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BERGAMO | Traffic Gallery | 26 settembre – 14 novembre 2020

di MATTEO GALBIATI

La Traffic Gallery di Bergamo ha voluto dare un taglio particolare alla mostra TRE – Three Rooms’ Exhibition che, nata come premio speciale assegnato dalla galleria all’interno del Premio Arteam Cup 2019, vede riuniti tre diversi artisti con tre progetti specifici. La tripartizione di questa mostra, infatti, ha permesso di riunire comunque in un’unica progettualità, seppur separata negli spazi espositivi, esperienze e poetiche differenti che, nell’autonomia della singola proposta, riescono a dialogare nonostante le loro diverse concezioni e anime, Carolina Corno, Diego Dutto e Vincenzo Marsiglia, gli artisti protagonisti di questo progetto speciale della galleria bergamasca. Un dialogo che ha convergenza nel carattere sperimentale della ricerca della galleria che sempre, nelle sue interessanti proposte, ci ha abituati ad un raffinato eclettismo che testimonia, con efficacia, uno spaccato ampio e variegato sulle ricerche contemporanee, soprattutto se legato ad artisti giovani e/o emergenti.

TRE – Three Rooms’ Exhibition. Room 2: Carolina Corno _ In the Name, installation view, Traffic Gallery, Bergamo Courtesy Traffic Gallery Photo by Zoe Rigante

In questo senso, infatti, la regia curatoriale di Milena Becci e del gallerista Roberto Ratti – che li ha selezionati visitando la mostra dei finalisti del premio dello scorso anno nella cornice suggestiva di Villa Nobel a Sanremo – guida questi tre artisti in una progettualità essenziale e libera capace di mettere in evidenza le specificità e i contenuti più rilevanti del loro pensiero, riuscendo, alla fine, a visualizzare una chiave comune, sottile e molto ponderata.
Nella Project Room Vincenzo Marsiglia propone un’opera ambientale (oltre ad alcuni fold a parete) esito delle sue proposte più recenti in cui il suo segno connotante trova la possibilità di estendersi all’ambiente secondo un’interpretazione installativa che, legandosi così saldamente al luogo, è sempre rinnovabile e diversa. Gli specchi moltiplicatori dello spazio e la luce di Wood, che modifica lo statuto percettivo, fanno risaltare e rilanciano un segno definito da fili che disegnano, nell’ambiente della stanza, superfici e piani, linee e forme. Queste presenze impercettibili non solo alterano la vivibilità del luogo, ma estendono il fattore percettivo dell’opera alla complessa correlazione di sensibilità e interconnessioni vivibili in loco.
Nella Main Room è protagonista Carolina Corno che, con le sue scritture ripetute, eleva a mantra visivo una riflessione tautologica sul sé, sull’identità e sull’essere (e di conseguenza sull’esistenza) partendo dalla ripetizione calligrafica del proprio nome. Il nome scritto in vortici centrifughi (o centopiedi?) predispone alla visione la parola come reperto antico, come traccia rituale che, ribadita in successione fitta, disperde e accentua le tracce del suo (e nostro) un vissuto. Materiali differenti, superfici e durezze variabili esprimono la pertinace volontà di affermazione che il nome, alter ego della vita, su di esse si imprime.

Diego Dutto, Reperto, 2019, resina, patinatura e teli nylon, dimensioni variabili Courtesy Traffic Gallery Photo by Zoe Rigante

Infine nella Terza Stanza ritroviamo i due poli opposti – ma sempre congruenti – della ricerca visiva di Diego Dutto che, con una scultura e una più recente serie di disegni, ampia estensione minimale dei volumi scultorei, mette in scena una complessa installazione che chiarisce il processo di definizione della forma organica. Queste immagini spingono chi osserva ad interessarsi all’analisi dell’imperfetta perfezione naturale la cui logica sfugge i meccanismi produttivi artificiali (pure indagati in altre serie di opere dallo stesso artista). La technè della Natura qui si propone come imprevedibile repertorio di una fittizia fase progettuale tracciata dalla mano dell’artista che ha poi riscontro non più immaginifico, ma tangibile, nell’esito finale di una scultura che, forse recuperata da tempi atavici, custodita e protetta, si eleva a reperto-frammento da tenere come memoria.
In tutte le opere è il valore del segno-forma che, identificando il fare degli artisti, lascia subentrare sempre un coinvolgimento diretto e immediato del luogo che l’accoglie, abbracciando la sensibilità di chi guarda che, in tal maniera, non resta mai ancorato solo ad una visione superficialmente passiva, ma ha sempre modo di indagare, comprendere, ritrovare nella propria intuizione le idee vivificanti che queste opere, preludio narrativo, vogliono donarci come esperienza.

TRE – Three Rooms’ Exhibition. Room 1: Vincenzo Marsiglia _ Be Reflected | Room 2: Carolina Corno _ In the Name | Room 3: Diego Dutto _ Skeleton
a cura di Milena Becci
in collaborazione con Arteam – Associazione Culturale

26 settembre – 14 novembre 2020

Traffic Gallery | Contemporary Art
Via San Tomaso 92, Bergamo

Info: +39 035 0602882, +39 338. 4035761
info@trafficgallery.org
www.trafficgallery.org

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