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Stefano Monti da Roma

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Monti&Taft è attiva in differenti segmenti culturali e questo ci permette di affermare che gli effetti che l’emergenza ha generato sulla cultura non sono stati del tutto omogenei.
Sul versante interno, la condizione ha modificato poco la nostra quotidianità: con un team distribuito in varie zone d’Italia e d’Europa, il lavoro a distanza è da anni la nostra normalità.
Ciò che è cambiato è il rapporto con le organizzazioni e con le imprese culturali con le quali lavoriamo. In alcuni casi, l’emergenza ha portato a maturazione dei percorsi di “digitalizzazione” e di attitudine proattiva sui quali lavoravamo da tempo. In altri, invece, abbiamo dovuto far fronte ad un dilazionarsi di tutte le scadenze, soprattutto nei casi di diretta relazione con il settore pubblico.
In generale, curando gli aspetti più prettamente di management, ciò che ha maggiormente influito è sicuramente l’incremento del livello di incertezza, che ancora oggi continua a destabilizzare parte del sistema produttivo culturale e creativo.

Stiamo capendo che si può vivere con meno mobilità?
Stiamo forse capendo che è necessario vivere con una mobilità “migliore”. Per quanto avanzate potranno essere le nostre tecnologie, ci sono cose che non possono essere digitalizzate: già da qualche anno progetti come il Google Cultural Institute o Europeana rendono disponibili opere d’arte in modalità digitale, talvolta con risoluzioni tali da rendere visibili su tablet e pc dei dettagli che ad occhio nudo, in un museo, potrebbero anche sfuggire. Vedere un’opera d’arte dal vivo però è diverso. La chiave non è “sostituire” quanto piuttosto “integrare”.
Il grande riconoscimento dei servizi digitali può creare un modo nuovo di organizzare il nostro tempo. Se creiamo servizi idonei, possiamo scegliere per quali attività è necessario essere presenti fisicamente e per quali attività la nostra presenza fisica non apporta valore aggiunto.
Meno commuting time e più tempo libero per spostarsi verso musei, mostre, città d’arte o piccole realtà, sfruttando il lavoro digitale per permettere anche viaggi nei giorni feriali. Questo potrebbe migliorare di molto la vita delle persone e beneficiare anche i consumi per attività culturali e turistiche.

Quando tutto questo finirà: una cosa da fare e una da non fare mai più.
Una cosa da fare: proseguire l’azione economica e di governo con la medesima voglia di riscatto che gli italiani hanno mostrato all’inizio dell’emergenza. Entusiasmo, solidarietà, disciplina: sono questi i tratti che gli italiani, con loro stessa gran sorpresa, hanno mostrato di avere e che ci hanno permesso di limitare al minimo le conseguenze di un fenomeno nuovo, a cui né i cittadini, né i decisori pubblici, erano preparati.
Una cosa da non fare mai più: essere generici, approssimativi, “faciloni”. Abbiamo provato nella nostra condizione quotidiana e concreta il concetto di “responsabilità personale”. Riprendere a comportarci come se le nostre azioni non avessero effetti sulla nostra società non sarebbe irresponsabile, sarebbe stupido. Allo stesso modo, il dibattito pubblico dovrebbe dismettere la facile retorica generalista e iniziare ad entrare nel dettaglio delle questioni. Durante questo periodo ci siamo resi conto di quanti “parolieri” abbondino nei convegni e nei talk-show. L’esigenza di concretezza non deve essere perduta. Ritornare ad accontentarsi di un dibattito senza significato sarebbe cedere alla distrazione di massa. Essere leggeri è importante: per questo esiste l’entertainment. Affrontare tutto con leggerezza è un errore che non possiamo più permetterci.

Stefano Monti, partner Monti&Taft, insegna Management delle Organizzazioni Culturali alla London School of Economics. Con Monti&Taft è attivo in Italia e all’estero nelle attività di management, advisory, sviluppo e posizionamento strategico, creazione di business model, consulenza economica e finanziaria, analisi di impatti economici e creazione di network di investimento. Da più di un decennio fornisce competenze a regioni, province, comuni, sovrintendenze e ha partecipato a numerose commissioni parlamentari. Si occupa inoltre di mobilità, turismo, riqualificazione urbana attraverso la cultura. È autore e curatore di numerosi libri e frequente relatore di convegni. Il suo obiettivo è applicare logiche di investimento al comparto culturale. http://www.monti-taft.org/

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