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Un’intervista in itinere. In un luogo imprecisato tra Liguria e Calabria, raggiungiamo Vincenzo Marsiglia, nel pieno dell’allestimento della sua prossima personale da Loft gallery arte contemporanea di Corigliano Calabro. Non è la prima volta negli spazi della galleria e la Calabria – non fosse altro per la sua stessa biografia che in questa terra lo vede nascere – è territorio d’elezione. Come in un legame di affinità elettive qui in principio è stato scelto e qui ciclicamente torna, assecondando un ritorno alle radici che contribuisce ad accrescere la consapevolezza della sua ricerca. A partire dalle origini, la stella a quattro punte e tutto ciò che ruota intorno ad essa, l’accompagna e la supera, intessiamo un botta e risposta sulla sua arte: un allettante mix di rigore segnico, suggestione barocca e interattività multimediale che ricerca scambio e partecipazione in chi osserva…

Francesca Di Giorgio: Sei nato a Belvedere Marittimo (CS), vivi e lavori tra Alassio (SV) e Soncino (CR). Questa breve nota biografia la dice lunga sul nomadismo a cui gli artisti, da sempre, ci hanno abituato. Dal 6 maggio torni ad esporre alla Loft gallery di Corigliano Calabro (CS), dopo la recente personale al Museo del Presente di Rende. Provi a raccontarci le tue sensazioni quando lavori in questa terra e come viene recepito qui il tuo lavoro?

Vincenzo Marsiglia: Vivo questa esperienza quasi come un ritorno alle origini, le sensazioni che ne scaturiscono non possono essere altro che positive, è una terra che sin da piccolo mi ha donato tante emozioni contribuendo, grazie anche a chi la vive, alla mia crescita ed alla formazione della mia sensibilità personale ed artistica.
Questa mia appartenenza al luogo ed alla sua gente non è l’unico legame che mi riconduce in questo territorio. Ma sono proprio le persone eccezionali che ho incontrato nel mio recente percorso artistico ad aver creduto fortemente nel mio lavoro.

In Star Mood torni a giocare con la parola Star aggiungendoci quel Mood (noi diremmo umore, stato d’animo) glam mai compiaciuto, anzi ironico, tagliente e piuttosto critico…
Abbiamo cercato di strutturare la mostra in modo tale da rappresentare il mio lavoro a 360°, toccando tutti i mezzi espressivi utilizzati nella mia ricerca, dal feltro alla seta, dalla geometria al     barocco e all’iperrealismo, dalla ceramica (a cui è stato dato particolare rilievo), fino alla video-istallazione, sia con la presentazione di video interattivi, in cui si richiede un coinvolgimento diretto del fruitore, sia con la video-installazione in cui è sospesa l’interazione con lo spettatore ed è l’elemento della stella ad interagire direttamente con il supporto visivo.

Come abbiamo detto la tua attrazione per il mezzo video è declinata anche in un interesse nei confronti del cinema d’autore…
I miei riferimenti cinematografici appartengono agli anni ’50 e ’60 e si riferiscono ad importanti autori come Fellini e Hitchcock, che hanno contribuito in maniera fondamentale alla storia del cinema. Per quanto riguarda il mio modo di lavorare attraverso il mezzo video, vorrei accennare all’ultimo progetto in tale ambito, si tratta di una nuova serie di lavori relativi al film Psyco di Hitchcock, dove l’interazione della stella agisce sui tre loop prescelti, una sorta di corto circuito fra l’immagine e la stella che subentra come elemento di disturbo.
Il tutto accompagnato da una miscellanea di musica elettronica composta dal gruppo Urban Casbah.

Come suggerisce il titolo di un tuo recente progetto e relativa monografia – Star Interactive – l’interattività è uno degli imperativi che hai posto alla base della tua ricerca e ne costruisce un’identità precisa…

Il progetto Star Interactive pone in primo piano il rapporto tra spettatore e opera d’arte, attraverso il coinvolgimento del fruitore come parte integrante dell’opera contribuendo alla creazione della stessa, non solo intesa come porzione del “tutto”, ma come vera e propria parte di un processo che genera un codice visivo estremamente attuale, al quale tutti vogliono partecipare investendo la propria immagine in una sorta di “palcoscenico artistico”. L’interazione va quindi a fondersi con le tematiche che da sempre mi accompagnano, che caratterizzano e identificano il mio lavoro.

Quando si parla del tuo lavoro è inevitabile il riferimento al tuo “marchio di fabbrica”: la stella a quattro punte, oggetto di innumerevoli sperimentazioni formali, materiche e mediali e frutto di altrettante peregrinazioni critiche. Non vorrei chiederti quando e com’ è nato il tuo logo-simbolo preferito ma quando ti sei accorto che la sua reiterazione difficilmente ti avrebbe abbandonato…
Per meglio esprimere il rapporto con il mio logo-simbolo devo necessariamente tornare alle origini della stella a quattro punte nata sul finire degli anni ’90 ed emersa dagli intrecci modulari che, da subito, è diventata elemento dominante del mio operato e il suo stesso reiterare ha generato continue evoluzioni ed input creativi.
In realtà sono ancora molte le sperimentazioni in relazione a quello che tu definisci “marchio di fabbrica” e che il critico Marcello Carriero ha definito invece “unità Marsiglia”.

La mostra in breve:
Vincenzo Marsiglia. Star Mood
a cura di Giovanni Viceconte
Loft gallery arte contemporanea di Angela Trimboli
Via Margherita 47, Corigliano Calabro (CS)
Info: 098 383703
www.loftgallery.it
Inaugurazione giovedì 6 maggio 2010 ore 18.00
6 maggio – 2 giugno 2010

In alto da sinistra:
Orchid star, 2009-2010, acrilico su seta, cm 72×96
Op star, 2008-09, acrilico su tessuto, cm 72×96 cad

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