MILANO| PAC Padiglione d’Arte Contemporanea | 27 novembre 2021 – 13 febbraio 2022
di MATTEO GALBIATI
Un cancello di metallo chiude emblematicamente l’ingresso della prima sala del PAC, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, apparentemente bloccandone l’accesso. Una cancellata alta che, non lasciando spiragli e generando un confine, un limite vincolato e vincolante, non ci lascia altra soluzione che aprire quell’opprimente e decontestualizzato impedimento per scegliere, deliberatamente e volutamente, se entrare. Così non si accede solo per ammirare una mostra, ma con la nostra scelta/azione ci si vuole intenzionalmente immergere e avvicinare, già da subito impegnati, nelle riflessioni che Tania Bruguera (L’Avana, Cuba, 1968), tra i più importanti e significativi artisti attivisti del panorama contemporaneo, ci propone in La verità anche a scapito del mondo, prima sua grande personale in Italia. È un gesto, simbolico, ma di chiaro indirizzo e di inequivocabile senso.
Ecco allora che le opere esposte, performance-installazioni (alcune inedite), per Bruguera sono un vero e proprio strumento di azione e di intervento solleciti, capaci di operare immediatamente sulla volontà e sulla sensibilità del pubblico che, in quanto proposto, non trova mai solo qualcosa da “vedere”, ma sempre qualcosa da comprendere e analizzare, qualcosa su cui riflettere con concentrazione e attenzione, dopo esserne stato “toccato” direttamente. Quello che non si può più avere è l’indifferenza.
L’apporto più potente della ricerca dell’artista è, infatti, quel saper sensibilizzare, senza mediazioni, la nostra coscienza su temi di assoluta importanza nell’attualità del nostro tempo, abile nell’intervenire in ogni luogo perché capace di riadattare e riconfigurare sinceramente, rispetto al contesto e al momento, la puntualità del suo spunto che mai, comunque, perde l’urgente motivazione originaria. Ogni sua opera ri-alimenta l’opportunità di quel confronto che diventa, con l’altro, un dialogo vero, schietto, senza filtri o mediazioni. Bruguera ci mette davanti alla nostra coscienza: il nostro pensiero è messo a nudo rispetto a convinzioni che, forse erano certe, ed ora sono rivalutate alla luce di quanto qui ci viene non solo raccontato, ma di cui siamo noi stessi protagonisti. In questo senso quella coscienza deve essere decisiva volontà attiva-ta.
La visita a questo straordinario progetto espositivo – lo diciamo davvero senza enfasi e senza retorica di circostanza – costituisce una svolta laddove si sente la presenza invisibile e silenziosa dell’artista, filtrata attraverso lavori che attestano quella sincera, benché a volte dura, verità da lei espressa. Verità che torna ad essere, quindi, messa al centro della nostra esperienza, conquistata attraverso una pratica partecipativa che colma il divario con cui siamo soliti separare l’arte dalla vita, forse nel vano tentativo di salvaguardare una dall’altra. No qui invece l’arte si sporca magnificamente con la vita. L’arte si deve corrompere di vita. Questo è un altro confine che Bruguera sa abbattere in un modo quasi solenne.
Il suo linguaggio acquisisce quell’“utilità pratica” propria dell’attivismo; un attivismo, però, particolare perché rimette a noi la fiducia dell’azione, vede in noi i primi vettori agenti di cambiamento. Noi siamo parte autentica della cronaca della storia umana, siamo noi al centro di quanto avviene e le nostre sensazioni, stimolate, pungolate, stupite, spaventate, immobilizzate o ammutolite da Bruguera, hanno in sé il germe di una nuova rivoluzione quando ritorneremo, dopo la visita, a vivere nel mondo.
Bruguera ci aiuta a ritrovare la voce, spesso inespressa, del nostro pensiero critico appiattito dal conformismo e dall’opportunismo di convenienza. L’artista, nel suo saper essere anche “scomoda”, ci manifesta l’importanza, fondamentale per il nostro sistema sociale, del rispetto, del diritto, dell’impegno alla verità.
Il titolo della mostra, esemplificativo sunto di un passaggio cruciale dell’intervista che, nel 1964, la filosofa tedesca Hannah Arendt (1906-1975) rilasciò alla TV della Germania Ovest, pone la questione della verità come fondamentale rispetto ogni altra cosa. Bene superiore rispetto anche al mondo stesso. Il linguaggio di queste opere (che volutamente in questo nostro breve e sommario commento non citiamo e non descriviamo per non togliere la bellezza dell’attesa alla loro esperienza diretta) si fa, così, denso di metafore e di rimandi, di citazioni e riferimenti, che sono la base fondante dell’originalità con cui l’artista cubana ricorre alla performance e all’installazione come luogo di un procedere che si fa più forte, perché consapevolmente compreso e condiviso nell’indirizzo della verità.
La forza di questo nobile e sensibile attivismo sta nella sincerità del suo principio: vivere nella verità che può essere altrimenti raccontata, vissuta, esperita, sottolineandosi anche senza eccessi e senza clamori, forse anche senza dover sposare o aderire alla violenza inderogabile dei massimi principi ideologici. L’importanza della consapevolezza della verità è il regalo di Tania Bruguera, consegnatoci con la consapevolezza, la fiducia, il rispetto e la volontà di ritrovare quella critica osservazione che non deve essere mai abbandonata e che, al contrario, oggi più che mai deve tornare ad essere sentita urgente e importante. Spetta noi ammetterla ed estenderla alla nostra vita.
Lo spazio espositivo milanese, con questo progetto, conferma nuovamente la sua impostazione di luogo deputato alle sperimentazioni più trasversali dell’arte, volendo dare ai suoi visitatori un’ulteriore occasione per comprendere e apprezzare l’opera di importanti autori che, come Bruguera, con il proprio lavoro, non solo rinnovano le riflessioni estetiche, ma dichiarano apertamente il proprio impegno sociale, filosofico, politico e liberamente ideologico.
Ripensando al cancello dell’ingresso, scegliendo di aprirlo e varcandone la soglia, non entriamo allora in un luogo in cui si narrano storie di oppressione, di immigrazione, di confino, di censura, di arresti, di repressione o di alterazione della storia attraverso l’arte, ma accogliendo l’empatia e la sollecitudine con cui le narrazioni di Bruguera ci interrogano e sollecitano, abbiamo aperto la gabbia dei nostri pregiudizi. Non siamo banalmente venuti a vedere una mostra, ma abbiamo superato il vincolo dell’indifferenza, uscendo, di fatto, dalla nostra consuetudine ordinaria.
Ci siamo liberati per poter provare a leggere il mondo con la forza di altre verità.
Tania Bruguera. La verità anche a scapito del mondo
a cura di Diego Sileo
prodotta dal PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
promossa da Comune di Milano – Cultura
catalogo bilingue Silvana Editoriale con contributi di Tanya Barson, Fernanda Brenner, Cecilia Fajardo Hill, Tom Finkelpearl, Alistair Hudson, André Lepecki, Roberto Pinto, Gabriela Rangel, Rafael Rojas, Suset Sanchez, Lucia Sanroma, Alain Vanier, Catherine Wood, oltre al testo del curatore Diego Sileo e una lunga intervista all’artista
27 novembre 2021 – 13 febbraio 2022
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14, Milano
Orari: da martedì a domenica 10.00-19.30; giovedì 13.00-22.30; ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura; chiuso lunedì; orari performance su pacmilano.it
Ingresso intero €8.00; ridotto €6.50; ridotto speciale €4.00; visite guidate gratuite ogni domenica ore 18.00
Info: www.pacmilano.it