LUGANO (SVIZZERA) | MASILugano – Museo d’Arte della Svizzera Italiana | 12 settembre 2015 – 1o gennaio 2015
di MATTEO GALBIATI
Per l’apertura del MASILugano nuovo polo museale della città di Lugano, che sancisce l’inizio ufficiale del polo culturale (non si faranno solo mostre d’arte), LAC Lugano Arte Cultura, tra le proposte espositive inaugurali, accanto alla bella mostra Orizzonte Nord-Sud, all’installazione di Zimoun, la direzione del museo ha voluto proporre al pubblico una personale dedicata ad un grande artista contemporaneo proprio come Anthony McCall (1946).
La scelta dell’artista inglese pare programmatica per il nuovo spazio espositivo che, con questa presenza, vuole sottolineare la sua vocazione e il suo impegno nel sostegno e nella diffusione dell’arte contemporanea e non solo la proposta – come negli anni abbiamo egregiamente avuto modo di apprezzare – di mostre di carattere e taglio scientificamente più storico. Una dichiarazione d’intenti e una di campo quindi, una presa di posizione che ci piace leggere come “militante”.
McCall, che il pubblico italiano aveva avuto modo di apprezzare in una sorprendente mostra all’HangarBicocca qualche anno fa, è intervenuto negli ambienti del Livello -2 con un progetto pensato appositamente per questo luogo, con opere che si legano in modo specifico agli ambienti e alle sale dell’istituzione elvetica.
Con una prassi di ricerca che lo fanno evadere da ogni stringente definizione di campo, che per lui diventa sempre troppo riduttiva – agisce con modi vicini al Minimalismo, ma si interessa anche di cinema sperimentale, ricorre alla performance, guarda al mondo del teatro, … – l’artista inglese porta un progetto che sottolinea l’innata capacità poetica del suo lavoro di coinvolgere e di far partecipare il pubblico ad un’esperienza estetica, ma che diventa anche sensoriale, narrativa, immaginifica, onirica, meditativa. Non sfugge e non lascia immune nessuno, McCall con le sue sculture, “solidi” ed evanescenti corpi geometrici di luce, porta ad un altro livello il modo di intendere la presenza ambientale della scultura.
S’inizia dal buio, come condizione imprescindibile dell’ambiente, l’oscurità come fattore necessario e prioritario alla “visione” dell’opera. Pare impossibile eppure, per “vivere” la dimensione profonda delle sue opere, occorre affievolire alcuni sensi per poterne potenziare la percezione. McCall spinge al limite la capacità di assorbire gli stimoli offerti dal suo lavoro e, in una condizione claustrofobicamente circoscritta, costretta, incerta, quasi rischiosa, accompagna il visitatore all’incanto suggestivo delle sue sculture di luce. Proprio la percezione resa acuta dall’ambiente trasferisce, infatti, un nuovo senso di sicurezza che spinge e porta chi guarda, a vivere, a toccare, a sfiorare, a interagire con le magiche forme delle sue opere.
McCall presenta proiezioni luminose che scrivono nello spazio le forme di solidi geometrici in continua evoluzione e cambiamento, e proprio la luce ne proietta le immagini che lentamente si intrecciano, si spostano, descrivendo nel buio il profilo di figure che, col fascio luminoso, acquistano la loro effimera solidità.
Quello che colpisce e tocca l’osservatore, infatti, è poter vedere come la luce si spinga a consolidarsi in un oggetto fisico che ci chiama a sé naturalmente: i Solid Light Works di Anthony McCall, infatti, dilatano la spazialità del loro esserci con la loro presenza ingombrante e allo stesso tempo trasparente, sono concrete ed eteree, e chi le approccia deve obbligatoriamente “sentire” con mano l’esperienza di una fisicità prossima alla sparizione. Dobbiamo interagire con questi corpi, capirli, toccarli, sentirli.
L’avvicinamento a questi grandi lavori ambientali, che inizialmente si pone come quasi ludico, porta lo sguardo dall’ammirazione e dall’incanto istintivo ad una meditazione che si fa più profonda e silenziosa, attenta a cogliere quegli aspetti e quei contenuti che affiorano dall’anima della loro luce e che toccano le corde sensibili del nostro spirito.
La concretizzazione di una luce, che progressivamente nel tempo lento del un suo ciclo impostole dall’artista a descrivere spazi di solidità progressive, trascurando i calcoli complessi, gli studi preparatori, il ricorso alla tecnologia che sta alla sua base, porta i propositi canonici della scultura a trasferirne la corporeità oggettuale da se stessa, come opera, a quella di chi l’ammira. Il corpo di chi osserva, di chi si sofferma nel suo luogo resta il transfer, l’elemento catalizzatore di quel tempo in cui avviene l’esperienza estetica. Il movimento, la verifica sensoriale, l’interazione, nell’impalpabilità di una concretezza apparente nella sostanza, ma effettiva nella concezione intellettiva, sono i mezzi e gli strumenti che noi abbiamo per porci al centro dell’opera. Volendo com-prendere il lavoro di McCall, noi recepiamo il suo invito a considerare un nuovo pensiero sull’idea di tempo, spazio e movimento.
Anthony Mc Call ci accoglie con l’importante lezione di come poco occorra alla meraviglia per trasformarsi in pensiero, per portare il “sentimento” a farsi introspezione, al visibile per sconfinare nella profondità immensa dell’invisibile, alla circostanza per mutare in esperienza.
La cultura della “cosa semplice” calata nella contemporaneità del proprio tempo – tanto da essere precisamente impostata sull’istante unico della percezione – accoglie il valore della spontaneità diretta dell’immediatezza.
L’approccio multidisciplinare di McCall ci regala un nuovo tempo, un nuovo modo di relazionarci all’arte e, soprattutto all’arte di oggi; illumina non solo lo spazio di volumi solidi, ma anche l’intuizione di uno sguardo che guarda oltre i confini del buio, oltre l’accecante forza della luce.
Un inizio sbalorditivo per il nuovo e atteso museo ticinese, un inizio che segna il passo della vocazione dei suoi intenti e dei suoi programmi che, ereditando una consolidata attività espositiva di grande livello delle sue precedenti proposte culturali, rilancia l’impegno internazionale della città di Lugano che, da oggi con questo centro, riconferma ed amplifica il suo ruolo di una tra le capitali europee della cultura.
Anthony McCall. Solid Light Works
a cura di Bettina della Casa
12 settembre 2015 – 1o gennaio 2015
Livello -2
MASILugano – Museo d’Arte della Svizzera Italiana
piazza Bernardino Luini 6, Lugano (Svizzera)
Orari: martedì, mercoledì e domenica 10.30-18.00; giovedì, venerdì e sabato 10.30-20.00; chiuso 24 e 25 dicembre; aperture straordinarie giovedì 31 dicembre 10.30-16.00; venerdì 1 gennaio 14.00-20.00
Ingresso intero CHFr 15.00; ridotto CHFr10.00; biglietto combinato intero CHFr18.00; combinato ridotto CHFr12.00
Info: +41 (0)58 8664230
info@masilugano.ch
www.masilugano.ch