, Villa Borghese, Roma

Anche l’artista Marinella Senatore (Cava de’ Tirreni, 1977) affronta in maniera inedita la questione relativa al rapporto con la collettività, concentrando la sua produzione sulle performances partecipative, volte a sollecitare il corpo dello spettatore e lo spazio circostante. L’opera Assembly (2021), pensata appositamente per il Parco dei Daini, è composta da una luminaria che riporta motivi geometrici desunti dalla storia dell’architettura, mentre sulla parte superiore è inscritta una frase tratta da Samuel Beckett, Dance first. Think later. It’s the natural order. La luminaria, infatti, sinonimo di festività, è tutt’oggi utilizzata in occasione di ricorrenze laiche e religiose, attorno ad essa si svolgono rituali collettivi e così l’opera si pone nel suo aspetto tautologico: un invito alla partecipazione, poiché la pedana su cui è sistemata risulta fruibile a tutti i visitatori del Parco.

Marzia Migliora, Staccando l’ombra da terra #1 e #2, 2021, Back to Nature 2021, Villa Borghese, Roma

La partecipazione attiva dello spettatore è altrettanto possibile, anzi auspicabile, nella creazione di Marzia Migliora (Alessandria, 1972), intitolata Staccando l’ombra da terra #1 e #2 (2021), un site specific dalla forte valenza poetica. L’opera è frutto di un progetto che l’artista ha in cura, in collaborazione con un gruppo di donne recluse, nel carcere di Rebibbia, dove tra l’altro si trova una seconda versione. L’altalena è l’esito progettuale di un complesso sistema di tubi che si attivano nel momento in cui qualcuno si dondola: in questo modo l’aria che entra nelle canne-organo genera un’emissione sonora simile a delle corde vocali, dando così spazio al visitatore di riflettere sul tema della libertà e della sua privazione. La summa della mostra si evidenzia nelle parole del poeta latino Lucrezio, il quale, Nella natura delle cose, afferma, fra l’altro che “gli elementi primordiali delle cose, da cui la natura crea tutti i corpi, li accresce e li nutre, e nei quali torna a dissolversi una volta distrutti.”[1] Dunque, l’aspetto più significativo di tutte le opere esposte nel progetto è la sorprendente immagine di un ciclo naturale che non si conclude mai, ma che periodicamente si distrugge e si autogenera, in cui l’arte, supportata e stimolata dall’elemento naturale, è produttrice instancabile di formidabili forme estetiche.

[1] Lucrezio, La natura delle cose, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1999, p. 75

 

Back to Nature. Arte Contemporanea a Villa Borghese
a cura di Costantino D’Orazio

12 maggio – 25 luglio 2021

Parco dei Daini, Villa Borghese, Roma

Ingresso libero

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Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea
a cura di Antonia Arconti, Ileana Pansino e Daniela Vasta

12 maggio – 19 settembre 2021

Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese
Via Fiorello La Guardia 6, Roma

Ingresso gratuito

Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.museocarlobilotti.it
www.museiincomuneroma.it
www.mostrabacktonature.it

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