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ARLES (Francia) | sedi varie | 1 luglio – 22 settembre 2013

di DANIELA TRINCIA

Sicuramente Gli incontri di fotografia di Arles arricchiscono e confermano la lunga tradizione, la vitalità e l’attenzione a questa tecnica da parte della Francia. Perché il livello della manifestazione per artisti coinvolti, organizzazione, allestimenti delle mostre e il consistente e curato programma ricco di workshop, conferenze e dibattiti, riprovano la grande vitalità del Paese che, infatti, vanta alcune tra le più prestigiose manifestazioni dedicate alla fotografia. Les rencontres, arrivati alla 44. edizione, dal 1970 rafforzano questa lunga e fiorente storia.

Disseminati in poco più di venti sedi dislocate in tutta la città, il cuore è concentrato nell’ex centrale elettrica: quattro grandissimi capannoni industriali recuperati e finemente allestiti per accogliere le mostre dei differenti fotografi rappresentanti dei diversi paesi ospitati. Ideati da Jean-Maurice Rouquette, Michel Tournier, Maryse Cordesse e Lucien Clergue, ogni estate Gli incontri richiamano fotografi professionisti e amatori da tutto il mondo.

Edizione, quella di quest’anno, per la quale il curatore François Hébel ha scelto di “vestire di nero” la città, ha cioè selezionato fotografi e lavori esclusivamente in bianco e nero, per contrastare quella rotta che, a partire dagli anni ’90, ha preso questa tecnica. L’imporsi, cioè, del colore che è andato a soppiantare il bianco e nero che, fino allora, era stato ritenuto l’essenza della fotografia d’arte, con la sua quasi definitiva scomparsa negli anni Duemila. Volendo quindi verificare che ruolo occupa oggi il bianco e nero, si può dire che il curatore, nelle circa cinquanta mostre monografiche, abbia condotto una sorta di monitoraggio, testandone lo “stato di salute” analizzando tantissimi tipi di fotografia (da quella d’arte al reportage), con non poche sorprese.

Nonostante “il mondo è a colori” come amava sostenere il nostro Luigi Ghirri, il bianco e nero conserva tuttavia quelle peculiarità di sintesi e concentrazione e quell’alone di nostalgia; forse per questo tuttora è largamente utilizzato da numerosi fotografi, come sigla stilistica, per taluni, come strumento principe per tracciare risvolti intimi e psicologici, per altri. Tra questi emerge, per la mole degli scatti esposti e per i temi e l’articolazione, la prima grande retrospettiva europea su Gordon Parks (1912-2006), proposta da FORMA di Milano, in collaborazione con la Gordon Parks Foundation di New York, con la curatela di Alessandra Mauro, presentata al Magazzino Elettrico. Da quando nel 1938 Gordon Parks acquistò la sua prima macchina fotografica, ha fatto delle cose straordinarie.

È stato il primo nero entrato nella Farm Security Administration istituito da Roosvelt nel 1937 per documentare la depressione nelle zone rurali del Paese; il primo nero a entrare nel 1948 nella redazione di LIFE, raccontando con i suoi reportage la faccia nascosta degli Stati Uniti, quella della povertà, della violenza, della segregazione; il primo nero che ha testimoniato i nuovi movimenti a favore dei diritti degli afroamericani guidati da Martin Luther King e Malcom X; il primo regista nero di Hollywood, realizzando nel 1969 per la Warner Bros The Tree Learning-Ragazzo la tua pelle scotta e nel 1971 Shaft il detective, uno dei primi film della blaxploitation (fusione delle due parole inglesi black-nero ed exploitation-sfruttamento), cui lo stesso Quentin Tarantino nel suo Django rende omaggio. Il fotografo che ha raccontato il mondo della box col suo memorabile reportage su Mohammed Alì ma anche il patinato universo della moda.

Les rencontres d’Arles photographie_Arles in black
a cura di François Hébel

1 luglio – 22 settembre 2013

Arles – sedi varie

Orari: tutti i giorni 10.00 – 19.00

Info: www.rencontres-arles.com

LA MOSTRA:
Gordon Parks (1912-2006). AN AMERICAN STORY

a cura di Alessandra Mauro
una mostra di Forma, Milano, in collaborazione con Gordon Parks Foundation, New York
Magasin Électrique
parc des Ateliers, Arles
Orari: 10.00 – 19.30

 

 

 

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