Non sei registrato? Registrati.
SELLA GIUDICARIE (TN) | Chiesa di San Barnaba | 15 luglio – 28 agosto 2022

di GABRIELE SALVATERRA

All’interno del progetto triennale, che ha visto avvicendarsi nell’antica chiesa barocca di San Barnaba di Bondo (Sella Giudicarie, TN) una riflessione scaturita dalle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il capitolo che prende corpo nella torrida estate 2022 rappresenta un momento di particolare interesse. Dopo la prima mostra dedicata agli inferni contemporanei e in attesa di quella a venire sul paradiso, la presente – interpretata dallo scultore gardenese Willy Verginer in rapporto allo “stato mediano” del purgatorio – si lega a molte stringenti questioni riguardanti la salute di quell’eden perduto che stiamo abitando: il Pianeta Terra.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

Tra inferno e paradiso, è, infatti, il luogo simbolico del purgatorio quello a rispecchiare con più pregnanza le caratteristiche della condizione umana, in bilico tra la possibilità di una caduta irreversibile (esistenziale, spirituale, ambientale, socio-politica) e l’elevazione a un miglioramento dai caratteri apparentemente utopici e ideali. Verginer, da sempre interessato alle spesso stridenti polarità di uomo e natura, organizza con la curatrice Roberta Bonazza un intervento secco e preciso, commisurato alle dimensioni e agli ambienti dell’unica navata della chiesa sconsacrata seicentesca.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

Un uomo dallo sguardo negato accoglie il visitatore con la sua cecità. È a grandezza reale e allestito su una portantina rituale posata a terra, come a dire, effettivamente, che il suo spazio di azione è quello prosaico della vita in cui spirito e ascesi devono essere conquistati. I suoi occhi, offuscati da un copricapo costruito per accumulazione di smartphone, possono accedere solo alla finta realtà virtuale del villaggio globale, perdendo di vista quanto di più vero l’esperienza concreta può loro offrire. Anche i piccoli altari laterali giocano ironicamente (o cinicamente?) con la forma del telefono cellulare, andando a incastonare due installazioni site specific che mostrano, da un lato, la celebrazione della tecnologia a nuova religione contemporanea e, dall’altro, la consunzione di tutto ciò, in una natura che, paziente, riprende il proprio campo.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

Per contrario è agli animali e, implicitamente, al rispetto dei loro habitat che viene riservato il luogo più sacro della chiesa, con un corpus di sculture che si innestano direttamente sull’altare maggiore. “Dall’alba dei tempi siamo stati visitati, invasi, attraversati da animali o dai loro fantasmi” racconta la curatrice, nel catalogo targato Vanillaedizioni, citando il pensiero di Jean-Christophe Bailly, e in effetti i “personaggi” disposti nell’abside della chiesa appaiono come un “ritorno del rimosso” all’attività umana, totem di una natura prorompente che aspetta di manifestarsi per far sentire le proprie ragioni. Il riferimento alla nota stilistica dell’edificio è poi ripreso con attenzione da Verginer che costruisce i suoi bestiari in equilibrio su architetture in miniatura di tipo barocco, come candelabri e paramenti, in un’allusione al tentativo di elevazione a cui devono mirare i pensieri e le azioni del genere umano.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

La mostra è poi corredata da un ricco apparato iconografico, testuale e informativo che cerca di evidenziare i collegamenti tra la virtuosistica ricerca scultorea di Verginer e i temi più drammatici dell’attualità, come il surriscaldamento delle acque oceaniche, l’inquinamento delle plastiche, lo scioglimento dei ghiacciai, l’impoverimento della popolazione mondiale o la carenza di acqua. Tutti aspetti interrelati che riescono a essere evocati anche solo a partire dalla poetica dell’artista, con una ricerca che pare percorrere parallelamente certe urgenze rinvenibili anche nel lavoro di Bertozzi & Casoni ma con un amore totalizzante per il legno.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

È, in fondo, il virtuosismo e la sprezzatura nel trattamento di questa materia viva che prorompe con forza dall’allestimento di Bondo, superando anche una certa narrazione caratteristica del lavoro di Verginer ma che qui si inserisce nell’ambiente con grande efficacia grazie a un progetto “tagliato su misura” per il luogo.

 

Willy Verginer. Il giardino perduto. Purgatorio e Antropocene
a cura di Roberta Bonazza
una mostra promossa dal Comune di Sella Giudicarie dentro il circuito di Galassia Mart. In collaborazione con l’Apt Azienda per il turismo di Madonna di Campiglio e la Galleria Studio d’Arte Raffaelli di Trento.

Catalogo Vanillaedizioni

15 luglio – 28 agosto 2022

Chiesa San Barnaba a Bondo
Comune di Sella Giudicarie (TN)

Orari: da martedì a domenica 10.30-12.00, 17.00-19.00, 20.00-22.00

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •