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CREMONA | CHIESA DI SAN CARLO | FINO AL 9 SETTEMBRE 2022

di REBECCA DELMENICO

Il progetto San Carlo, con sede nella seicentesca chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona, è un progetto di mostre di arte contemporanea che è stato reso possibile grazie a Form.The Creative Group in collaborazione con A Palazzo gallery di Brescia. Anche se al primo anno d’esordio, le mostre fino ad ora presentate non hanno deluso le aspettative, vedendo partecipi alcuni importanti artisti contemporanei, entusiasti di poter creare un dialogo fra le proprie opere e un luogo così evocativo e pregno di storia, nella compenetrazione tra antico e contemporaneo, un matrimonio non sempre facile, soprattutto se consideriamo gli importanti volumi della chiesa che gli artisti chiamati a partecipare hanno saputo gestire e interpretare in virtù di una lunga esperienza.

Dara Friedman, The Tiger’s Tail, 2022, installazione San Carlo, Cremona. Suono, luce colorata, video proiezione bi-facciale, disegno sul pavimento.

Ogni mostra è una presentazione site specific e personale del lavoro di ogni artista, caratterizzato da diversi media. Per l’esposizione di apertura, Glitches, protagonista è stata l’artista Servane Mary con una serie di tre dipinti di grandi dimensioni progettati appositamente per rispondere all’architettura e all’ampiezza del luogo. Per la seconda mostra, Servan Mary ha invitato l’amico Mark Handforth che ha presentato White-Light-Whirlwind, un monumentale disegno di luce alto 16 metri che si snodava all’interno della cupola barocca di San Carlo mentre la terza mostra, attualmente in corso, The Tiger’s Tale, è stata realizzata da Dara Friedman, una scelta non casuale, sia per il ruolo che l’artista ricopre nel panorama della video arte, sia per la volontà di presentare, in questo primo anno del progetto San Carlo, una sorta di panorama underground americano in tutte le sue declinazioni, dalla pittura di Servane Mary, all’installazione di Mark Handforth fino alla video-performance della regista Dara Friedman a cui piace pensare alle proprie installazioni come un’esperienza partecipativa, ha infatti dichiarato in un’intervista “Il ruolo dell’artista è quello di accendere una luce nei nostri pensieri per stabilire una connessione e condividerli con altri, che sono sostanzialmente estranei”.

Dara Friedman, The Tiger’s Tail, 2022, installazione San Carlo, Cremona. Suono, luce colorata, video proiezione bi-facciale, disegno sul pavimento.

Con  l’installazione The Tiger’s Tail nella chiesa di San Carlo Dara Friedman ha occupato, come dice lei stessa, ogni singola particella d’aria dello spazio, dal video Mandorla, a The Tiger’s Tail, un labirinto disegnato sul pavimento passando per il suono di questa video-installazione performativa, fino alla luce aranciata che pervade l’ambiente, ottenuta anche grazie a pellicole colorate applicate sui vetri. Una esperienza altamente immersiva, infatti per Dara Friedman il colore rappresenta un luogo, uno spazio in cui siamo trasportati. Il video Mandorla, proiettato su un grande doppio schermo sospeso dalla cupola centrale della chiesa, è stato realizzato durante il periodo del Covid-19, a Miami. Dara Friedman racconta che ogni giorno vedeva il sole sorgere e tramontare sull’Oceano e ha deciso di filmare questo susseguirsi di albe e tramonti dove c’è anche la presenza umana, si vedono infatti delle barchette, ha incrociato queste due pellicole e in quel momento si è rivelata all’artista in modo del tutto casuale, la forma della vesica piscis ovvero di una mandorla, ottenuta sovrapponendo due cerchi, in questo caso i due globi solari. Durante il video compare una pantera che sfida lo spettatore con lo sguardo e con il movimento ipnotico della lunga coda crea un legame con il labirinto disegnato sul pavimento che ha il suo punto centrale esattamente sotto lo schermo.

Dara Friedman, The Tiger’s Tail, 2022, installazione San Carlo, Cremona. Suono, luce colorata, video proiezione bi-facciale, disegno sul pavimento.

Dara Friedman realizza spesso labirinti, ognuno di essi è unico, in questo caso l’artista ha usato dei gessetti colorati per realizzare un intricato mandala, con un solo punto d’entrata e di uscita, che si protende verso l’esterno con le sue curve trattenute nello spazio da cavi di ferro tensionati. Il percorso del labirinto porta a muoversi attraverso lo spazio, e qui emerge la parte performativa cui è chiamato ciascun spettatore. Per muoversi si è costretti a ruotare fisicamente il proprio corpo, talvolta procedendo si ha la sensazione di tornare indietro, e di non sapere dove è la fine di questo sentiero. Dara Friedman esprime una similitudine tra questo labirinto e la vita umana, in cui mettiamo tanto sforzo per procedere e in cui talvolta torniamo indietro per fare un bilancio delle nostre esperienze. Afferma infatti l’artista “Il labirinto è una sorta di “mappa mentale”, uno strumento, un contenitore per tutto ciò che è necessario che contenga. Forse una mappa del percorso orbitale di Mercurio. Una struttura che aiuta letteralmente a navigare tra le pieghe della vita. Credo che sia stata usata come strumento per spiegare il cammino verso Dio agli analfabeti nel Medioevo, anche se è molto più antica. Una preghiera che si percorre, che si muove. È una “forma vivente”, nel senso che è mutevole e può cambiare per adattarsi a qualsiasi cosa abbia bisogno di affrontare, in tutti i sensi. Al centro del labirinto c’è il Nulla, che è anche il Cuore in continua espansione. Quando si segue il sentiero, nel punto in cui si sente di essere più vicini al centro, è anche il punto in cui improvvisamente ci si trova più lontani da esso. Non c’è da preoccuparsi, il sentiero gira di nuovo… Non si sa mai bene dove si sta andando, eppure non ci si perde”.

Dara Friedman, The Tiger’s Tail, 2022, installazione San Carlo, Cremona. Suono, luce colorata, video proiezione bi-facciale, disegno sul pavimento.

A completare l’esperienza, l’artista inserisce una colonna audio non sincronizzata col video creata registrando due singole note di violino sovrapposte al suono di alcuni gong che fa emergere ancora una volta la tensione che è il comune denominatore di questa mostra. Tensione che si manifesta dagli archi solari, dall’immagine della pantera, passando per la tensione di questo labirinto le cui curve sono contenute nello spazio, fino alla vibrazione dell’audio che risuona tra le imponenti mura della chiesa: per Dara Friedman questa è la vibrazione della vita e del procedere nell’esistenza.

 

DARA FRIEDMAN. THE TIGER’S TAIL

11 giugno – 9 settembre 2022

San Carlo Cremona

Via Bissolati 33, Cremona

Aperto su appuntamento

Info: +39 338973649
info@sancarlocremona.com
www.sancarlocremona.com

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