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INTERVISTA DI FRANCESCA DI GIORGIO

II edizione | Disturbi e Disordini

Quella che sta per concludersi è la seconda edizione della Biennale di Alessandria ma dal 2008 ad oggi la sua presenza si è fatta sentire anche in altri progetti in Italia e all’estero: «frutto di un lavoro continuo sul territorio di relazione con artisti, di costruzione di percorsi che vanno ben oltre il momento dell’esposizione ma si basano su un principio di progettualità teso a rendere la Biennale di Alessandria un contenitore ad alta progettualità» racconta Sabrina Raffaghello direttore artistico del progetto. Ci siamo fatti raccontare, allora, come opera la “macchina Biennale di Alessandria” dai 10.000 metri quadri della Cittadella, alle trasferte in Italia e all’estero lavorando da ponte tra culture differenti e accorciandone le distanze…

Francesca Di Giorgio: Dall’edizione 2008 la Biennale di Alessandria ha fatto molta strada…
Sabrina Raffaghello: La Biennale di Alessandria nasce come contenitore di videofotografia contemporanea, la nostra volontà è quella di dar vita ad un evento che resti vivo per due anni con la produzione di mostre ad esso correlato. In questo senso la Biennale di Videofotografia ha il privilegio di un contenitore unico, la Cittadella di Alessandria un sito di architettura militare del 1700 progettata su commissione dei Savoia dal Bertola. Alla fine del 2007 i militari dismettono questo luogo magico, la Città di Alessandria diventa il custode e la Biennale è stato il primo evento ad entrare in questo luogo assolutamente integro, privo di “facilitazioni espositive” ma con il vantaggio di offrire un sito storico di ampie metrature unico per fascino e planimetrie. Il risultato è una biennale che si sviluppa su una superficie di 10.000 metri quadrati quasi interamente progettata in site specific dagli artisti, basti pensare all’installazione magistrale di Michele Zaza, di Franca Giovanrosa ricavata dentro i locali ad uso docce, di Franco Fontana o Gianni Colosimo, solo per citarne alcuni, tutti alla vista di un luogo così unico si sono lasciati conquistare e hanno progettato il loro lavoro in modo installativo, anche quelli più lontani da questo tipo di approccio espositivo. È chiaro che la possibilità di grandi spazi rende possibile costruire un contenitore di mostre che possono però essere anche sezionate ed esportate in parte. Questo è ciò che è successo in questi due anni, abbiamo lavorato sulla precedente edizione portandola a Parigi (la Francia era la nazione ospite) grazie al sostegno dell’Istituto di Cultura Italiana a Parigi, abbiamo presentato un’anteprima Intimate Travel come sezione autonoma e distaccata di questa biennale l’anno scorso a Verona al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri con il supporto del comune di Verona e di ArtVerona, ma, soprattutto, abbiamo lavorato sul territorio cinese per riuscire a portare in Italia 40 artisti cinesi alcuni dei quali assolutamente inediti per l’Italia, come Wang Xiao Hui, una delle artiste donne più importanti in Cina o Wang Gang secondo posto categoria ritratti nel 2007 al World Press Photo, o ancora inediti in senso assoluto come i due fotografi appartenenti all’esercito cinese, Zao Bao Zong e Shi Wen Biao. Quello che si può vedere ad Alessandria è il frutto di un lavoro continuo sul territorio di relazione con artisti, di costruzione di percorsi che vanno ben oltre il momento dell’esposizione ma si basano su un principio di progettualità teso a rendere la Biennale di Alessandria un contenitore ad alta progettualità.

Disturbi e Disordini si concentra esclusivamente sulla videofotografia italiana operando una scelta di campo importante per lo sviluppo del vostro progetto…
La scelta di interfacciarsi esclusivamente con due campi di indagine è una scelta voluta a vantaggio di un principio di qualità e alta rilevanza culturale. Da un alto la nazione ospite, che cambia ad ogni edizione e ci permette di aprire ogni volta un focus di alto livello con approfondimenti e produzioni site specific, dall’altro l’indagine attenta e meticolosa sulla situazione italiana, questo perché sono una grande sostenitrice dell’arte italiana troppo spesso esclusa, per regole di mercato, dai grandi scenari, e credo che troppo poco si faccia a sostegno e salvaguardia del “sistema Italia” soprattutto riguardo la promozione dei nostri artisti su un piano istituzionale all’estero. È per questo che la scelta di operare su una linea di sviluppo binaria è stata guardata con interesse, positività e condivisione dal Ministero dei Beni Culturali che ci ha annoverati tra le manifestazioni a sostegno del patrimonio dell’arte italiana. Non a caso, per questa edizione, abbiamo ottenuto il patrocinio e il supporto della Presidenza del consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni Culturali, del Ministro degli Affari Esteri, del Ministero del Turismo, della Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, della regione Piemonte e della Provincia di Alessandria, un un grande risultato per La Biennale e la Città di Alessandria che ne è il promotore.

Quest’anno avete instaurato un dialogo particolare con la Cina… Con quali realtà avete collaborato? Come si è concretizzato questo rapporto?
La Cina è una civiltà carica di contenuti e storia, è una cultura millenaria con punti di assoluto contatto con la nostra realtà e con altri diametralmente opposti, mi affascinava la possibilità di aprire un dialogo tra queste due realtà, inoltre la Cina è la nuova frontiera nei prossimi anni sarà lì che si giocheranno le partite dell’economia mondiale è un paese in fermento e in fase di grandi cambiamenti. Quest’anno inoltre in Italia è l’anno della cultura cinese, si sono quindi aperte una serie di possibilità di collaborazione che ci hanno aiutato a raggiungere il nostro obiettivo. Inoltre, con la Cina la Città di Alessandria ed io in prima persona, abbiamo sottoscritto una serie di accordi tesi alla collaborazione reciproca e agli scambi culturali, coinvolgendo realtà importanti quali il National Museum of Art (NAMOC) di Pechino e il Guangdong Museum of Art di Canton, sfociati in una imponente mostra sul futurismo che in 5 mesi in Cina ha totalizzato oltre 600.000 presenze, una mostra che andrà in Cina il prossimo autunno sui maestri Italiani della fotografia di paesaggio, e una meravigliosa mostra, da poco conclusa, organizzata dal Namoc sulle ombre cinesi che ha avuto come unica tappa italiana Alessandria questa primavera. Inoltre proprio in questo clima di relazioni tra culture, il progetto Biennale sostenuto come evento promosso dal governo cinese in Italia nell’ambito dell’anno della cultura cinese, vedrà il 2012 aprire un fronte espositivo degli artisti italiani nelle principali città cinesi, ma non solo la parte cinese convoglierà in una serie di mostre in alcune importanti città italiane.

State lavorando ad una terza edizione? Anticipazioni?
Sì, non si finisce mai di lavorare a un progetto di tale portata, intanto stiamo organizzandoci sotto un profilo tecnico, siamo cresciuti in modo esponenziale e ci stiamo preparando, sotto questo profilo, per soddisfare le necessità lavorative. Nel momento in cui si apre la nuova edizione automaticamente il progetto si concentra a consolidare il lavoro in corso nei due anni successivi e a mettere in piedi la nuova edizione quella del 2013. Stiamo valutando un paio di situazioni e subito dopo l’estate comunicheremo il tema e la nuova nazione ospite. Certo sarà confermato il format binario ormai raggiunto e la pluralità degli interventi, cercheremo nella prossima edizione di dare il via a una serie di eventi di approfondimento sul tema della fotografia e della video arte paralleli a quello espositivo e di aprire una sezione dedicata ai workshop con gli artisti.

Il progetto in breve:
Biennale di Alessandria – Video e fotografia contemporanea 2011

II edizione
direttore artistico Sabrina Raffaghello
Cittadella di Alessandria “Caserma Giletti”
via Pavia 1, Alessandria
Info: +39 0131 40035
www.biennaledialessandria.it
Fino al 31 luglio 2011

Dall’alto:
Huang Ran, “Blithe Tragedy”, 2010, Digital Transfered to Blu-Ray DVD, 14’56, Color and Sound, Courtesy of the artist
Franca Giovanrosa, “14 canali”, 2011, installazione site specific, composizione audio in collaborazione con il maestro Nicola Baroni, courtesy Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
Benoit + Bo, “La multiplication des Dèmons”, 2010, stampa giclée su alluminio, cm 110×220, courtesy Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea, Alessandria
Xsiao Hui Wang, “From the self Extrication” serie,  1992-2002, installazione site specific, B/N stampa lambda su alluminio, video-proiezione verticale, 3′, courtesy Sabrina Raffaghelo Arte Contemporanea

Gianluca Beccari, “Anima”, 2004-2010, Video installazione, cm 300x300x300 cm, courtesy of mc2 Gallery, Milano

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