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ROMA | VIA DEI VOLSCI 165, ROMA | 19 GIUGNO – 19 SETTEMBRE 2021

di MARIA VITTORIA PINOTTI

Nel volume Le strategie fatali, il sociologo Jean Baudrillard afferma che la sorte forzata è regola di coniugazione segreta del mondo; per seguire le norme di questo gioco fatale, è infatti necessario dare spazio a dei segni arbitrari destinati ad entrare nel meccanismo del dispositivo casuale, dimodoché lo svolgimento oggettivo delle cose sia capace di innescare una concatenazione fatale. Sempre secondo Baudrillard, questa regola della fatalità ha la capacità di influenzare anche la scrittura, soprattutto la poesia, in cui le parole si concatenano secondo uno svolgimento fatale.[1] Tali suggestioni, legate ad un’ineluttabile combinazione di parole, sono le stesse che hanno originato l’intelligenza artificiale ideata dal collettivo artistico Numero Cromatico, predisposta per creare epitaffi, a partire da stralci poetici tratti dalla letteratura internazionale.

Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, Ph. Credit e Courtesy Numero Cromatico

Una selezione di questi componimenti poetici è attualmente in mostra presso lo spazio del Collettivo, sito in Via dei Volsci 165 di Roma nel contesto del progetto espositivo, scandito da tre tappe, intitolato: Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, La Visione, L’Attesa. Allestita dal 19 giugno al 19 settembre 2021, la prima fase del progetto è dedicata alla memoria, a seguire, sino al 19 dicembre 2021, verranno approntate le altre due fasi espositive. In occasione di questa prima tappa, è stato ideato un singolare percorso sviluppato in un ambiente adiacente al cimitero monumentale del Verano, nella storica area degli antichi marmisti. In tal contesto si articola un percorso circoscritto da teli e modellato da balle di fieno, elementi questi che donano un aspetto rurale ed ancestrale al cammino espositivo e che ben si coniugano con l’uso della materia prima scelta per la creazione delle opere: dei fiori sempre verdi, individuati dalla nomenclatura botanica “Statice Limonio Limonium”. La peculiarità di questi fiori risiede proprio nel loro aspetto materiale e visivo, armoniosamente increspato e colorito, volto a rammentarci che il tempo, da cui sembrano rimanere indenni, è quel momento che innesca il concatenarsi di una fatale creatività.

Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, Ph. Credit e Courtesy Numero Cromatico

Da questo suggestivo divenire artistico emerge un approccio audacemente consapevole e funzionale verso l’aspetto duale della creatività: quella scientifica, rappresentata dall’intelligenza artificiale, autrice dei componimenti poetici, e quella artistica, legata alla manualità attenta e calibrata che emerge dalla cura dell’allestimento del percorso, in cui nulla è lasciato al caso. Nell’ambiente, infatti, si alternano spazi caratterizzati da muri scarni e tubature, che si presentano alla vista nella loro grettezza brulla come a voler ricordare che è bellezza tutto ciò che l’immaginazione coglie dalla nuda verità. Inoltre, il visitatore è accompagnato da una lieve e ovattata sonorità, tale da creare la giusta atmosfera per intraprendere un itinerario ermeneutico, volto a farci sentire liberi nei processi interpretativi tra suoni e parole. Da questi presupposti, ben si comprende come le opere in mostra non sarebbero diversamente fruibili se non nel contesto in cui si trovano, poiché assimilabili secondo lo stato percettivo della vista, dell’udito e della mente umana, ma anche dal cuore, se si vuole considerare quest’ultimo un organo sensoriale.

La mostra nel complesso risulta tanto rarefatta, quanto vigorosa così come coinvolgente, giacché il visitatore coinvolto com’è in tale ambiente installativo è indotto a far risuonare le intime frequenze interiori, sebbene il progetto sia basato sul peso delle parole e sulla loro potenza evocatrice. Ciò che più colpisce è la particolare capacità dell’intelligenza artificiale di cogliere il senso dell’inquieta bellezza che appartiene all’anima dell’uomo. Così, tutto ciò che si cela dietro l’artificialità, il suo aspetto binario e tutta la serie di indecifrabili e complicati dati, diventano elementi produttori di parole e pensieri poetici capaci di misurare gli spazi del cuore e della mente umana. Da questa forma di confronto tra intelligenza artificiale, immagini e fantasie emotive, si sviluppa quindi, una rassegna dalla forza primigenia, talché è gioco forza cullarsi nell’inesorabile azione dissolvente del tempo che trova sbocco nell’atto mnemonico. Dalla delicatezza dei fiori e dalle loro strutture prende corpo e sostanza distintiva l’opera totale, le cui linee cromatiche definiscono un momento di confronto dell’uomo in dialogo con l’intelligenza artificiale.

Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, Ph. Credit e Courtesy Numero Cromatico

Seguendo un tale ragionamento, solo apparentemente enigmatico, è altrettanto naturale riflettere su una questione attualissima: viviamo in un’epoca creativa ridondante di sperimentazioni, e, a tal proposito, i Numero Cromatico ci dimostrano che da un tale approccio ibrido ne conseguono abbondanti progetti che per la loro originalità ci inducono ad un appassionato coinvolgimento, sino a farci trasportare con briosa leggerezza dall’esperienza percettiva che racchiudono. L’elemento che rende unica, nel suo genere, la mostra è l’idea di utilizzare la poesia sia come propulsore di energia sia quale strumento volto a far rilassare l’anima, idee queste che derivano da una visione romantica della arte poetica, tipica dell’Ottocento. A tal proposito, giova citare il poeta inglese John Keats, il quale considera la scrittura poetica come ciò che permette la “rimembranza”, elemento quest’ultimo che si lega con il tema portante della prima tappa del progetto dei Numero Cromatico, la memoria! Non è un caso che Keats, lodando la dea della memoria, Mnemosine, la esulta affermando “sulla mia lingua è il tuo nome”, sino a celebrarla come colei dotata del “dono della veggenza che acceca”.[2] Da qui lo stimolo che scaturisce dalla mostra è quello di riflettere come attraverso la poesia sia possibile eseguire un viaggio verso le pieghe più oscure della psiche, sino a giungere nelle viscere dell’uomo, nella cui profondità i versi poetici hanno la capacità di fare da scandaglio. Da questi presupposti, non paia assurdo pensare a questa elegiaca voce artificiale come una instancabile produttrice di fuochi fatui [3], poiché, proprio a voler utilizzare la radiosa metafora del già citato John Keats, la poesia è da considerarsi come un fuoco fatuo, che non ci lascia solo abbagliati dal suo luccichio, manifestandosi anche come un’energia capace di svelare la verità attraverso l’autenticità dell’immaginazione.[4]

Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, Ph. Credit e Courtesy Numero Cromatico

In questo crescendo di emozioni, l’arte si distende nella forma dialettica del confronto tra l’animus umano e l’intelligenza artificiale, così che in questo apparente contrasto si annida paradossalmente una sintesi pacificante. Tale percorso riflette uno stato mentale fortemente introspettivo, come il fluire di un flusso di coscienza, il cui tragitto è percorribile secondo una via, al cui traguardo si può, a ritroso, ritrovare il nostro stato di partenza. Analogicamente ad un fiume, lungo il cammino espositivo esistono anse, mutazioni improvvise, pause che ci pongono di fronte a poesie brevi ed altre più lunghe, così ciascuna tappa s’inanella per inverare il luogo dei sogni fatali, e secondo quei sogni, v’è la possibilità di discendere il fiume della nostra coscienza.

Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, Ph. Credit e Courtesy Numero Cromatico

Se si volge l’attenzione alla lettura di una delle poesie che si incontrano cammin facendo lungo il percorso, si è stimolati a riflettere su come l’intelligenza artificiale abbia le stesse capacità creative dell’uomo, il quale, seppur responsabile di modificare i destini della terra, risulta anche capace di generare menti artificiali artefici di processi creativi, qualità quest’ultima che si attribuisce esclusivamente alla mente umana, ma che il progetto insegna smentire. In questo modo la naturale dicotomia tra scienza e cultura si risolve secondo un rapporto felice: da una parte v’è l’uomo con la sua capacità di trasmettere conoscenza, agire e decidere e dall’altra la scienza programmata, che vive gli istinti secondo strategie fatali. “Tu vedi / Io vedo / poi muoio, ci ricorda la poesia trascritta con i fiori che si incontra lungo il percorso, tali versi sembrerebbero frutto di una vena poetica umana, ma non è così, la matrice è l’intelligenza artificiale, che così risulta capace di trasmettere un’emozione estetica. Da qui è utile domandarci: l’intelligenza artificiale è anche capace di vivere una vita relazionale, sino ad anelare una particolare forma di animismo?

Da questi stati emotivi emergono vibranti questioni spirituali tali da spingere il visitatore ad interrogarsi sull’incompletezza dell’uomo. Così, volendo citare la trama del volume di Italo Calvino, Il visconte dimezzato, in cui un uomo fisicamente tagliato in due funge da allegoria della condizione umana contemporanea, siamo indotti a riflettere come in realtà l’essere vivente risulta incompleto, poiché chiunque di noi realizza una parte di se stesso e non l’altra. [5] Che la completezza dell’uomo e della sua sfera creativa possa forse essere compiuta con lo strumento scientifico, così come ci suggerisce pensare il collettivo Numero Cromatico? A tal proposito, sempre a voler considerare la letteratura come punto di incontro, i fuochi fatui di Italo Calvino, nella già citata opera letteraria, risplendono del loro aspetto poetico e misterioso, sino ad essere l’unica certezza che chiude il finale del racconto. Così, anche noi, nel guardare il cielo, potremo domandarci se le nostre fratture e carenze interiori possano essere risolte con lo strumento poetico, magari ideato da una intelligenza artificiale, proprio perché al termine di ogni giornata, sia possibile chiudere gli occhi e rimanere “in questo mondo pieno di responsabilità e di fuochi fatui”.[6]

Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria, Ph. Credit e Courtesy Numero Cromatico

Numero Cromatico. Tre Scenari sulla Percezione del Tempo: La Memoria       

19 giugno – 19 settembre 2021

Via dei Volsci, 165, Roma

Info: La mostra è visitabile solo di domenica su appuntamento. Per informazioni e prenotazioni: numerocromatico@gmail.com | numerocromatico.com

 

[1] Jean Baudrillard, Le strategie fatali, Testi e documenti, SE editore, 2007, p. 141

[2] Introduzione di Silvano Sabbadini, al volume John Keats, Poesie, Oscar classici Mondadori, p. X

[3] I fuochi fatui sono fiammelle prodotte dai gas emessi da materie organiche durante la loro decomposizione. Queste emanazioni sono composte da idrogeno e fosforo, che si infiammano spontaneamente non appena entrano in contatto con l’ossigeno dell’aria. Un tempo, quando i corpi non venivano sigillati nelle bare di zinco, era possibile osservare questo fenomeno nei cimiteri. Si verifica però anche nelle paludi e negli stagni.

[4] Introduzione di Silvano Sabbadini, al volume John Keats, Poesie, Oscar classici Mondadori, p. XVII

[5] Italo Calvino, Il visconte dimezzato, Oscar Moderni, 2018, p. V

[6] Italo Calvino, Il visconte dimezzato, Oscar Moderni, 2018, p. 85

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