Intervista a Andrea Botto, fotografo e direttore artistico
di Luisa Castellini
La V edizione di Rapallo Fotografia Contemporanea ha aperto i battenti questo week-end insieme a un anticipo di Un mare di contemporaneo, piattaforma che potrebbe presto scuotere la Liguria e non solo… Una mostra, o meglio tre, animano in questi giorni il Castello sul Mare di Rapallo. All’esposizione del progetto realizzato da Charlotte Dumas fanno contrappunto una collettiva incentrata sulla riflessione sul medium fotografico e un excursus delle acquisizioni delle scorse edizioni, che stanno dando vita a una collezione davvero site-specific…
Luisa Castellini: Rapallo Fotografia Contemporanea inizia a configurarsi come una residenza d’artista ed è motore della creazione di una collezione per Rapallo: come si articola l’invito, ogni anno, a un più o meno giovane protagonista della fotografia a operare sul territorio?
Andrea Botto: La scelta nasce da un confronto con il curatore Francesco Zanot, con la volontà di aprire una riflessione sulla fotografia e sulle metodologie dell’indagine territoriale, provando a sondarne possibili evoluzioni. Ci piace lavorare sul nostro tempo mettendo in conto anche una certa dose d’incertezza, consapevoli delle possibilità del mezzo. Non dimentichiamo che la rassegna nasce da un autore per altri autori: da fotografo la mia prima preoccupazione verso i colleghi è di metterli nelle condizioni migliori per realizzare un nuovo lavoro in un tempo limitato e di responsabilizzarli con un’organizzazione che li conduca con serenità alla mostra e al libro.
L’edizione 2011 vede prima protagonista femminile dell’evento la giovane fotografa olandese Charlotte Dumas: quale tipo di progetto ha concepito?
Charlotte Dumas ha sempre fotografato comunità o gruppi di animali, in particolare cani e cavalli, ma anche lupi e tigri, collocandosi nella tradizione del ritratto sociale. Durante la residenza ha scelto di ritrarre alcuni cani da lavoro impegnati in ambiti diversi: salvataggio in mare, azioni di polizia o protezione civile, caccia, guardia, agility, pet therapy, senza trascurare storie drammatiche come quella di Cannella, ex cavia da laboratorio salvata dalla famiglia che l’ha adottata. Questi cani Al lavoro!, come recita il titolo della mostra e del catalogo edito da Fantombooks, non rappresentano soltanto i loro simili, ma divengono metafora di tutti i lavoratori, di tutti noi, impegnati in professioni che amiamo o dobbiamo fare per forza, lavori di responsabilità sociale o a rischio. Crediamo che quello realizzato da Charlotte sia un progetto molto acuto che esplicita anche il ruolo sociale dell’artista, che nella residenza attiva un rapporto di scambio con la comunità ospitante.
Come da tradizione, insieme alla personale dell’artista invitato a operare sul territorio, una collettiva: quali orizzonti dischiudono rispetto al dichiarato Ritorno alla Fotografia i sei artisti presenti in Open Space?
Quando abbiamo pensato al tema di questa edizione ci è sembrato giusto mettere al centro l’essenza stessa dell’immagine. Cercarla non vuol dire regredire a uno stato primordiale o a un ipotetico giardino dell’eden. Significa concentrarsi sull’immagine in sé, senza aggiungere altro. Ho scelto dei lavori che avessero come punto di partenza una riflessione sull’immagine a volte più semplice e diretta, altre più concettuale o entrambe le cose insieme. Si “parte” con le Astrazioni di Simone Bergantini, citazioni delle sperimentazioni di Fox Talbot o Man Ray, realizzate in camera oscura colore senza macchina fotografica, solo grazie alle impronte di oggetti geometrici appoggiati sulla carta sensibile; si prosegue con Renato Leotta ove la stampa fotografica è cancellata dai pigmenti d’argento applicati sul vetro della cornice che la contiene, divenendo parte dell’opera, negandone la bidimensionalità per farsi scultura evocando alcune Verifiche di Mulas, che restano sottotraccia in tutta la mostra. Così è anche nell’immagine vagamente sindonica, impronta e traccia, delle magliette bruciate da Alessandro Ligato durante la sua azione performativa, e in quelle di Albino Crovetto che realizza le sue opere appoggiando dei fili di plastica e delle fotografie sul piano dello scanner. Vittoria Garibotti presenta un’installazione di fotografie prese con il cellulare: immagini non nate per l’esposizione, ma che ben rappresentano quel flusso infinito prodotto ogni giorno, quasi inconsapevolmente. Protagonista delle opere di Anna Positano è la luce che illumina e modifica lo spazio, l’architettura, creando un ritmo e un dialogo incessante con il buio, suo opposto, in cui l’uno non potrebbe vivere senza l’altra.
Quale riscontro ha avuto la manifestazione? Ci sono nuovi progetti in cantiere?
Attenzione del pubblico e della stampa sono cresciuti regolarmente. Gli inviti a autori stranieri ci hanno fatto conoscere all’estero e permesso d’instaurare una rete di relazioni indispensabile per crescere. In particolare il lavoro di Takashi Homma della scorsa edizione ha avuto un successo eccezionale. Il suo libro Vedove / Widows è andato esaurito in pochi mesi e oggi si trova solo in alcune librerie internazionali o su internet a quotazioni da rarità. Lo stesso progetto è esposto in questi giorni al 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, in Giappone. Nelle prossime edizioni continueremo a puntare sulla qualità degli autori mantenendo l’atmosfera quasi familiare della rassegna, da sempre nostri segni distintivi.
RFC è stata il fulcro, durante lo scorso week-end, di una sorta di anticipo di quello che potrebbe essere un network votato al contemporaneo in Liguria: quali obiettivi si pone “Un mare di contemporaneo”?
Il progetto nasce per volontà mia e dell’amico Andrea Fustinoni, presidente del FAI Liguria, insieme a Natalina Remotti, presidente della Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti di Camogli a cui si sono aggiunti Grazia e Gianni Bolongaro de La Marrana Arteambientale di Montemarcello (SP). Ci piaceva l’idea di unirci per dare un segno della nostra presenza sul territorio, realizzando un calendario comune di eventi in questo week-end in cui si sono succeduti la proiezione di due video dei Masbedo al Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure, la tavola rotonda e l’inaugurazione di Rapallo Fotografia Contemporanea e una conferenza sul Confine tra arte e design alla Fondazione Remotti: tutti gli eventi hanno avuto un ottimo riscontro. La nostra ambizione è arrivare alla costituzione di una rete permanente tra le istituzioni che si occupano di arte contemporanea in Liguria, sull’esempio piemontese. Questa piattaforma potrebbe concordare iniziative comuni ma soprattutto pensare a produzioni importanti, occasioni di rilancio turistico in periodi diversi dell’anno, mettendo insieme le forze e intercettando nuove risorse private, affrancandosi dalle amministrazioni pubbliche, sempre più povere di risorse e di idee innovative in campo culturale.
La mostra in breve:
RAPALLO FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA_V edizione
Antico Castello sul Mare
Lungomare Vittorio Veneto, Rapallo
Fino al 13 febbraio 2011
Charlotte Dumas, Al lavoro!
a cura di Francesco Zanot
catalogo Fantombooks, Boiler Editions, Milano
Open Space
a cura di Andrea Botto
Simone Bergantini, Albino Crovetto, Renato Leotta,
Alessandro Ligato, Vittoria Garibotti e Anna Positano
RFC story_Opere dalle Collezioni
Mario Cresci, Antonio Biasiucci, Mark Cohen, Takashi Homma
Orari: da mercoledì a venerdì 14.30-16.30/sabato e domenica 11-12 e 14.30-16.30
lunedì e martedì chiuso
Ingresso gratuito
Info:
Tel. (+39) 0185.50528
www.rapallofotografiacontemporanea.it
In alto, da sinistra:
Charlotte Dumas, “Diva_running-dog”, © Charlotte Dumas
Charlotte Dumas, “Mara_truffle-dog”, ©Charlotte-Dumas
In basso, da sinistra:
Alessandro Ligato, “Mercoledì a mercurio”, © Alessandro Ligato
Albino Crovetto, “Soglia”, © Albino Crovetto