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BOLOGNA | SEDI VARIE | DAL 30 GENNAIO 2024

Dall’1 al 4 febbraio 2024 torna, per la dodicesima edizione, ART CITY Bologna, il programma di mostre, eventi e iniziative, a cura di Lorenzo Balbi, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere, in occasione di Arte Fiera, quest’anno giunta alla sua cinquantesima edizione.
Ed è proprio per celebrare questo storico traguardo che ART CITY Bologna ha scelto di omaggiare l’artista moderno più importante nato e vissuto nella città felsinea, Giorgio Morandi (1890 – 1964), nel 60° anniversario della morte, proponendo un programma a lui ispirato.

Cinque special project esplorano e reinterpretano il lavoro del Maestro attraverso differenti linguaggi del contemporaneo: Virgilio Sieni per la performance, Joel Meyerowitz e Mary Ellen Bartley per la fotografia, Tacita Dean per la video arte, Mark Vernon per il suono. Ad affiancare i cinque special project, il focus espositivo Morandi metafisico. Tre disegni, Una storia a Casa Morandi.
Oggi vi proponiamo un focus di riepilogo su questi cinque progetti speciali:

 

MORANDI’S OBJECTS. LE FOTOGRAFIE DI JOEL MEYEROWITZ
Mostra fotografica a cura di Giusi Vecchi
promossa da Museo Morandi

30 gennaio – 25 febbraio 2024

Collezioni Comunali d’Arte – Palazzo d’Accursio
Piazza Maggiore 6, Bologna

Info: http://www.museibologna.it/

Allestita nelle sale 23 e 24 delle Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio, la mostra Morandi’s Objects. Le fotografie di Joel Meyerowitz, a cura di Giusi Vecchi, introduce all’universo oggettuale di Giorgio Morandi attraverso lo sguardo di Joel Meyerowitz, presentando una selezione di 17 scatti dal nucleo complessivo di 23 opere che il celebre fotografo statunitense ha generosamente donato al Museo Morandi nel 2015 e nel 2024.
A completamento di un progetto avviato nel 2013 nella casa di Paul Cézanne ad Aix-en-Provence, nella primavera del 2015 Joel Meyerowitz ha avuto accesso alla stanza-studio di Casa Morandi, in via Fondazza 36 a Bologna, in cui sono conservati gli oggetti che il pittore disponeva sui suoi tavoli e contemplava a lungo prima di riprodurli nelle sue nature morte. Scopo del lavoro è stato quello di fornire un catalogo degli oggetti che questi pittori hanno usato nel corso della loro vita, mostrando agli studiosi e agli altri spettatori interessati le forme, per lo più umili e basiche, da cui i due grandi artisti hanno tratto ispirazione.
Attraverso più di 700 scatti, utilizzando esclusivamente la luce naturale, Meyerowitz ha compiuto una profonda ricognizione tassonomica di tutti gli oggetti conservati nella piccola stanza dove Morandi ha vissuto e lavorato: fra vasi, ciotole, bottiglie, pigmenti colorati, brocche, fiori secchi, conchiglie, imbuti, annaffiatoi, pigmenti e altri oggetti polverosi e invecchiati sulla stessa carta che l’artista ha lasciato sul muro, ormai fragile e ingiallita dall’età.
Come assumendo la stessa postura del maestro bolognese, il fotografo spiega: “Mi sono seduto al tavolo di Giorgio Morandi esattamente nello stesso posto in cui lui si è seduto per più di 40 anni. La stessa inclinazione della luce brillava su quel tavolo per me come allora per lui. L’ho guardata crescere e irradiarsi poco alla volta per due giorni nella primavera del 2015. Ad uno ad uno, sono passati tra le mie mani più di 260 oggetti che lui aveva raccolto. La polvere di cui sono ricoperti è parte integrante di quel mistero che Morandi ci ha tramandato intatto. Come in un nuovo carosello, gli oggetti sono tornati a sfilare sul tavolo. Mi chiedo: qual’è il segreto di questi oggetti che hanno tenuto Morandi sotto il loro potere per tutta la sua vita?”.
Veri e propri ritratti, questi still life fotografici, confluiti nel prezioso volume Morandi’s Objects pubblicato da Damiani nel 2015, esplicitano la potenza espressiva di ogni singolo oggetto, svelandone le sottili caratteristiche, l’assoluta singolarità e il magnetismo che Morandi per primo aveva sperimentato nel dipingerli sulla tela.
Nel 2015 Meyerowitz aveva già voluto omaggiare il Museo Morandi donando un’opera di questo ciclo (Morandi’s Objects, trittico, “Flag”), a cui recentemente ha aggiunto altre 22 fotografie della stessa serie.

Joel Meyerowitz, Morandi’s Object, Triptych One, 2015

Orari di apertura ART CITY Bologna:
giovedì 1 febbraio h 14-19
venerdì 2 febbraio h 10-19
sabato 3 febbraio h 10-22
domenica 4 febbraio h 10-18.30

Orari di apertura ordinari:
martedì e giovedì h 14-19
mercoledì e venerdì h 10-19
sabato, domenica e festivi h 10-18.30


MARY ELLEN BARTLEY: MORANDI’S BOOKS
Mostra fotografica a cura di Alessia Masi
promossa da Museo Morandi

31 gennaio – 7 luglio 2024
opening martedì 30 gennaio h 17.00

Museo Morandi
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna

Info: http://www.mambo-bologna.org/museomorandi/

La mostra della fotografa americana Mary Ellen Bartley si inserisce nel solco di una pratica collaudata dal Museo Morandi ormai da anni: creare relazioni tra l’opera degli artisti contemporanei e quella di Giorgio Morandi, al fine di gettare nuova luce sulla reale portata culturale del suo lavoro e riaffermare il suo ruolo di primo piano nell’immaginario culturale globale, nonché la sua influenza sulla cultura visiva internazionale.

Dopo aver visitato lo studio e la casa di Morandi nel 2020, Bartley ha realizzato un lavoro poetico basato su fotografie di sue personali composizioni composte con i libri appartenuti a Morandi e oggi esposti nella dimora di via Fondazza. I libri su Corot, Ingres, Piero della Francesca, Rembrandt, Cézanne, ossia i Maestri del Maestro bolognese, sono diventati i muti interlocutori delle “nature morte” della fotografa, convivendo, talvolta, al fianco di oggetti e scatole di latta sottratti alla polvere dello studio di Morandi e pronti a riprendere vita e a ritrovare uno spazio, quello della foto, che restituisce loro una misurata dignità estetica oltre che una valenza formale.

Nel suo approccio metodologico, Bartley ha cercato di rispettare tutti quegli aspetti come la luce, i colori e la geometria, tanto cari a Morandi, arrivando a trasmettere quei valori di semplicità, silenzio, pace, ordine, meditazione e riflessione a cui la nostra società dovrebbe prestare maggiore attenzione. Giorgio Morandi e Mary Ellen Bartley, due artisti distanti nel tempo e nell’utilizzo del mezzo espressivo, ma uniti dalla ricerca dell’essenza e dall’attenzione per le semplici cose.

Mary Ellen Bartley, Large White Bottle and Shadow, 2022

Orari di apertura ART CITY Bologna:
giovedì 1, venerdì 2 e domenica 4 febbraio h 10-20
sabato 3 febbraio h 10-23

Orari di apertura ordinari:
martedì e mercoledì h 14-19
giovedì h 14-20
venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19


VIRGILIO SIENI. ELEGIA LUMINOSA
Performance a cura di Lorenzo Balbi
promossa in collaborazione con Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione Teatro Comunale di Bologna.
Interpreti Silvia Brazzale, Giulia Di Guardo, Lucrezia Gabrieli, Katia Pagni e Delfina Stella, Valentina Squarzoni. Musica (live) ASCARI. Con la partecipazione di studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna: Irene Baita, Emanuela Cannata, Michela Carrano, Federica D’allesandro, Chiara Ferri, William Fuolega, Chiara Gentili, Emma Gosparo, Diana Maglio, Valentina Mangano, Christabel Nwalor, Naida Petrini, Giorgia Polverini, Jacopo Risaliti, Anna Rolfi, Serena Ugolini, Angelica Ursoleo, Paolo Vanin


1 – 4 febbraio 2024

Teatro Comunale di Bologna
Largo Respighi, 1, Bologna

Per partecipare a Atelier Morandi – Palestra Auratica è necessario compilare il modulo sul sito https://virgiliosieni.wufoo.com/forms/open-call-atelier-morandi-palestra-auratica.

I biglietti per la performance si potranno prenotare su TicketSms o scaricando l’app sul cellulare a partire dal 29 gennaio fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Elegia Luminosa è una nuova produzione di Virgilio Sieni, danzatore e coreografo italiano, attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei.
Incentrato sull’opera di Giorgio Morandi, in occasione del 60° anno dalla scomparsa, il progetto indaga la relazione tra l’artista e i suoi oggetti e sulla possibilità di leggere la fase di composizione come un processo coreografico e performativo: un cammino della materia vivente verso il gesto. Una materia che si muove verso di noi, un incontro tra attanti, tra ciò che indica l’origine dell’azione, sia umano che non-umano.
Le opere di Morandi, così come gli oggetti da lui usati per comporre le sue opere, ci narrano una relazione vitale ed entusiasmante che si può ricondurre all’idea di corpo luce, quello che Jacques Derrida indica come l’intimità tra essere e seguire: essere sempre pronti a rispondere a una chiamata da qualcosa. Quello che si intende seguire, osservando le nature morte e le vedute di Morandi, è uno sguardo politico sulla postura emozionale che nasce dal dialogo con le cose intese come soggetti che ci determinano, aprendo domande sulla natura, sulla geografia e sull’archeologia dell’azione. La riflessione è su una politica dell’agire umano e della forza rivoluzionaria e indipendente delle cose. Nella performance sono le cose di Morandi, gli oggetti che sono serviti per comporre le sue opere, che determineranno le declinazioni del gesto con le forme della lentezza, dell’incrinatura, dello sguardo sull’altro, del passaggio di luce: atlante di pratiche rivolto al mondo presente. Un adagissimo che accoglie la visione di corpi tenuamente vicini alle cose e agli oggetti appartenuti a Morandi; come nella serie delle Bagnanti in Cézanne, sia nella trasfigurazione di luce che forma i corpi che come inno di gesti forgiati da incrinature e attese che sempre si generano in un tempo inappropriabile.
Il progetto comprende anche Atelier Morandi – Palestra Auratica, un ciclo di lezioni sul gesto condotte da Virgilio Sieni rivolte a cittadine e cittadini di tutte le età e a studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Forme di trasmissione che si svolgono contemporaneamente alla performance e con essa tendono a elaborare uno spazio comune di riflessione sull’origine del gesto e la vicinanza alle cose. L’atto meditativo, lo scorrere quotidiano davanti e con le cose diviene lo stimolo per originare una sequenza di gesti condivisi. Alcune opere di Morandi serviranno da guida per riflettere e praticare le origini del gesto.

Virgilio Sieni, Elegia Luminosa

Orari:
giovedì 1 febbraio h 18 / 19.30
venerdì 2 febbraio h 18 / 19.30 / 21
sabato 3 febbraio h 16.30 / 18 / 19.30 / 21
domenica 4 febbraio h 14 / 15.30 / 17

DURATA PERFORMANCE: 30 minuti circa


TACITA DEAN. STILL LIFE. THE STUDIO OF GIORGIO MORANDI
a cura di Lorenzo Balbi e Alessia Masi, in collaborazione con spazio PIETRO di Simone Gheduzzi
promosso da Museo Morandi in collaborazione con Marian Goodman Gallery

1 – 4 febbraio 2024

Palazzo Tanari
Via Galliera 20, Bologna

Nel 2009 Tacita Dean, una delle protagoniste più influenti della scena artistica contemporanea, ha realizzato due film su pellicola 16mm all’interno dell’appartamento di Bologna in cui Giorgio Morandi visse e lavorò per gran parte della propria vita, oggi Casa Morandi, in particolare negli ambienti dello studio.
Uno di questi, Still Life, viene proiettato all’interno dello spazio PIETRO a Palazzo Tanari. Nel film, girato in bianco e nero, appaiono linee che si intersecano fitte sui fogli di lavoro dell’artista, che tracciava a matita le esatte posizioni degli oggetti che avrebbe dipinto. Morandi studiava minuziosamente le possibili variazioni della composizione, annotandole con segni e lettere sui grandi fogli di carta che avvolgevano il suo tavolo di lavoro: i contorni si sovrappongono e incrociano dando vita a un disegno complessivo tanto straordinario quanto involontario. Attraverso tali tracce, trascurate e dimenticate, Tacita Dean racconta l’opera di Morandi, ricostruendone la costanza e il rigore delle fasi preparatorie. Il film è, infatti, caratterizzato da uno sguardo minuziosamente attento al dettaglio, una speciale qualità della luce e un tempo lento, fatto di lunghe pause, che rivelano di ogni oggetto, di ogni linea, un’essenza che né la pittura né la fotografia riuscirebbero a catturare allo stesso modo. L’artista britannica ci introduce all’interno di universi densi di tempo e spazio che trattengono la verità del momento, simili a nature morte, seppure in movimento.

Tacita Dean, “Still Life”, 2009 (film still). 16mm color film, silent (5’30”). Courtesy of the artist and Marian Goodman Gallery and Fritz Street Gallery

Orari:
giovedì 1 febbraio h 16-20
venerdì 2 febbraio h 10-20
sabato 3 febbraio h 10-22
domenica 4 febbraio h 10-20


MARK VERNON. SATURNINE ORBIT
Un progetto a cura di Xing in collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e NEU Radio

3 – 4 febbraio 2024

Fienili del Campiaro – Casa Museo Giorgio Morandi, SP24, 115, Grizzana Morandi

Info: https://www.xing.it/event/519/saturnine_orbit

Il progetto Saturnine Orbit si compone di un’installazione sonora e un live, appositamente commissionati a Mark Vernon nella Casa Museo Giorgio Morandi e negli spazi dei Fienili del Campiaro, luoghi privilegiati del pittore bolognese durante i periodi di villeggiatura nell’appennino bolognese a Grizzana Morandi.
L’artista crea un collage lineare istantaneo di suoni con una propria narrativa. Il nastro funge da diario sonoro cronologico e sarà annotato verbalmente con il luogo, l’ora del giorno e le condizioni meteorologiche, coordinate che potrebbero essere state importanti anche per Giorgio Morandi in quanto pittore.
Accanto ai field recordings raccolti in loco durante la residenza produttiva, Vernon impiegherà gli oggetti morandiani come strumenti sonori, utilizzando lo spazio interno di bottiglie, brocche e vasi nello studio di Casa Morandi come piccole camere di risonanza, mentre le registrazioni ambientali della campagna circostante verranno riprodotte dall’interno di questi oggetti con minuscoli altoparlanti e microfoni. Attraverso questo processo l’esterno diventa l’interno: il mondo in una bottiglia. Oltre alle registrazioni digitali, Vernon utilizzerà un registratore portatile a bobina, una tecnologia databile all’epoca in cui Morandi viveva. Saranno inclusi anche estratti dall’unica registrazione esistente della voce dell’artista bolognese. Tutto il materiale così raccolto e ricomposto sarà presentato in un’installazione sonora dal tono compositivo più astratto, e in una esecuzione live che conterrà elementi più visivo/performativi focalizzandosi sulla manipolazione di oggetti e le interazioni tra microfoni, altoparlanti, registratori e loop su nastro.
Durante ART CITY Bologna, su NEU Radio verrà trasmessa una serie quotidiana di estratti sonori della creazione in corso d’opera; la sound performance dal vivo nei Fienili andrà in onda anche in diretta.

Mark Vernon, Saturnine Orbit

Orari:
sabato 3 e domenica 4 febbraio h 11-18 (installazione sonora)
domenica 4 febbraio h 16 (live)

Negli orari di apertura dei giorni ART CITY Bologna è garantito il servizio di mediazione culturale curato dal Dipartimento educativo MAMbo. 

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