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BOLOGNA | Cubo, Centro Unipol Bologna – Spazio Arte | Fino al 19 gennaio 2019

di ISABELLA FALBO

La bellezza non manca mai come non dovrebbe mai mancare nell’arte: nella mostra, Luoghi familiari, personale della fotografa Anna Di Prospero (Roma, 1987), a cura di MLB Maria Livia Brunelli con un testo critico di Antonio Grulli, opere delle serie fotografiche dedicate all’architettura urbana (Urban Self- portrait, 2010 – / ); degli affetti e legami famigliari (Self –portrait with my family and friends, 2011); e della serie Marseille, 2014, realizzata durante la residenza d’artista presso l’associazione culturale Le Percolateur.

Anna Di Prospero, Self-portrait with my father, 2011

Sono tutti autoritratti in cui quasi mai appare il volto dell’artista, poiché Anna Di Prospero utilizza se stessa, la sua figura femminile non in una declinazione soggettiva ma plurale, in un viaggio comunque personale verso la conoscenza e la comprensione dei rapporti famigliari e affettivi e dello spazio sociale. Il suo approccio è performativo: per l’artista è importantissimo esprimersi con il corpo. Davanti alla macchina fotografica, per ogni scatto, Anna Di Prospero dà luogo a una piccola performance in cui i gesti sono preparati dei minimi particolari, dove crea sinergie con le architetture del luogo o con altre persone. Sono tutti autoscatti, in cui il tempo del timer scandisce il tempo dell’azione, cristallizzato nell’acme della sua intensità emotiva.

Anna Di Prospero. Self-portrait with my mother, 2011

Immagini evocative, empatiche, surreali a volte. Nella serie degli affetti, forse la più famosa dell’artista, Anna Di Prospero analizza i rapporti famigliari rappresentandone il valore, ne indaga i legami. Tra le opere in mostra di questa serie anche l’iconica e ormai celebre Self-portrait with my mother, 2011, e Self-portrait with my father, 2011, dove il ruolo che dovrebbe avere un buon padre per la figlia appare con una forza commovente.

Anna Di Prospero, Untitled (Vodafone Building – Porto, Portugal), 2015

Nelle opere della serie Urban Self-portrait Anna Di Prospero studia – in un progetto durato cinque anni – le più importanti architetture contemporanee d’Europa e degli Stati Uniti, entra in connessione e ne interpreta lo spirito, dando luogo a performanti corrispondenze armoniche fra esse e il proprio corpo: dalla Jubilee Church a Roma (2012) in cui l’angolo del gomito sinistro dialoga con la parte modulare dell’edificio, mentre il braccio destro con la rotonda totalità dell’architettura; al Vodafone Building a Porto (2015) dove l’intero corpo dell’artista si relaziona e traduce l’intero corpo dell’edificio, in una relazione di contiguità dove le traiettorie geometriche dell’architettura sono restituite nella posizione arcuata e capovolta in cui bio-angolature riflettono il senso del movimento e la sfida alla forza di gravità. Ed ancora, fra le altre,The Vanke Pavillion all’ Expo di Milano (2015), il Den Blà Planet a Copenhagen, The Guggenheim Museum di Bilbao (2011).

Anna Di Prospero, Marseille #9, 2014

Le opere del progetto Marseille, 2014 – in cui Anna Di Prospero racconta la città da un punto di vista delle architetture contemporanee – appaiono totalmente stranianti, l’equilibrio formale cede il posto a prospettive ribaltate e a riflessi, precorrendo la via che porterà alla trascendenza di progetti come il sublime Reverie, 2017.

Anna Di Prospero, Transcendence #16, 2017

La mostra si rivela come una preziosa occasione per vedere un nucleo centrale di opere di questa giovane fotografa, “raffinata poetessa dell’immagine” tanto apprezzata e richiesta.

 

LUOGHI FAMILIARI
Fotografie di Anna Di Prospero
con testo critico di Antonio Grulli

18 ottobre 2018 – 19 gennaio 2019

CUBO – Centro Unipol BOlogna
Spazio Arte

P.zza Vieira de Mello, 5 – Bologna

Info: www.cubounipol.it

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