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Una Nuova Via della Seta: Algoritmo di Speranza e Sopravvivenza, mostra personale di Gulnara Kasmalieva e Muratbek Djumaliev, che inaugura il 14 gennaio, è l’ultima tappa di un ciclo che ha visto Impronte Contemporary Art impegnata su una “linea” dedicata all’arte emergente dell’Asia Centrale. Come racconta Laura Bulian: «Dai Paesi, appartenenti all’ex Unione Sovietica, come il Kazakistan e la Kirghizia, sono emersi negli ultimi anni artisti di grande talento, che hanno espresso il trauma del crollo di un sistema, la perdita di certezze condivise e la ricerca di una nuova identità, tematiche molto ricorrenti in particolare per tutti gli anni ’90 e oltre. Questi artisti sono entrati recentemente nei circuiti internazionali dell’arte contemporanea, a livello globale… il potenziale di crescita è elevato, e le quotazioni delle opere tuttora accessibili». Ne parliamo direttamente con Kasmalieva e Djumaliev…


“Caravan and Dog”, 2007, c- print, cm 53×80. “Hotel”, 2007, c- print, cm 66×100

Presenti alla 51. Esposizione Internazionale La Biennale di Venezia (2005) nel Padiglione del Centro-Asia, finalisti del premio Internazionale di Arti Visive Artes Mundi (Gran Bretagna). Come si inserisce il lavoro di Kasmalieva e Djumaliev su un piano internazionale? Su cosa verte la vostra ricerca?
Gulnara Kasmalieva e Muratbek Djumaliev: Abbiamo cominciato ad esporre a livello internazionale dal 2002, ma l’evento più significativo per noi è stato la Biennale di Venezia del 2005. Pensiamo che la ragione di questo successo sia dovuto non solo al fatto che l’arte contemporanea dell’Asia Centrale sia stata presentata per la prima volta in quell’occasione, ma anche perché le tematiche e i mezzi artistici presentati erano rilevanti, freschi e familiari anche al resto del mondo.
La nostra ricerca si focalizza prevalentemente e preferibilmente sull’essere umano, in particolare dopo il crollo dell’Unione Sovietica, analizzando il suo modo di porsi rispetto a nuove e completamente diverse condizioni di vita – che implicano spesso dolorosi processi di emigrazione – le sfide per la sopravvivenza, la relazione tra le persone e in particolare tra l’uomo e la donna, tra l’uomo e la natura, la nuova realtà etnica ecc…

Spesso accade che l’approccio a realtà dal così forte passato culturale e legate a vicende politiche del Post-Impero sovietico risultino di difficile comprensione. Quali sono i canali attraverso cui la vostra arte è “uscita” dai confini nazionali? Chi vi sostiene nel vostro paese? E qual è invece il rapporto che intrattenete con il “circuito” del mercato italiano?
Probabilmente una delle ragioni della scoperta così tardiva dell’arte dell’Asia Centrale, considerata “l’ultima frontiera” dell’arte contemporanea, è dovuta all’ isolamento di questa parte del mondo rispetto al processo artistico globalizzato. Ma alla fine ciò è stato reso possibile grazie all’impegno dei protagonisti e sostenitori dell’arte contemporanea in Asia Centrale, sfociato nel primo Padiglione dell’Asia Centrale alla Biennale di Venezia del 2005. Pensiamo che il rapporto tra noi e l’Italia sia più profondo di quello che possa apparire a prima vista. Per esempio stiamo presentando qui a Milano alla Galleria Impronte la nostra installazione video Una nuova via della seta, e siamo sicuri che il concetto di Via della Seta sia molto familiare agli italiani per le avventure di Marco Polo.
Il nostro Paese si trovava sulla Via della Seta: abbiamo ancora degli antichi caravanserragli di quell’epoca. E, naturalmente, la prima forte relazione con l’Italia si è creata con la Biennale di Venezia, e successivamente con la mostra Progressive Nostalgia curata da Viktor Misiano al Museo Pecci di Prato. Questi eventi ci hanno permesso di entrare in contatto con la scena artistica italiana e con la Galleria Impronte Contemporary Art.


“Spring #2”, 2009, c- print, cm 60×90

Cosa racconta la video-installazione Primavera (2009)? Perché avete scelto di accostare alle immagini la musica di Antonio Vivaldi?
Il tema principale di questo lavoro è la lotta dell’essere umano per la sopravvivenza e il suo atteggiamento verso la Natura.
La Primavera di Vivaldi è simbolo di rinascita e di nuove speranze, e questa musica è riconoscibile in ogni parte del mondo, incluso il nostro Paese. E diventa una musica molto ironica in contraddizione con il contesto visivo dell’opera.

La mostra in breve:
Gulnara Kasmalieva & Muratbek Djumaliev.
Una nuova via della seta: algoritmo di speranza e sopravvivenza

Impronte Contemporary Art
Via Montevideo 11, Milano
Info: 02 48008983
www.impronteart.com
Fino al 6 marzo 2010

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