MILANO | Dep Art | 12 ottobre – 17 dicembre 2016
Intervista ad ALBERTO BIASI di Matteo Galbiati
Su Espoarte #94, in occasione della mostra al Palazzo Pretorio di Cittadella (PD) – conclusasi il 6 novembre – e la mostra Light Visions. Visioni leggere, visioni di luce presso la galleria Dep Art di Milano, avevamo intervistato per un breve talk, l’artista Alberto Biasi (1937), artista di importante valore che, tra i fondatori del Gruppo N (1960-65), conduce da oltre cinquant’anni una rigorosa e attenta ricerca nell’ambito ottico-cinetico, fondando il suo linguaggio su una stretta correlazione con lo spettatore-fruitore. Oggi è uno dei maggiori interpreti dell’arte contemporanea italiana.
Tra Milano e Padova due mostre presentano la sua storia artistica: quale visione ha nel complesso lo spettatore? Cosa può trovare nelle due esposizioni?
In realtà sono mostre che affrontano problematiche, temi e anche tempi diversi. La mostra di Palazzo Pretorio a Cittadella, promossa dalla Fondazione Palazzo Pretorio e curata da Guido Bartorelli in collaborazione con il Dipartimento dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Padova, è dedicata alla ricerca sugli Ambienti, opere realizzate a partire dagli Anni ‘60 e praticamente interrotte dopo il ’70, quando mi resi conto delle difficoltà logistiche ed economiche a presentarle e dell’impossibilità a conservarle o collocarle. Gli Ambienti sono realizzazioni in cui il fruitore s’immerge totalmente e diventa protagonista di un avvenimento che vive con la sua presenza.
La mostra da DepArt a Milano si aggiunge invece alle numerose personali che da oltre cinquant’anni vengono dedicate alla mia multiforme attività artistica. È promossa da un giovane che, appassionato dei miei lavori, pazientemente ha cercato e raccolto opere dei vari periodi ed ora li espone e li pubblica.
Sostanzialmente sono due mostre diverse: in quella padovana lo spettatore trova una sequenza di ambienti presentata nella sua interezza in un’unica sede, nella mostra milanese invece alcune Trame del 1959 intervallate da Torsioni e Politipi degli anni ’60 e ’70. Trova inoltre una consistente raccolta di opere appartenenti al ciclo dei Rilievi ottico-dinamici. Tutte opere il cui dinamismo è frutto dell’attività ottico immaginativa del fruitore.
Quali concetti e contenuti hanno attraversato la sua ricerca che prosegue con coerenza da oltre cinquant’anni?
Alcuni dicono che io, come artista, abbia avuto più di una vita, forse tre: la prima da “singolo”, un po’ neodada, quando giovanissimo mi dilettavo con le carte forate durante il lavoro di bigattino (curavo gli allevamenti del baco da seta), la seconda da “anonimo” durante il periodo del Gruppo N e del Gruppo Enne ’65 e la terza, da circa quarant’anni, da “solista”.
Dicono anche che, malgrado le tre vite, la mia ricerca si sia mantenuta sempre coerente, anche quando mi divertivo a disorientare gli schemi della critica d’arte facendo, come raccontò Marco Meneguzzo, la “mossa del cavallo”. Forse è vero, anche se altri sostengono con ugual forza la poliedricità della mia ricerca. Queste due mostre, in effetti, avvalorano anche in me quest’ultima tesi.
Il tratto comune di tutte le sue opere?
Emanano un’energia che provoca un processo di attivazione dei sensi, una partecipazione attiva al formarsi e disfarsi delle forme e un coinvolgimento creativo al loro esistere alle loro mutazioni, per cui opere che sono oggetti statici diventano improvvisamente dinamici e vivono con chi vede.
Dove si spinge, in quali orizzonti si muove lo sguardo di Alberto Biasi oggi?
Per il momento non mi spingo oltre gli orizzonti raggiunti. Vi dirò di più… dopo l’intervento alla cataratta!
Nella mostra presso Dep Art si ripercorrono le tappe salienti e indicative del suo percorso, quali scelte avete privilegiato e che arco cronologico comprendono?
Con il gallerista Antonio Addamiano lavoro dal 2006 e questa è la terza personale cui lavoriamo in collaborazione col mio Archivio, oltre al focus principale sui Rilievi ottico-dinamici e sulle Trame (i lavori preferiti dal gallerista, di cui ha editato il catalogo ragionato nel 2013), nel nuovo spazio della galleria lo sguardo si allarga e contempla anche Politipi e Torsioni. Così si ha una visione più completa di 50 anni di ricerca e lavoro.
Prossimi lavori e nuove opere? A cosa sta già lavorando?
Vorrei riposarmi! Che lavorino i giovani!
Alberto Biasi. Light Visions. Visioni leggere, visioni di luce
catalogo con testo di Francesca Pola
Dep Art
Via Comelico 12, Milano
12 ottobre – 17 dicembre 2016
Info:
Tel +39 02 36535620
art@depart.it
www.depart.it