VENEZIA | Marignana Arte | 11 febbraio – 29 aprile 2017
di IGOR ZANTI
Poco più di un mese fa la galleria veneziana Marignana Arte ha inaugurato il primo capitolo di un progetto espositivo in due fasi a firma congiunta di Clarissa Tempestini e Ilaria Bignotti.
La responsabilità curatoriale di questo primo capitolo è affidata a Clarissa Tempestini che esordisce riunendo nello spazio espositivo veneziano sei artisti: Vanessa Safavi, Tyra Tingleff, CCH, Laura Renna, Francesco Candeloro e Enrico Boccioletti.
Alla base di tutto troviamo un testo, The hidden dimension (1966), dell’antropologo statunitense Edward T. Hall. Testo che, con la sua pubblicazione nel 1963, inaugura gli studi e le teorie relativi alla prossemica.
Nel caso della mostra veneziana gli spunti suggeriti da Hall si declinano, in maniera quasi filologica, in una ricerca che influenza il lavoro degli artisti evidenziando il rapporto percettivo e fisico tra l’opera d’arte e lo spettatore.
Proprio la percezione del sé e della mancanza del sé, il rapporto reiterato o negato dell’essere umano con lo spazio fisico che vive, sembra essere il tema, il file rouge, che unisce i lavori di CCH ed Enrico Boccioletti.
Nel primo caso, l’azione riflettente dello specchio ribadisce la presenza che viene invece negata nelle rielaborazioni fotografiche di Enrico Boccioletti caratterizzate da una costante damnatio della figura umana.
Sempre in rapporto antitetico si pongono, invece, i lavori di Francesco Candeloro e di Tyra Tingleff.
Come in un aritmico passo a due lo spazio esistenziale viene rinchiuso da Candeloro sotto strati di plexiglass colorato che, nell’intenzioni metaforiche dell’artista, divengono una sorta di filtri cromatici che incidono sulla percezione del reale.
Il movimento implosivo di Candeloro trova il suo contrappasso nell’energia esplosiva, a stento contenuta dal limite della tela, della pittura neo astratta di Tyra Tingleff, dove strati di colore si sovrappongono e si organizzano in previsione di una invasione dello spazio circostante.
Il derma siliconico di Vanessa Safavi, invece, sembra essere compagno di “prigionia” dei segni sotto plexiglass di Francesco Candeloro, sebbene in questo caso il derma, per l’implicito utilizzo di una sineddoche metaforica, viene utilizzato come una messa in scena della drammaticità dell’esistenza umana.
Una parte importante dello spazio espositivo è, inoltre, occupata da Groove, la bellissima installazione di Laura Renna, che pare riassumere, in una sorta di compendio finale, tutte le esperienze e le ricerche dei suoi compagni di avventura.
All’interno di questa natura germinata ed invadente immaginata da Laura Renna, si conclude la visita alla mostra, lasciando lo spettatore imprigionato in una dimensione in cui le distanze tra fruitore e fruito sono annullate e i ruoli e i confini di genere si assottigliano fino a sparire completamente, rendendo, in un certo senso, reali e le idee teorizzate da Hall in The hidden dimension.
The hidden dimension. Chapter I
a cura di Clarissa Tempestini
11 febbraio – 29 aprile 2017
Marignana Arte
Dorsoduro 141
Rio Terà dei Catecumeni, Venezia
Info: +39 041 5227360
info@marignanaarte.it
www.marignanaarte.it