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RIETI | SEDI VARIE | FINO A SETTEMBRE 2020

Intervista ad ANNALISA FERRARO di Livia Savorelli

TraMe-Tracce di Memoria è una rassegna di eventi pensata per la città di Rieti, nata per dialogare con la realtà locale. In questo progetto – ideato dall’Agenzia di comunicazione The Uncommon Factory, sostenuto dalla Regione Lazio e dai Fondi Fesr, e curato da Annalisa Ferraro – gli artisti coinvolti sono stati chiamati a esplorare la città, conoscerne la storia attraverso le tracce del presente e restituire, in chiave contemporanea, la loro visione. Dopo un frenetico luglio, si guarda già al mese di settembre, con l’installazione di land art realizzata da Alberonero “in grado di dialogare con il patrimonio paesaggistico reatino e di rievocare la spiritualità dei luoghi del Cammino di Francesco, visitati dall’artista durante i suoi viaggi di studio e ricerca sul territorio”.
Approfondiamo con la curatrice i risultati dell’intenso lavoro di questi mesi…

Ale Senso, Il pendolo, Trame, Rieti. Ph Marco Bellucci

Come nasce TraMe e quali sono le caratteristiche principali della sua progettualità? Mi piacerebbe che ti focalizzassi sul concetto di “restituzione” alla città in termini di memoria storica ma anche di nuovo patrimonio, inteso sia in senso materiale che immateriale…
Ogni attività del progetto TraMe – Tracce di Memoria è stata pensata per la città di Rieti, strutturata dopo un’attenta fase di ricerca, volta a individuare e comprendere caratteristiche e peculiarità del luogo. Oggetto di studio sono state le vicende storiche che nei secoli hanno attraversato il territorio reatino, le testimonianze storico-artistiche che esperti del settore e cittadini si sono impegnati a preservare nei luoghi d’origine o a custodire in ambito museale, le specificità di un patrimonio paesaggistico ancora autentico, quelle tipicità legate a tradizioni locali tramandate di generazione in generazione. Questo approccio nasce dalla convinzione che il modo migliore per dialogare con un territorio e con i suoi abitanti, il modo migliore per far sì che un progetto come TraMe non si esaurisca ma possa avere seguito, in termini di continuità metodologica, sia lavorare per inserire ogni evento artistico nel tessuto culturale della città, intrecciandolo con le preesistenze, legandolo a quelle risorse, a quel patrimonio che il luogo conserva, a quei beni amati dai cittadini o a quei beni che i cittadini devono ancora scoprire.

Neve, Il Miracolo di S.Elia (dettaglio), TraMe, Rieti. Ph Marco Bellucci

Per questa ragione, il progetto ha avuto come punto di partenza il recupero della memoria, risorsa fondamentale per immaginare e avviare qualsiasi processo di rinascita, e come strumento per la sua attuazione, la comprensione, la cura, la conservazione di ciò che la storia ci ha lasciato, delle tracce che il territorio ha custodito per noi.
Per ogni attività del progetto TraMe è stato individuato un ambito da valorizzare, dalle pitture murali delle chiese e dei palazzi di Rieti alle storie raccontate dalle antiche fotografie di famiglia, che i cittadini custodivano nei cassetti delle proprie case, dalle vicende spirituali del Cammino di Francesco alle trasformazioni paesaggistiche e urbanistiche del territorio cittadino e sabino. Gli artisti coinvolti dal progetto TraMe si sono confrontati con questo patrimonio materiale e immateriale, hanno esplorato la città e indagato il suo passato, ricercato le sue tracce nel presente e, una volta compreso il valore di questo substrato, hanno elaborato la loro restituzione in chiave contemporanea.
Attraverso eventi, esposizioni, attività formative ed educative, speriamo che TraMe possa portare nuovo valore materiale ed immateriale da lasciare alla comunità, consegnando a Rieti un nuovo patrimonio, evocativo del passato della città ma perfettamente calato nella contemporaneità.

Tra sogno e realtà. Una riflessione poetica d’ispirazione reatina di Alessandro Valeri, Rieti. Ph Giuseppe Rosato

Dopo il lockdown, l’evento – avviato il 4 luglio con la mostra Tra sogno e realtà. Una riflessione poetica d’ispirazione reatina di Alessandro Valeri – ha assunto una rinnovata dimensione di senso e significato? Come da curatrice hai vissuto questo ritorno alla “normalità”?
Come mi è capitato di affermare recentemente, in occasione di una delle nostre ultime inaugurazioni, non era scontato, per noi del progetto TraMe, riuscire a riprendere così velocemente e con così tanta efficacia la nostra programmazione. Ci siamo impegnati perché la città potesse ritornare pian piano alla normalità, seppur con le dovute precauzioni, e potesse farlo partendo proprio dalla cultura. Abbiamo lavorato perché gli eventi artistici potessero essere tra le prime attività a ripartire, in modo che i cittadini, ma anche i primi timidi turisti di prossimità, potessero investire in modo sano e fruttuoso le energie immagazzinate durante il lockdown e quella voglia di muoversi e rincontrarsi. È stato difficile, perché ognuno di noi ha dovuto affrontare con il viaggio anche la paura di muoversi, di trasferirsi per intere settimane lontano dalla propria casa, da quello che fino a poco tempo prima era stato percepito come l’unico luogo sicuro. Abbiamo chiesto agli artisti di seguirci in questa impresa, di muoversi dalle loro abitazioni e dai loro studi per completare quanto avevamo iniziato prima della quarantena. Abbiamo chiesto ai cittadini di partecipare ai nostri eventi, di divertirsi e lasciarsi andare a esperienze nuove, pur rispettando le misure di sicurezza.

Tra sogno e realtà. Una riflessione poetica d’ispirazione reatina di Alessandro Valeri. Ph Giuseppe Rosato

Non era scontato per noi raggiungere gli obiettivi prefissati, traguardare un mese di luglio fitto d’inaugurazioni, alla presenza degli artisti, delle istituzioni, di un folto pubblico, che con pazienza e affetto ci ha accolto e seguito giorno per giorno. Da curatrice sono grata per tutta la fiducia ricevuta, per l’attenzione che tutte le persone ci hanno rivolto.
La mostra Tra sogno e realtà, con le sculture fotografiche di Alessandro Valeri, non avrebbe potuto inaugurare in un momento migliore. Durante la quarantena siamo stati tutti separati dai nostri centri storici, dai quei monumenti, da quelle piazze, da quei luoghi che a volte ci dimentichiamo di osservare ma che sappiamo essere parte di noi, della nostra memoria e della nostra quotidianità. Tra sogno e realtà, nata per raccontare la città di Rieti da punti di vista inediti, attraverso piccoli dettagli, impercettibili ai più, colti invece dallo sguardo vigile e attento di Alessandro Valeri, ha restituito ai cittadini una parte di ciò che gli era stato sottratto, la bellezza e l’unicità di quel territorio che d’un tratto non avevano più potuto esplorare. Prima del lockdown, Valeri aveva attraversato in lungo e in largo strade, palazzi, sotterranei della città di Rieti, alla ricerca di quei particolari che da soli avessero la forza di raccontarne la bellezza, insita nelle sue eccezionalità e nelle sue preservate peculiarità. Durante la mostra, nelle sue sculture fotografiche, piccole wunderkammer, scatole delle meraviglie contemporanee, ha restituito le sue percezioni, le sue visioni, componendo quel che è stato definito metaforicamente il nuovo skyline di Rieti, un paesaggio inaspettato e inedito della città, che ha regalato punti di vista inesplorati e il piacere di godere delle unicità del territorio. E se le sculture esposte nell’ex monastero di Santa Lucia hanno consentito a tutti i visitatori di intraprendere un viaggio restando con le piante dei piedi ben salde a terra, i percorsi virtuali, progettati dall’artista, hanno proiettato tutti i sognatori in uno spazio in bilico tra immaginazione e realtà, tra fantasia e verità, che a partire da Rieti ha consentito di avvicinarsi ad altre città del mondo. Con il supporto di device per la realtà virtuale, Oculus Quest, dispositivi di ultima generazione, i visitatori della mostra hanno vissuto un’esperienza di immersione e di coinvolgimento totale, e suggestioni utili per scoprire luoghi e tesori della città.

OZMO, Al suono delle trombe, TraMe-Tracce di memoria, Rieti. Ph Marco Bellucci

Uno degli elementi principe è il dialogo tra la memoria del luogo e i linguaggi del contemporaneo per raccontarla nel presente, ad esempio attraverso la street art, in questo caso nell’ambito dell’attività Linguaggi contemporanei tra affreschi e street art. Quattro gli Street Artist coinvolti: Ozmo, Neve, Sbagliato e Ale Senso.
Ale Senso, ad esempio, ha “consegnato” alla città due lavori – L’uno nell’altro e Il Pendolo – collocati sulla facciata principale e sulle pareti laterali della Camera di Commercio. Quali sono stati gli interventi degli altri artisti e da quali riferimenti, iconografici e storici, origina il loro lavoro in relazione al luogo?
Il primo artista a realizzare un’opera di arte urbana a Rieti, sulla facciata del Tribunale, è stato Ozmo. Il suo intervento Al suono delle trombe è stato inaugurato il 25 maggio 2019. Ispirato dall’affresco dei fratelli Torresani, Il Giudizio Universale, conservato a Rieti, nell’Oratorio di San Pietro Martire, l’artista è riuscito a catturare la fatica e la sofferenza con cui i santi si impegnano a salvare le anime periclitanti, con un lembo di mantello, con le perle di un rosario. Nel Ratto delle Sabine del Giambologna, Ozmo ha colto la violenza e la drammaticità di un rapimento, la potenza racchiusa nei corpi giovani e la resa di un corpo senile, sulle cui spalle pesano non solo gli anni, ma anche tutti i mali e le angosce del genere umano. Pur traendo ispirazione dal passato, da due gesti simili ma profondamente diversi, dono di salvezza l’uno, dono di schiavitù l’altro, Al suono delle trombe è un’opera quanto mai attuale, che ricorda a tutti noi lo scorrere del tempo e l’esaurirsi inevitabile delle possibilità di rimediare agli errori fatti, non solo nella sfera individuale, ma anche in scala globale.

Neve, Il Miracolo di S.Elia, TraMe, Rieti. Ph Marco Bellucci

Neve ha lavorato a Rieti su una superficie di quasi 50 mt, nella storica frazione di Sant’Elia, tappa del Cammino Francescano, in cui si conserva l’affresco raffigurante San Francesco che detta la Regola e la memoria del miracolo “La guarigione dei buoi di Sant’Elia”. Calatosi perfettamente nella drammaticità del momento, così come descritto dalle fonti francescane, e immedesimatosi nello stupore e nel sollievo che il miracolo dovette generare, l’artista ha progettato per la città un’opera evocativa, unica nella sua rappresentazione ma decodificabile per chi si troverà a percorrere quella strada e il cammino religioso su di essa insistente. Neve ha donato alla città Il Miracolo di Sant’Elia, un’opera antica, in grado di confondersi con i migliori dipinti del ‘600, e al tempo stesso un’opera contemporanea, in grado di raccontare paure e speranze dei nostri tempi.
Il Museo Civico ha accolto Strappo alla regola, l’intervento di Sbagliato. Individuato un dettaglio dell’affresco di Domenico Papa, La madonna protegge i fedeli dagli strali della peste (1482-1484), conservato nella Chiesa di San Domenico, il collettivo ha lavorato per integrarlo al contesto offerto dal Museo Civico, nel suggestivo porticato coperto da volte a crociera dell’ex Monastero di S. Lucia. Attraverso un ingrandimento dei campioni prelevati fotograficamente dal contesto originario, Sbagliato ha colto il momento intenso e drammatico, eppure rigoroso, della preghiera. I soggetti protagonisti dell’opera originale, la Madonna della Misericordia e la figura severa di Dio, sono nell’opera del collettivo solo evocati, attraverso la devozione e la sacralità con cui angeli e Santi gli si rivolgono. Attraverso un leggero trattamento cromatico, l’opera appare perfettamente assorbita dalla superficie, rendendo per un attimo reale un pezzo di storia mai avvenuto.

SBAGLIATO, Strappo alla Regola, TraMe, Rieti. Ph Marco Bellucci

Infine, Ale Senso è intervenuta sulla Camera di Commercio. Nell’opera L’uno nell’altro, un’anfora romana custodisce al suo interno un’anfora sabina, in un rapporto di dipendenza e scambio intercorso tra le due culture, la prima nata sulle spalle dell’altra, più antica e già solida. Immerse in un rigoglioso fogliame, allegoria del patrimonio naturalistico reatino, prezioso per l’agricoltura e per il turismo, le due anfore poggiano le basi su quel che sembra essere il ponte cittadino, un tempo via del commercio, ma che, come una ruota dentata, si fa, al tempo stesso, rappresentazione simbolica dell’industria, fulcro dell’attuale economia locale. Nell’opera Il Pendolo, da un lato, un volto anziano evoca la storia industriale della città, con alle spalle la sagoma del primo zuccherificio d’Italia, e nel cavallo furente si manifesta la resistenza di quei lavoratori che hanno contribuito alla crescita della città; dall’altro, un volto giovane guarda verso il futuro, con all’orecchio un pendolo, guida lo studente con il capo chino sui libri nella ricerca di un equilibrio tra la conservazione delle tradizioni e la spinta verso l’innovazione. Un gregge di pecore percorre le due scene, legando il passato e il futuro, proprio come l’opera di Ale Senso, in grado di intrecciare la tradizione storico-artistica del territorio, nelle figure ispirate alle opere di Calcagnadoro e Angelucci, ai nuovi linguaggi del contemporaneo.

Ale Senso, L’uno nell’altro, TraMe, Rieti. Ph Marco Bellucci

Il 25 luglio scorso, al Museo Civico Rieti, ha inaugurato la mostra L’uomo tra arte e digitale. Memorie Reatine e Visioni Future. In quest’occasione, è la tecnologia digitale lo strumento attraverso cui connettere la comunità reatina alla sua storia. Accanto alla mostra fotografica che celebra la storia della comunità attraverso i racconti delle sue diverse generazioni, Vincenzo Marsiglia – artista da anni impegnato nella ricerca digital e nella sperimentazione di nuovi media – interpreta lo sguardo della comunità verso il futuro, attraverso opere partecipate che si avvalgono dell’utilizzo degli Hololens 2, dispositivi per la realtà aumentata di ultima generazione…
L’uomo tra arte e digitale è una mostra realizzata con il coinvolgimento diretto dei reatini, invitati a condividere con la comunità le proprie fotografie storiche, per intraprendere insieme un percorso di riscoperta del proprio passato. Le immagini messe a disposizione dai cittadini, esposte negli spazi dell’Atelier Racconti Contemporanei, rendono le “tracce di memoria” di ciascuno “storia pubblica” attuale, memoria contemporanea. Immagini legate a fatti e periodi storici, storie di moda e di costume, la vita scolastica e gli anni del “boom”, la mostra porta negli spazi del Museo Civico uno spaccato della vita reatina. La storia di Rieti è raccontata attraverso gli sguardi e i ricordi delle diverse generazioni che l’hanno vissuta, alimentando il senso di appartenenza alla comunità e la volontà di contribuire alla progettazione del futuro della città e alla valorizzazione del territorio.

La mostra L’uomo tra arte e digitale, TraMe, Rieti. Ph Mario Mazza

In esposizione, in dialogo con le fotografie dei cittadini, le opere interattive di Vincenzo Marsiglia, in grado di riflettere in tempo reale il passaggio dei visitatori e di restituirne figure e volti alterati attraverso codici grafici progettati dall’artista. Una stella a quattro punte, diventata ormai elemento distintivo di Marsiglia, segno costante nella molteplicità di generi artistici da lui sperimentati nel corso del tempo, proietta il passante in un mondo altro, in cui la realtà si mescola con l’illusione digitale. Se le immagini di famiglia raccontano il passato dei reatini, ore di posa dinanzi ai primi obiettivi fotografici per immortalare momenti intimi e personali, i lavori di Marsiglia raccontano invece il presente vivo della città, invitando i visitatori a fermarsi dinanzi agli schermi interattivi per specchiarsi ancora una volta e lasciare che le opere riprendano e restituiscano filtrati stati d’animo ed espressioni spontanee.

Dettaglio visione esperienza dal dispositivo Hololens 2, nell’ambito della mostra L’uomo tra arte e digitale. Memorie reatine e visioni future, TraMe, Rieti

Una sperimentazione completamente nuova prende vita nel Museo Civico di Rieti, da vivere attraverso l’utilizzo degli Hololens 2, i più innovativi visori per la mixed reality ad oggi presenti sulla scena tecnologica, non ancora lanciati sul mercato italiano e per la prima volta utilizzati per la realizzazione di un’opera d’arte. Indossando il nuovo visore della Microsoft, i visitatori si troveranno immersi in un ambiente misto, le creazioni digitali di Vincenzo Marsiglia si sovrapporranno allo spazio espositivo esistente e alle opere allestite, e nell’Atelier saranno visibili oggetti e installazioni virtuali, con cui sarà possibile interagire. Vincenzo Marsiglia proietta tutti visitatori in uno spazio nuovo, un limbo tra realtà e illusione, in cui è possibile veder coesistere oggetti tangibili ed elementi effimeri e incorporei.
Il 9 settembre 2020, in occasione del finissage della mostra, sarà organizzato un evento all’aperto, proiezioni interattive prenderanno vita nel chiostro dell’ex Monastero di Santa Lucia, il pubblico, accolto nel Museo Civico, sarà coinvolto in un’esperienza sensoriale di grande impatto fisico ed emotivo, avvolto dalle musiche di Ocrasunset.

Veduta della mostra L’uomo tra arte e digitale, TraMe, Rieti. Ph Mario Mazza

L’uomo tra arte e digitale. Memorie reatine e visioni future

25 luglio – 9 settembre 2020

Museo Civico di Rieti, Sez. Archeologica
Via Sant’Anna 4, Rieti

Orari: dal martedì al giovedì dalle 8.30 alle 13.30; dal venerdì al sabato dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Lunedì e festivi chiuso.
Ingresso gratuito

Info: www.tra-me.org
http://museo.comune.rieti.it/

 

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