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Antonella De Nisco da Reggio Emilia

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
L’artista è un ricercatore che costruisce ogni giorno un sottile percorso di aggiornamento di se stesso, anche attraverso l’abitudine creativa di cui si alimenta. Alle nostre conquiste personali lavoriamo a lungo, anni per realizzare lavori, giungere ad una intuizione e prepararsi a mostre ed eventi, ma ora in questa sospensione senza precedenti, abbiamo bisogno di nuove strategie di precisione che ci aiutino a superare le difficoltà di un mondo divenuto ancora più instabile. La mia ricerca si svolge fuori, all’aperto in luoghi urbani o naturali e può prevedere il coinvolgimento delle persone. In questo periodo di forzata sospensione, con attività soppresse o rimandate, “un bosco di ricordi”, come in un caleidoscopio fatto di intrecci, incontri, parole, emozioni mi circonda. In un tempo ritrovato ho ripreso a disegnare, non per progettare installazioni ma in una sorta di automatismo psichico, con penna nera e frammenti di tessuti (ripescati dagli archivi amati e mai dimenticati delle mie passioni giovanili).  Non potendo uscire, in attesa di poter ritornare a sentire e intrecciare lo spazio che mi circonda, ho ritessuto i miei ricordi, traducendoli in frammenti di boschi, cuori, fiori, fioretti e in un denso erbario cucito, scritto, disegnato e molto amato.

Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
Intrecci di casa / stoppie fuori stagione / legami / e legumi / torneremo sui fiumi / ad ascoltar le / rane / a riparare tane / ma ora ci tocca / un poco controvoglia / star sotto un tetto / ad aver cura inaspettata / di ciò che abbiamo in testa / e dentro il petto (Francesco Gelati).
Mentre in questo periodo mi nutro dei miei ricordi e continuo, come molti di noi, ad avere sete di cultura, penso che la nostra creatività sia legata anche alla nostra personale capacità di sopportare la solitudine. Riscopro questo tempo come una opportunità per riflettere su di me, ma anche sullo scenario che ci circonda, che necessita di soluzioni, non solo virtuali. Il contatto con le persone, la dimensione empatica è un fondamento del mio lavoro di artista e di docente e penso che questo spazio di sospensione ci possa servire a trovare nuove strategie per ripartire, “prendersi cura” di noi stessi e della natura in questa nostra casa comune che è la terra.  Ho molto lavorato sul concetto di ferite personali e ambientali e continuo a riflettere sulla necessità non solo di rinunciare, ma anche di imparare a “donare” proprio consumando e sfruttando di meno le nostre risorse, attraverso una “cultura della cura”. Il tempo presente ha bisogno di una educazione che sia la ricerca di una gioiosa connessione con l’energia della terra e dell’aria, per riconoscere finalmente la soglia di un altro universo fatto di reali collaborazioni tra donne, uomini e natura, storia e tradizioni del territorio.

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Lo spazio e le relazioni mi mancano molto perché la condizione domestica mi rende spesso spettatrice, anche se essere costretta a ridurre, realizzare sul tavolo le mie opere, mi ha riportato verso me stessa. Ora mi chiedo se saper stare soli con noi stessi possa aiutare anche gli altri? Se ci possa insegnare ad essere migliori?
Credo di poter affermare che esiste un intento sottilmente pedagogico, una componente educativa nel mio lavoro che ho teorizzato nella “Didattica dell’anima” (A. De Nisco, Quaderni 9, Ed. Cervi 2012). Le molte sperimentazioni realizzate negli anni sono degli esercizi, modi di intervenire negli spazi che nascono dalla teoria dell’arte clandestina (A. De Nisco/G.Teggi, Ed’A, Pescara,1996). In seguito, sono passata alla produzione effimera di tane, lunghe onde, ideali orizzonti tessuti, nuovi angoli visuali, riposatoi, spiatoi e cieli intrecciati con scarti della natura, materiali deperibili e di recupero, capaci di creare relazioni nei/fra i luoghi, riposo, sguardo, memoria e, credo, rispetto per il paesaggio. Oggi, in questo stato di “assenza” che stiamo vivendo ripenso alle mie lunghe e solitarie vacanze estive come ad un tesoro infantile di tempo e sogni, fatto di orti e di capanne, che ho costruito da bambina e che non ho mai dimenticato. In quei lunghi mesi ho imparato la calma, forse la tolleranza, la capacità di stare con me stessa, usando le mie passioni e l’immaginazione come via di fuga. A partire dal ricordo di questa mia personale e lontana esperienza, mi chiedo se la “mancanza” di oggi possa dar vita a nuove strategie di sviluppo, se saremo capaci di restare in ascolto e di  immaginare possibili cambiamenti.

Antonella De Nisco vive a Reggio Emilia. Laureata in Storia dell’Arte (Università di Parma), Diplomata in Pittura (Accademia di Belle Arti di Bologna), Alta Formazione in Didattica Laboratoriale (Università di Bologna). Artista e docente di storia dell’arte, affianca alle attività espositive collaborazioni in progetti, installazioni, eventi, lezioni e pubblicazioni. È autrice di articoli e ricerche sulla didattica dell’arte. Con l’architetto Giorgio Teggi ha teorizzato “Per un’arte clandestina”, continuando a praticarla nell’ideazione di progetti sperimentali e di ricerca artistica, insieme hanno fondato LAAI (Laboratorio di Arte Ambientale Itinerante) che interviene negli spazi della quotidianità attraverso installazioni territoriali a creare “luoghi di sosta” capaci di segnalare, creare riposo e riparo, indurre fruizioni simboliche e, dal 2014, curano Arte Fluviale presso il LidoPO di Guastalla (RE). Da molti anni collabora con scuole, comuni, musei, teatri, intervenendo con mostre e installazioni site-specific nei luoghi naturali, giardini, parchi aree urbane e museali o di margine. Ultimo progetto realizzato: What a Wonderful World. Ornamento / LAAI, Installazione urbana, Reggio Emilia, fino all’8 marzo 2020, nell’ambito della mostra What a Wonderful World promossa da Fondazione Palazzo Magnani (RE).
Ultimo video uscito aprile 2020: “Paesaggio & Arte. Antonella De Nisco”, Museo Cervi (RE) https://www.youtube.com/watch?v=SDrHgtTcyiw. www.antonelladenisco.it

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