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VENEZIA | Palazzo Fortuny | 9 febbraio – 8 aprile 2013

Intervista a MIRCO MARCHELLI di Viviana Siviero

Scena muta per nuvole basse è il titolo della nuova mostra personale di Mirco Marchelli, inaugurata a Palazzo Fortuny di Venezia, a cura di Paolo Bolpagni e Elena Povellato, in collaborazione con Galleria Traghetto (Venezia), Marco Rossi Artecontemporanea (Milano) e Cardelli&Fontana Artecontemporanea (Sarzana): una mostra sontuosa che rende omaggio a Richard Wagner intersecandosi alla mostra Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia, con cui la Fondazione Musei Civici di Venezia ha inteso onorare il grande compositore tedesco nell’anno del bicentenario della nascita. Mirco Marchelli tratta il ricordo in maniera moderna ed intelligente, trasformandolo in opera d’arte, mantenendo la sua dignità senza scadere in alcun modo nel banale né tantomeno nello stucchevole. Opere vecchie sono messe in dialogo con le più recenti, per creare un percorso che dialoga con gli splendidi ambienti dello storico Palazzo veneziano, culminante in un’installazione che rappresenta la nuova direzione espressiva della poetica dell’artista. Un’opera che coinvolge la musica in un discorso armonioso fra ragione e sentimento…

Un tentativo riuscito per realizzare un’opera d’arte totale a partire, come sempre, dall’anima stessa del luogo, dal suo genio, di cui gli oggetti di Mariano Fortuny sono ancora pregni. Ci vuoi raccontare la mostra attraverso le opere che ritieni basilari? Ci spieghi i perché del titolo?
Mi pare interessante raccontare la mostra partendo proprio dal titolo dell’opera inedita nuvole basse, un’installazione sonora composta da un cilindro (5,60 m x2,80 m), nero, completamente immerso nel buio. L’unica luce presente è puntata su uno sgabello; Il titolo si riferisce direttamente a Venezia, ovattata e per nulla solare, ma anche in qualche modo un riferimento alla mia terra, il basso Piemonte. Per realizzare l’opera ho scritto una partitura per 12 flauti, 12 ottoni e voce recitante, realizzando una sorta di ambiente descrittivo che rappresenta la mia idea sonora e verbale di un ipotetico discorso legato appunto all’immagine di nuvole basse. Ribaltando il concetto del suono stesso, ho sistemato i 12 flauti registrati nel perimetro basso del cilindro mentre gli ottoni sono stati collocati in alto in modo da far calare il suono sopra le teste degli spettatori. Il buio che avvolge i 24 suoni aumenta la sensazione di uno spaesamento introspettivo sottolineante citazioni naturalistiche e descrittive. L’effetto ottenuto è in parte subacqueo, e in parte aereo in quanto il fluttuare dei flauti si contrappone al pulsare degli ottoni. Il testo che viene recitato è composto da parole che formano immagini mentali che hanno un immediato riferimento sonoro, come ad esempio tuoni e campane a martello, per creare nella mente dello spettatore un coinvolgimento sensoriale totale. L’installazione è il cuore dell’intera esposizione che si completa nell’arco dei tre piani di Palazzo Fortuny ed è altresì un omaggio a Wagner.

Oltre all’installazione inedita il cui racconto non può che aumentare la nostra curiosità, come si sviluppa il resto della mostra?
L’installazione musicale in realtà è l’ultima cosa che lo spettatore incontra. Si è creato un percorso che rende chiaro il mio mondo espressivo collocando le opere il più possibile dialoganti con lo spazio ospitante dando vita ad una scena muta naturale fortemente teatrale. Si è scelto di mescolare opere recenti ad opere provenienti da collezioni private realizzate fino a 15 anni fa. Questo specifico utilizzo di opere è utile per far capire la mia impostazione del lavoro a partire dal suo nucleo. I materiali cambiano nel tempo così come il loro utilizzo.

Lavoro che si basa su una poetica ben precisa…
Il primo pensiero è sicuramente quello di un discorso legato alla memoria, ma credo che la mia sia una sorta di poetica del rimando. Nei miei lavori ci sono sempre riferimenti musicali e letterari con chiari richiami alla pittura del passato recente e lontano.

Puoi anticiparci i tuoi progetti per il futuro?
Ho in programma una mostra personale – che si intitolerà Ballabili miniati – la prossima estate, da Cardelli&Fontana (Sarzana), la cui idea precede addirittura la nascita dell’installazione veneziana di cui abbiamo parlato. Vorrei dare forma concreta ad un tentativo di coinvolgere ed esprimere ancor più fortemente l’elemento musicale. Prevedo di utilizzare il violoncello. Sto infatti rielaborando alcune sonate per clavicembalo di Domenico Scarlatti, un compositore che amo molto. Persino nella musica mi esprimo attraverso il rimando. Mantengo la forma stessa delle sonate cancellando parte delle note e utilizzando le rimanenti rielaborando il tutto nella tessitura del violoncello. Vorrei sistemare gli altoparlanti in uno spazio oscurato, facendo in modo che ogni suono si attivi solo al passaggio dello spettatore, che si trasformerà in un elemento attivo capace di determinare una parte consistente dell’opera e la sua fisionomia sonora.

Mirco Marchelli. Scena muta per nuvole basse
A cura di Paolo Bolpagni e Elena Povellato
In collaborazione con Galleria Traghetto (Venezia), Marco Rossi Artecontemporanea (Milano) e Cardelli&Fontana Artecontemporanea (Sarzana)

9 febbraio – 8 aprile 2013

Palazzo Fortuny
San Marco 3780 – San Beneto, Venezia

Orario: 10.00 – 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.00); chiuso il martedì

Info: 848082000 (call center dall’Italia)
fortuny.visitmuve.it
info@fmcvenezia.it
fortuny.visitmuve.it/

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