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CAMBIANO (TO) | Société Interludio | Fino al 31 marzo 2024

di ILARIA INTROZZI

Gli Anni ’90. C’è chi, nato almeno un decennio prima, li ricorda con nostalgia, qualcun altro, invece, guarda all’epoca del grunge e del minimalismo senza alcun tipo di rimpianto. Nell’arte, come nei diversi aspetti della vita. Eppure, persone nate in quel periodo, come è ovvio. Quattro artisti in particolare, in mostra presso la seconda sede della galleria torinese Société Interludio a Cambiano in via Torino 3, a un tiro di schioppo dal capoluogo Sabaudo: Andriu Deplazes (Zurigo, 1993), Callum Green (Londra, 1991), Mateo Revillo (Madrid, 1993) e Struan Teague (Edimburgo, 1991).

Rapsodia per chimere, veduta della mostra, courtesy Société Interludio. Ph. Stefano Mattea

A cura di Allegra Fantini, fedele braccio destro di Stefania Margiacchi ideatrice dello spazio, l’esposizione – aperta al pubblico fino al 31 marzo 2024 – ha come nome due parole le quali, vicine, assumono un significato particolare: Rapsodia per chimere. Il titolo, infatti, conduce in questa composizione “a un solo movimento di carattere libero e variegato, si muovono pratiche ibride per contaminazione non solo artistica ma anche territoriale – simbolo di tutte le realtà possibili che trascendono sé stesse.”. Spiega Fantini. Le chimere, dal canto loro, “ispirano nell’uomo una doppia visione in cui si guarda allo stesso tempo il molteplice e l’unità, riuscendosi a muovere in entrambi i lati, all’unisono”. Traduzione artistica di quella che è la distopia, dopotutto.

Rapsodia per chimere, veduta della mostra, courtesy Société Interludio. Ph. Stefano Mattea

Il nuovo spazio di Société Interludio riflette un’estetica a metà tra un classico white cube e una raffinata casa di campagna, minimalista. Ed è grazie a questa crasi che le opere degli artisti emergono sulle pareti.
Fantini motiva la curatela definendo i lavori “dei passages di benjaminiana memoria, risultato di fusioni di specie diverse che non aspirano a configurare un sistema univoco ma che non rinunciano a mettere a nudo dei nodi strutturali del mondo oggi”. Ed è proprio questa “fusione” a tracciare l’arte di Deplazes, Green, Revillo e Teague, tra installazioni (una monumentale dello spagnolo) e tele tout-court: banalmente, così distanti e così vicini. In effetti la rapsodia è una composizione, un ensemble che, ricorda nel caso della collettiva una sinfonia di Stravinskij.

Rapsodia per chimere, veduta della mostra, courtesy Société Interludio. Ph. Stefano Mattea

Ricordiamo in molti la Sagra di primavera dell’autore russo, in particolare la risposta del pubblico parigino (fortunato gruppo di uditori che assistette alla prima nel 1913 al Théâtre des Champs-Élysées) che non la comprese subito, non la fece sua. Solo in seguito verrà apprezzata in ogni sua componente. Così succede quando la novità entra dirompente nella tradizione, finendo quasi per imporvisi. I confini si contaminano, le frontiere spariscono: Rapsodia per chimere si propone di sollevare interrogativi fino ad arrivare a quelle entità transcategoriali che sembrano mettere in crisi i tradizionali tentativi di classificazione.
Nel mondo dell’arte attuale, un valore in più. Nel suo piccolo grande e illusorio mondo, un elemento certamente rivoluzionario.

 

Rapsodia per chimere. Andriu Deplazes, Callum Green, Mateo Revillo e Struan Teaguea cura di Allegra Fantini

Société Interludio – Nuovo Spazio
via Torino 3, Cambiano (TO)

Info: +39 389 176 5360
societeinterludio@gmail.com
https://societeinterludio.com/

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