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PONTASSIEVE (FI) | Casa Rossa | 20 settembre – 10 novembre 2013

Intervista a SANDRA TOMBOLONI di Matilde Puleo

Una discarica si fa palcoscenico e supporto dell’immaginazione. Un collettivo diventa il suo altoparlante, garante di continuità. Per Sandra Tomboloni la complessità è indizio di continuità e i rifiuti diventano un modo per ripensare al fare arte e al suo significato. Luogo di trapasso e processo dal quale staccare pregnanti momenti di transizione, la discarica le apre il mondo delle materie altre da trattare per il loro potenziale di vita vera. Ondate di colore, leggerezza e determinazione, le permettono di indagare la realtà, sviluppando una sorta di archeologia del percorso emotivo che collega ciò che si rifiuta con l’azione creatrice di un’artista poliedrica. Lo scopo è uno: fissare nel precario ciclo vitale delle cose una modalità di sentire il mondo in bilico tra concretezza e negazione.
La discarica diventa apparizione primitiva da cui erompe l’immaginario, con una sua materia già colorata pronta all’uso. Tutto questo e molto altro ancora è il progetto Homeless#2013

Homeless#2013 – Oggetti senza tetto è frutto di un progetto articolato che prevede un percorso didattico, un blog, laboratori con le scuole e una mostra nel polo espositivo di Casa Rossa a Pontassieve. Ci spieghi meglio i dettagli?
Vorrei che ci fosse un’identificazione con le cose che noi buttiamo via e che non ci piacciono. In questo progetto andiamo a riprendere quello che è stato rifiutato per farlo diventare l’ospite più atteso. Si tratta di dare una dignità a quello che gli altri buttano via. Come andare a riscoprirne l’anima in un vero e proprio progetto di vita.
Mi identifico con questi oggetti abbandonati e recuperandoli è come se recuperassi me stessa. È sempre stato questo il senso del mio lavoro e adesso vorrei coinvolgere anche gli altri.
Al piano terreno dello spazio espositivo un accumulo di oggetti provenienti dalla discarica appaiono come un’unica grande installazione tocca il pavimento del piano superiore – una sorta di piano ammezzato visibile anche dal piano inferiore – dove, invece, ci sono le sculture, oggetti che hanno subito la trasformazione, che saranno belli, colorati, portati a nuova vita. Nonostante il diverso aspetto sono tutti oggetti rifiutati ma che adesso sono lì, sotto lo stesso tetto.

Sul blog homeless2013.tumblr.com si legge un tuo commento che si conclude con queste parole: “si buttano e si rifiutano, o peggio, si respingono gli esseri viventi, solo perché hanno un valore in più la diversità”. Ci racconti cosa significa per te concepire un’installazione all’interno di un progetto di co-housing sociale che vede la Casa Rossa come futuro alloggio temporaneo per chi ha perso la propria casa?
Ci si appoggia su quello che si trova, un alloggio precario. È la storia di chi è precario e che per un momento trova riparo in una casa. Alla Casa Rossa i nostri Homeless trovano temporaneamente un riparo, ma questa casa potrebbe anche sparire. La vita stessa trova riparo ma niente è per sempre.

Come hai coordinato il progetto Homeless e quando prevedi la sua conclusione?
Non c’è mai una conclusione, come quando lavori il pongo, non è mai una forma data per sempre.
Il progetto Homeless#2013 è come una staffetta, lancio l’idea e gli altri la possono prendere, ampliare, copiare. Forse è un progetto che non finirà mai. Il blog serve anche a questo, a dare l’idea di un lavoro in divenire. C’è anche il progetto di far partire un carretto su cui mettere qualche lavoro e un diario-fanzine su cui sono stampate le pagine originali del blog e su cui verranno lasciate delle pagine bianche in modo che tutti possano avere la possibilità di intervenire, dire la loro. Il carretto andrà in giro per le biblioteche, ci sono già accordi con una biblioteca di Pistoia e la Lazzeriniana di Prato. Il rientro del carretto a Pontassieve è previsto per maggio 2014 ma il progetto finirà quando le persone non saranno più interessate ma teoricamente potrebbe andare avanti per molto tempo ancora.

Tra le finalità del progetto, gli interventi creativi dei bambini sul rifiuto liberato dal giudizio… Quale scenario prevedi per il futuro?

Saranno i bambini a dirmi cosa vorranno fare, non sono io che mi faccio trovare con delle matite o un foglio in mano. Loro mi diranno cosa vorranno fare una volta visto il lavoro. Non devo insegnare niente, loro saranno ispirati dal lavoro. Per il futuro non vedo scenari. Vedo macerie, discariche e ipocrisia, dove verranno tenute fuori le persone. Questa è la mia opinione, un input aperto e spero che gli altri raccolgano la staffetta.
Come diceva De Andrè in Amico Fragile, “Chissà quale avvenire?”… Mi rivedo tantissimo in questa strofa «E ancora ucciso dalla vostra cortesia nell’ora in cui un mio sogno, ballerina di seconda fila, agitava per chissà quale avvenire…»

Homeless#2013. Oggetti Senza Tetto
Progetto e direzione artistica Gianni Ricci e Sandra Tomboloni
Con il sostegno di Biagiotti Progetto Arte

20 settembre – 10 novembre 2013

Polo Espositivo Casa Rossa
Via Raffaello Sanzio 42 (Loc. Mezzana), Pontassieve (FI)

Info: www.artbiagiotti.com

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