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RIMINI | ZAMAGNI GALLERIA D’ARTE | 8 MAGGIO – 12 GIUGNO 2021

Intervista ad ALESSANDRO GIAMPAOLI di Milena Becci

Inauguratasi l’8 maggio presso la Galleria Zamagni di Rimini, la personale di Alessandro Giampaoli presenta numerose opere inedite realizzate tra il 2020 e il 2021 che svelano la sua vocazione pittorica affiancata a quella fotografica. Si entra nelle viscere della natura, in maniera delicata ma allo stesso tempo potente, per una necessità che è intrinseca. La vegetazione colorata si muove sulla tela mostrando tutte le sue capacità generatrici, in una composizione equilibrata e variopinta. Non esiste stasi e il pensiero umano accompagna i movimenti del pennello. Anche la fotografia, che per molti anni ha accompagnato la produzione di Giampaoli, è presente e si lega alla pittura per palesare realtà ed emozioni. Ciò che l’occhio vede entra in connessione con ciò che il cuore sente, senza conflitti di sorta, in paesaggi che sembrano ripercorrere la storia dell’arte. Ho rivolto alcune domande ad Alessandro Giampaoli affinché, insieme, riusciamo ad entrare più profondamente nel suo lavoro.

Alessandro Giampaoli, I Giardini di Adone, 2021, olio su tela, 120×100 cm

Natura naturans è il titolo della tua ultima personale presso la Galleria Zamagni di Rimini. L’espressione latina venne utilizzata dal filosofo olandese Baruch Spinoza per rendere la continua attività generatrice della natura. Come questo pensiero si lega al tuo lavoro?
Il mio lavoro si inserisce proprio in quel flusso perpetuo che è la Natura: dalla sua forza generatrice nasce e della stessa si nutre. La poetica della ciclicità e dell’eterno ritorno è presente in tutte le mie opere. Sono emblematici la serie Kyklos ed il video Symbolum. Da quel flusso continuo ma anche imprevedibile mi lascio trasportare nel momento della creazione, così in queste ultime opere la pittura diventa materia viva, germinale, percorrendo la superficie della tela come piante in cerca di luce.

Alessandro Giampaoli, Natura naturans, installation view, Galleria Zamagni, Rimini

In questa tua ultimissima serie di opere hai riscoperto la vocazione pittorica che ti accompagna sin dagli anni della formazione. È corretto parlare di riscoperta? Cosa è stato per te? Quanto la pittura è stata presente negli anni, nonostante la predilezione del mezzo fotografico?
La mia ricerca è cominciata con il disegno e la pittura, successivamente ho iniziato a sperimentare nuove forme espressive utilizzando la fotografia che per tanti anni ha assecondato le mie esigenze progettuali. Premesso che in arte non amo le definizioni e i confini tra linguaggi e alimento la convinzione che un artista debba utilizzare ogni mezzo che ha a disposizione per esprimere contenuti, mi sono sempre sentito un pittore e ho continuato a pensare come tale.
Più che di riscoperta parlerei di urgenza: in questo particolare momento storico sentivo la necessità di riaffermare il gesto artistico attraverso il linguaggio più antico e per me più diretto. La pittura fa parte della natura umana, è una forma espressiva arcaica, in grado di superare le barriere temporali, fedele al moto interiore che la genera. In questo senso è forse la forma d’arte più “vera”.
È stato come un confortante ritorno a casa dopo un lungo viaggio e, allo stesso tempo, un atto politico ed esistenziale, una forma di resistenza alla disumanizzazione e al disfacimento culturale, una rivendicazione di appartenenza, a livello linguistico e di contenuti.

Alessandro Giampaoli, Natura naturans, installation view, Galleria Zamagni, Rimini

Pensieri sparsi alle radici degli alberi è una serie di stampe alla gelatina d’argento in cui sei intervenuto con la pittura. Valerio Dehò, curatore della mostra, nel suo testo critico ha parlato di elemento emozionale che si affianca alla ricerca di realtà insita nel mezzo fotografico. Quanto è importante per te comunicare questo attraverso l’arte, senza fuggire dal dato reale?
La fotografia nasce come strumento di riproduzione della realtà. Di fatto registra un dato reale, un preciso frammento spazio-temporale. Quindi ciò che è fotografato esiste. Allo stesso tempo si piega ad uno sguardo soggettivo, può essere manipolata, scomposta e ricomposta. Questo è ciò che più mi interessa della fotografia: utilizzare uno strumento che registra un dato esistente per reinventare la realtà. Metterla al servizio dell’arte in qualche modo legittima l’immaginazione, la rende tangibile. Con la fotografia posso affermare che ciò che ho immaginato è reale e renderlo fruibile con l’immediatezza che contraddistingue questo linguaggio.
L’elemento emozionale è per me fondamentale e nulla lo veicola meglio del gesto pittorico. Quest’ultimo inoltre sottrae all’immagine quel residuo di meccanicità insito nel mezzo fotografico.

Alessandro Giampaoli, Pensieri sparsi alle radici degli alberi, 2020, stampa alla gelatina d’argento, viraggio, tecnica mista, 20×30 cm

Molte sono le sfaccettature presenti nel tuo lavoro che mostra un ampio universo culturale e molti richiami alla storia dell’arte che rielabori attraverso i simboli della natura. Quali sono i tuoi modelli pittorici e poetici?
Sono sempre stato culturalmente onnivoro: mi sono alimentato di arte, letteratura, musica, danza, cinema, teatro, cercando di assorbire il più possibile, rimuovendo dati e dettagli per non essere troppo condizionato dalla forma e conservando il tessuto emotivo che ogni esperienza mi ha cucito addosso. Quell’humus è diventato il mio codice espressivo.
Le suggestioni sono talmente tante, dalla classicità alla contemporaneità, che fare dei nomi sarebbe riduttivo.

Alessandro Giampaoli, Nettare vermiglio, 2021, olio su tela, 90×70 cm


NATURA NATURANS
. ALESSANDRO GIAMPAOLI
a cura di c

8 maggio – 12 giugno 2021

Zamagni Galleria d’Arte
Via Dante Alighieri 29/31, Rimini

Info: +39 335 7016352
www.zamagniarte.it

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