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MILANO | ARTRA Arte Contemporanea | Fino all’8 novembre 2023

di MATTEO GALBIATI

Elemento centrale, vero e proprio motore narrativo della mostra, è un tronco d’albero abbattuto e squarciato, divelto dalla violenza di quella tempesta eccezionale – sarà davvero così eccezionale se ormai siamo sempre più costretti a fare i conti con eventi tanto frequenti? – che si è abbattuta su Milano e hinterland la scorsa estate. Un simbolo. Drammatico e urgente nella sua “brutale” schiettezza, e per questo pare essere forte monumento della sua stessa fragilità.

Helga Franza, La Caduta del Cielo, 2023, exhibition view, Courtesy Artra Gallery, ph Matteo Cremonesi

Helga Franza (Messina, 1967), per la sua seconda mostra personale da ARTRA Arte Contemporanea a Milano, sceglie di essere osservatrice del mondo e dei suoi accadimenti, radicando nella sua ricerca estetica un’attenzione particolarmente sensibile per l’attualità della nostra storia. Il tentativo delle sue opere è di porsi come monito, come indicatore di prudenza, mezzo di riflessione e di pausa per capire cosa sta veramente avvenendo. Quale è la dimensione della realtà in cui ci muoviamo.
Se è vero che consumiamo in fretta le tragedie, Franza nelle sue opere, apparentemente semplici, ma riccamente complesse di rimandi e deviazioni, ci obbliga a cogliere, quasi nell’assenza, l’essenza vera delle cose e del loro mutare. Così la galleria si dissemina di misurate presenze, diffuse e disperse, precarie e incerte, che scandiscono il tempo dell’osservazione come metronomi del pensiero – il nostro – che cerca la via della significazione, che si impegna a “tessere” tra loro i pezzi di qualcosa che ha la necessità di doversi dichiarare.

Helga Franza, La Caduta del Cielo, 2023, exhibition view, Courtesy Artra Gallery, ph Matteo Cremonesi

Installazioni, sculture, opere pittoriche e tessili sono una summa di un diverso agire che ha sempre il suo punto di coerenza nell’impronta emotiva ed emozionale che li ha generati e, attivandoli, ne risolve anche le intricate trame. Franza agisce per una facoltà combinatoria: sa miscelare bene i distillati di evocazioni assai diverse che combinano i ritmi naturali con quelli artificiali e tecnologici; marca le impronte di processi umani – finalizzati a consumi rapidi ed altrettante rapide produzioni – e quelle dei tempi della Natura, il cui equilibrio è affermato dalla sua atavica e giusta risoluzione millenaria.

Helga Franza, Geometrie intuitive – Disegni di spazi con un numero molto elevato di dimensioni, 2023, Courtesy Artra Gallery, ph Matteo Cremonesi

Ritmi diversi si oppongono e confrontano, pesi e misure differenti miscelano i reciproci grafismi in una letteratura visiva che vuole provare a determinare nuove traiettorie con cui pensare il nostro presente e il nostro domani. Queste opere – sinergicamente nell’insieme – sono dispositivi che Franza mette in funzione davanti a noi per cercare di eliminare le scuse che ci raccontiamo, per spezzare l’orientamento di topoi culturali che, ormai arrugginiti e incancreniti, sono ancorati a posizioni decisamente superate. Lo sappiamo, conosciamo questa verità, ma continuiamo colpevolmente a voltarci da un’altra parte. Da artista si sente in obbligo, allora, di suggerire altri strumenti di conoscenza, utili a spostare lo sguardo su prospettive del reale che non siano più esclusivamente intese alla maniera occidentale.

Helga Franza, Serie Entangled – Due foglie, 2023, Courtesy Artra Gallery, ph Matteo Cremonesi

Ecco allora l’importanza del titolo della mostra, La caduta del cielo, che, preso dall’omonima raccolta di conversazioni tra l’antropologo Bruce Albert con lo sciamano e portavoce degli Yanomani dell’Amazzonia, Davi Kopenawa, acquisisce un preciso valore simbolico: chi più di un’intera popolazione a rischio di estinzione, può avere gli strumenti giusti per dirci qualcosa? Loro che, in equilibrio con il mondo di cui hanno sempre seguito i ritmi, sono stati travolti dalla nostra civiltà che non ha solo fagocitato la loro cultura, ma ha annientato il loro ambiente. Secondo una visione “cosmologica della Natura” proviamo adesso a impedire l’imponderabile caduta del cielo. Così come una matita prova a sorreggere quell’albero caduto, tentativo di puntellare quello che non vorremmo mai fosse davvero un destino ineluttabile.

Helga Franza. La caduta del cielo
a cura di Roberto Borghi
co-curata da Mengyin Wang
con un testo di An Paenhuysen

2 ottobre – 8 novembre 2023

ARTRA Arte Contemporanea
via Giuseppe Parini 9, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 14.30-19.00 

Info: +39 333 3260984
+39 3423579950
artragalleria@tin.it
www.artragalleria.it

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