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BRESCIA | E3 arte contemporanea | Fino al 21 novembre 2019

Intervista a SILVIA SERENARI di Anna Lisa Ghirardi

Abbiamo visitato, presso la galleria E3 arte contemporanea di Brescia, la personale di Silvia Serenari, Una realtà separata, in cui sono esposti quattro significativi progetti: Anima Urbis/Iter Perferctionis, Iter Mysticum e Fluctuationem meam, Anima Arboris che percorrono un lungo iter di tempo, dal 2005 ad oggi.
In essi è manifesta la ricerca artistica legata alla sacralità sia della cultura occidentale sia di quella orientale e il cammino spirituale e contemplativo compiuto dall’artista. Ci facciamo guidare da Silvia Serenari per addentrarci al meglio nelle tematiche esplorate e vedere una “realtà altra” nelle sue caleidoscopiche e raffinate immagini…

Silvia Serenari, Fluctuationem meam 2, 2017, cm 80×80, stampa digitale su pvc su forex + stampa digitale su plexiglass trasparente

È iniziata prima la tua ricerca spirituale – intrisa di filosofia, religione, esoterismo e simbolismo alchemico – o quella artistica? Quando i due percorsi si sono incontrati?
Prima la ricerca spirituale. A 20 anni cominciai a leggere i libri di Castaneda e a studiare lo sciamanesimo, un universo meraviglioso che mi ha aperto la mente. Inizialmente l’interesse per una “una realtà separata” era circoscritto alla mia esperienza personale. Tramite letture, esercizi e meditazione, cercavo di arricchire la mia sfera percettiva. Poco dopo mi comprai una macchina fotografica per documentare i luoghi che consideravo carichi di magia, mi iscrissi alla facoltà di filosofia ed inizia a frequentare ambienti che pensavo mi aiutassero nel mio percorso.  La svolta decisiva è stata quando ho capito che ero portata per un cammino individuale. Nel 2000 a Roma, attraverso l’arte, ho costruito il mio percorso, sintesi delle ricerche spirituali e artistiche.

SILVIA SERENARI. UNA REALTÀ SEPARATA, veduta della mostra. Courtesy: E3 arte contemporanea. Ph. Raffaele Trivino

Credo che per comprendere i lavori qui presentati sia importante conoscere l’origine del tuo cammino artistico…
Sulla scia del pensiero di Hillman, ho creato Anima Urbis la ricerca dell’anima della città. A Roma, nel 2003, chiusero un tratto della tangenziale. Ne approfittai per fare foto e, su questo “mostro metropolitano”, ho capito che, non solo la natura predispone l’anima alla contemplazione, non solo in meditazione si raggiungono alte vette, anche in una città caotica si può “vedere” al di là della realtà sensibile. Iniziai a fotografare strade e palazzi e a trasformarli in geometrie sacre, armoniose e simmetriche, creando una “realtà separata”. Realizzai anche il primo video, un fluido susseguirsi di immagini simmetriche su un tappeto sonoro composto mischiando musica sacra a suoni della strada, lavoro denso di suggestioni, sintesi del mio pensiero. Trasformare, attraverso l’arte, la realtà che ci circonda per svelare il disegno e l’armonia che la sottende.

Silvia Serenari, Anima Urbis 22, 2005, cm 40×40, fotoceramica

A proposito di realtà separata, titolo anche di questa tua mostra personale, ci spieghi cosa intendi?
La realtà è molto più profonda e ricca di come la percepiamo. Lo sciamano vede l’universo come campi di energia, il matematico ne percepisce l’ordine e lo trasforma in numero e in formula, un fiocco di neve al microscopio è una struttura simmetrica, le lacrime cambiano forma a seconda del nostro stato d’animo. Tutto ciò che ci circonda custodisce “una realtà separata”, basta trovare la chiave di accesso a questo mondo magico.

La natura è elemento conduttore del tuo lavoro, che essa sia celata nei dettagli architettonici, come quelli di Santa Maria del Fiore in Anima Urbis, o manifesta come negli altri cicli. La perfezione delle forme è rivelata dalla natura e diventa nel tuo lavoro elemento fondante. Quali sono gli elementi naturali e le relative simbologie a cui sei più legata?
Il mare e gli alberi. Il mare è per eccellenza la madre dell’universo, del cosmo e dell’umanità. In 7 anni ho fermato lo scintillio che si forma sulla sua superficie, cristallizzato le onde dei suoi stati furiosi, respirato la calma della sua quiete e trasformato la distesa argentea in stella ad 8 punte, simbolo di rinascita spirituale. Da qui sono nati diversi cicli di opere, in questa mostra è presentato Fluctuationem meam.
L’albero per le sue radici nel suolo e per i rami al cielo è ritenuto simbolo dei rapporti tra terra e cielo. Viene associato all’uomo, entrambi hanno un’essenza terrestre ed una celeste. Gli alberi che amo sono spogli, esili e tortuosi, attraverso di essi, adoro guardare il cielo. Come si può vedere nella serie in bianco e nero di Anima Arboris.

Silvia Serenari, Anima Arboris 45, 2019, cm 30×30, stampa digitale su carta baritata su dibond

Il ciclo Iter Mysticum nasce dalla rielaborazione di un unico scatto fotografico di una tua ciocca di capelli. Cosa ci racconti di questo lavoro?
Stavo fotografando un grattacielo alla Défense e una folata di vento fece si che la mia ciocca diventasse protagonista della foto. Quello scatto è rimasto inutilizzato per anni, fino a quando, per una mostra che accomunava l’artista al veggente, da quella immagine, nacque Iter Mysticum. In questo progetto la foto mi ha guidato nella creazione del lavoro. Una foto dove il fato ha voluto che il vento ne diventasse l’artefice. Iniziai così a interpretare i simboli in essa contenuti. La parola “pneuma” significa sia il soffio di vento, sia lo Spirito Divino. I capelli sono simbolo della forza divina. La nuvola fa da schermo tra le percezioni degli uomini e le realtà divine. Il tutto si tradusse in opere che contenevano elementi femminili, bocca, fiore e cerchio, e che sottolineavano la predisposizione che la donna ha ad accogliere ciò che dall’esterno si rivela.

Silvia Serenari, Iter Mysticum 39, 2015, cm 50×50, stampa digitale su pvc su forex + stampa digitale su pvc su plexiglass trasparente

Oltre alla fotografia, quali mezzi espressivi hai esplorato nel corso del tuo percorso artistico?
Per vari anni ho usato la fotografia digitale rielaborata e il video. In Alchymia Maris, la mia precedente personale, ho introdotto la scultura, l’installazione e un rituale collettivo, realizzando lavori con pietre forate, raccolte sul mare, chiamate “pietre di Odino”, alle quali vengono attribuiti poteri magici. Realizzano desideri, mettono in contatto con gli spiriti e, guardando attraverso il foro, aprono la vista su mondi ultrasensibili.

Attualmente a cosa stai lavorando?
A due progetti legati al femminile. La luna e i fiori.

Hai progetti in cantiere?
Sto leggendo La religiosità della terra di Duccio Demetrio, per un progetto futuro. Tratta della meraviglia e della commozione che si prova d’innanzi alla natura. Vorrei, per questo lavoro, creare opere anche per l’udito e l’odorato, sensi molto importanti nella percezione degli elementi naturali.

SILVIA SERENARI. Una realtà separata.
a cura di Simona Bartolena

5 ottobre – 21 novembre 2019

E3 arte contemporanea
via Trieste 30, Brescia

Orari: giovedì – sabato 15:30-19:30 o su appuntamento

Info: www.e3artecontemporanea.com

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