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CAPRIGLIA DI PELLEZZANO (SA) | Complesso Monumentale di Santo Spirito | 22 aprile – 22 dicembre 2023

Intervista a ANDREA IOVINO e MANUEL SCRIMA di Matteo Galbiati

L’ambizione, fondata su un’intraprendente e coraggiosa visionarietà (quasi spregiudicata nella sua positività) che fa compiere grandi missioni e che è capace di essere militante, è quella di poter raggiungere, in anticipo sul tempo, l’esaudirsi delle aspettative, dei desideri, dei sogni e delle aspettative della Generazione Z prendendo come spunto l’Agenda 2030 delle Nazioni unite per lo Sviluppo Sostenibile.
Da questa premessa è partita Bimed – Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo che, lavorando di concerto con il fotografo Manuel Scrima, al quale ne ha affidato la realizzazione, ha ideato il progetto PRÓSÔPON. Un impegno su principi solidali i cui numeri sono significativamente importanti: 4 anni di lavoro, 2030 studenti di tutta Italia che hanno posato per il fotografo, 3 sedi espositive (per oggi, tra Italia e Inghilterra) e poi laboratori interattivi, workshop, incontri, … Un contenitore culturale per raccontare nel presente il futuro, con il desiderio di ottenere già da subito quelle risposte che, se esaudite, possono avere la forza di cambiare il mondo. Del resto si deve rispondere a quei 2030 sguardi che, osservandoci in ogni modo, con tanto trasporto e intensità e lasciando il loro desiderio scritto, ci impegnano ad un cambiamento.
In occasione della seconda mostra a Salerno abbiamo intervistato il vulcanico Andrea Iovino, presidente di Bimed e l’artista Manuel Scrima, con loro abbiamo visitato la mostra scoprendo dalla loro testimonianza la missione di Bimed e la storia e i contenuti di PRÓSÔPON:

Manuel Scrima, 30 sguardi, 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Prima di parlare del tuo rapporto con Manuel Scrima e di PRÓSÔPON, ci racconti la storia di Bimed – Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Andrea Iovino: È una storia troppo lunga Matteo, i lettori si annoierebbero! Ti dico l’essenziale che è, poi, nella Legge n.59 del ’97 che istituiva nel nostro Paese l’Autonomia Scolastica. Quando fu istituita questa norma il Paese e le istituzioni centrali si trovarono di fronte al bisogno di un braccio in grado di muoversi e interloquire con l’orizzontalità del territorio, così nasce Bimed e io mi ci sono trovato dentro prima con un incarico esplorativo, poi costitutivo e ora nel ruolo di Presidente.

Manuel Scrima, 2000 sguardi, 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Su quali fronti opera e quali finalità hanno le sue diverse attività culturali e sociali?
AI: Sempre per non annoiare: gli altri fanno i marciapiedi e tutti sono contenti perché i marciapiedi li calpesti e cammini sicuro, noi proviamo a fare i cittadini. Magari ti criticano per questo impegno civile, noi ci sentiamo divinamente perché riteniamo che le critiche siano fondamentali per poter crescere, aiutano nel confronto e, quando non sono gratuite, migliorano il contesto. In questo quadro se un’Amministrazione Comunale si preoccupa di restaurare un sito senza preoccuparsi di metterlo a reddito, noi ci impegniamo a formare persone che siano in grado di gestirlo nel presupposto che, altrimenti, il sito risulterebbe abbandonato e ciclicamente soltanto un oggetto da restaurare. Altro esempio: se una scuola, sulla scorta dei propri risultati, ritiene necessario un aiuto volto a migliorare la propria offerta formativa noi, entriamo in campo e proviamo a dare una mano con l’obiettivo di rendere la scuola centro propulsore della tenuta civile di cui è riferimento. Ancora: se ci rendiamo conto che le aree interne del Paese abbisognano di un intervento che migliori i servizi, così da operare per la tenuta demografica di questi territori, noi attiviamo i servizi che mancano.

Manuel Scrima, 2030 desideri (parte 1), 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Nel tempo quali progetti avete sviluppato e chi hanno coinvolto?
AI: Siamo un’Istituzione che ha alle sue spalle oltre venticinque anni di opere e interventi. Faremmo prima a dire chi non abbiamo coinvolto. Abbiamo operato con Scuole, Comuni, Ministeri, Istituti di Cultura, Accademie, Università e potrei andare avanti ancora per tanto in un elenco che sarebbe del tutto sterile se non fosse collegato ai principi espressi nel nostro Statuto e che rimandano al valore dell’orizzontalità. Partiamo dal presupposto che le nostre porte e i nostri spazi, anche quelli fisici in cui operiamo, debbano essere sempre open nel Paese, ma anche oltre l’Italia abbiamo relazioni proficue con tante realtà che condividono i nostri valori. Tante soddisfazioni, tanta, tanta, fatica, poi momenti che ti restano dentro come, per esempio, l’incontro dello scorso 26 ottobre con Papa Francesco che ci ha voluto da lui e siamo andati in diecimila a prenderci la sua benedizione. Per quel che riguarda i progetti, mi piace raccontarti, in omaggio al tuo specifico, che nel 2006 abbiamo realizzato noi la Mostra ufficiale di Genova Capitale della Cultura Europea. Si intitolava La Metamorfosi del mito e raccontò al mondo la pittura che nell’incontro con la cultura classica enuclea, in una dimensione trascendente imperdibile per chi sa che sarà, la bellezza a salvare il mondo. Poi, però, se si tratta di andare in una scuola ad allestire un laboratorio, fosse anche solo per un solo bambino autistico, noi lo facciamo con la stessa cura, con la stessa passione, con lo stesso amore e anche di più. Questo per dirti nei campi dell’immaterialità operiamo a 360 gradi. Non potrebbe essere altrimenti visto che noi non viviamo di contributi pubblici, ne abbiamo deliberato la non acquisizione, e che, dunque, giorno dopo giorno abbiamo bisogno di lavorare, oltre che per garantire la qualità della nostra azione, anche per garantire la tenuta di un sistema che impegna lavorativamente un insieme quantitativamente molto sensibile di persone

Manuel Scrima, 2030 desideri (parte 2), 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Perché per te è così tanto importante insistere sul valore della cultura proponendola in modo “trasversale” e su diversi livelli di fruizione che abbracciano un pubblico ampio e diversificato? Che rete e sistema genera Bimed?
AI: Cosa significa Cultura caro Matteo? Può non significare nulla, può significare l’esatto opposto di ciò che è per noi. Dire e parlare di cultura non è semplice, la cultura è per me l’insieme di valori condivisi con la comunità di cui sono parte e che connotano il mio quotidiano operare, in cui lo spazio dell’altro che ho di fronte è sempre e rigorosamente più importante del mio. In questo quadro si inseriscono, poi, i libri, l’arte, la musica, la scienza, l’attività fisica e potrei, anche in questo caso, andare avanti, ma la cultura del singolo e della comunità è sempre l’identità riflessa delle scelte e delle regole che ci diamo. Partendo da questo ritengo si spieghi anche la trasversalità. Non amo i Soloni e credo che l’intellighenzia del nostro Paese, mai come in questo momento, abbia più colpe che meriti nella maggior parte dei campi che attengono all’espressione culturale. Ovviamente questo facendo le dovute eccezioni, ma pur ritenendo siano ancora troppi i prezzolati e gli opinionisti a gettone che se li vuoi incontrare li trovi in genere nelle televisioni, su qualche giornale e, tanti, sui social. Sulla rete di Bimed: siamo la Comunità di pratica educante più grande d’Europa e la bellezza di questo sistema è che ognuno sa di dover dare quello che è, non quello che ha. Il sistema che si genera è connotato di una roba che il Paese deve assolutamente recuperare e che si chiama: COESIONE.

Manuel Scrima, 2030 desideri (parte 4), 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Per PRÓSÔPON avete preso spunto dagli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile: i protagonisti sono stati 2030 ragazzi e ragazze della Generazione Z – dalla scuola primaria a quella secondaria di II grado – numero e target non sono certo casuali… Cosa avete chiesto loro? In generale il lavoro con i ragazzi fa sempre parte delle vostre attività?
AI: Sì, la terra resta l’unico luogo possibile, ad oggi, in cui l’uomo possa vivere. È necessario, dunque, riconoscere i guasti che abbiamo determinato e cercare di porvi rimedio con l’auspicio che ci siano ancora le possibilità per garantire un’inversione di tendenza che risulta necessaria per garantire il futuro alle nostre nuove generazioni. Ai ragazzi e alle ragazze abbiamo chiesto di immaginare, loro, il futuro. Gli abbiamo chiesto di esprimere semplicemente un desiderio. La risposta dei 2030 ragazzi è stata sorprendente e ci ha permesso di dare una precisa identità alla Generazione Z che poi rimanda, ancora una volta, alle responsabilità di noi adulti che continuiamo a parlare impropriamente di disagio giovanile senza comprendere che, sin troppo spesso, i veri disagiati siamo noi, solo che non ci piace ammetterlo. Per chiosare alla tua domanda voglio dirti che, certo, non esiste un’iniziativa di Bimed senza la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze

Manuel Scrima, 2030 occhi, 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Quali difficoltà avete incontrato nella gestione di questo progetto? Che risposte avete avuto in corso d’opera e che riscontri dalla mostra itinerante? Cosa vi ha personalmente più toccato? In cosa vi siete sentiti più coinvolti emotivamente e che non avreste preventivato all’inizio?
Andrea Iovino: Le difficoltà sono state per lo più di carattere burocratico. Sai, la privacy, i permessi, le ordinanze… È questo, un particolare della nostra società, quella globale del nostro tempo, che è specchio fedele del proprio quadro generale. Un quadro che ogni giorno aumenta a dismisura quantitativamente le regole senza ancorarle, spesso, ai nostri principi costituzionali, rendendo la norma, tante volte, una non utile sovrastruttura. Perché pedofilia, bullismo, violenza contro le donne, solo per citare qualche esempio di insopportabili storture, sono abomini che scaturiscono dalla mancanza di quella cultura di cui abbiamo detto poc’anzi, mancanza della cultura del rispetto per l’altro da me che non si risolvono con una norma tout court. Per quel che riguarda l’interesse sulla mostra, che sarà itinerante dal prossimo anno e sino al 2030, non so ancora quanto sia rilevante, non mi piacciono gli strombazzamenti della propaganda che accompagna di sovente un evento culturale. Noi faremo di tutto per generarlo senza, però, fare propaganda, piuttosto cercando di sensibilizzare sugli argomenti che sono alla base di questa esposizione resa possibile dalle straordinarie capacità di Manuel. Riguardo a cosa mi ha toccato di più durante la strutturazione della mostra non ho dubbi a dirti che sono stato molto preso dalla mancanza di una visione in cui versa la comunità di cui ognuno di noi è parte… Probabilmente questo ci indica la necessità di stimolare maggiormente i giovani al sociale, distogliendoli, ove e se possibile, dai social. Ma questo dovrebbero farlo ancora di più gli adulti. Per quel che riguarda il coinvolgimento non preventivato, e che poi ho assunto sulla mia pelle, questo attiene all’estetica dello sguardo. Osservando la strutturazione della mostra mi sono sentito proiettato oltre la siepe, in quello spazio infinito che ti permette di ascoltare l’anima. Non ringrazierò mai abbastanza Manuel per queste sensazioni.

Manuel Scrima, 30 sguardi, 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Manuel Scrima: Incontrare e intervistare uno per uno 2030 ragazze e ragazzi ha richiesto 4 anni di lavoro. Per fortuna ho sempre potuto contare sull’interesse e la collaborazione attiva delle scuole di tutta Italia coinvolte nel progetto, circostanza che ha contribuito a creare un entusiasmo condiviso fra me e i ragazzi. Lavorare con gli studenti è sempre coinvolgente e gratificante. In effetti, il processo creativo è stato ancora più importante del prodotto artistico che presento in mostra. Penso che l’arte debba essere prima di tutto esperienza e partecipazione. Ogni singolo studente ha alle spalle una storia personale, come è ovvio che sia, ma soprattutto una sua particolare sensibilità attraverso cui filtra i ricordi e definisce la sua personalità e con essa emergono i suoi desideri, ciò che vorrebbe essere o diventare. Questi desideri mi sono stati affidati da loro su un pezzetto di stoffa. Per ognuno ho cercato di scavare nelle parole per svelarne quelli che credevo i significati intensi e intimi. Ho provato a farlo dialogando con loro, alla pari, creando un clima di empatia e confidenza. Tante volte mi sono riconosciuto nei ragazzi e nelle ragazze e da poche parole ho capito cosa ci fosse nascosto nel loro profondo. La maggior parte di loro è stata molto sincera e diretta. Sono speranzoso per il futuro, perché le nuove generazioni sono indotte a riflettere sulla sostenibilità fin dai primi anni d’età. Le classi in visita alla mostra sono entrate subito in sintonia con il linguaggio dei loro compagni, forse grazie anche all’immediatezza dei media visivi utilizzati nelle installazioni.

Manuel Scrima, 2000 sguardi, 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Come hai gestito e scelto di costruire questo lungo percorso di quattro anni che ti ha fatto incontrare questi 2030 ragazzi e ragazze? Ci sono state variazioni e modifiche rispetto le tue idee iniziali? Come ti sei mosso?
MS: È Bimed che ha curato tutti gli aspetti logistici per incontrare i 2030 ragazzi. Per realizzare la mostra ho lavorato a stretto contatto con varie attività di Bimed dal 2019 ad oggi. Il progetto iniziale era definito chiaramente, ma come sempre ci sono state piccole modifiche in itinere. Ad esempio i desideri scritti su tessuti dovevano andare a formare una grande tela di desideri cuciti insieme ma, per ora, questo mosaico non è stato ancora realizzato ed è stato sostituito dalle foto dei tessuti. Oppure il video con 2030 occhi doveva essere una esperienza immersiva in una stanza con proiezioni su 4 pareti, mentre per ora è un unico video che unisce i quattro. Comunque il significato del messaggio finale non cambia.

Manuel Scrima, 2030 desideri (parte 1), 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Rispetto al tua ricerca artistica come hai sviluppato le diverse opere per restituire il senso del progetto, ma senza tradire il tuo linguaggio, la tua cifra stilistica e la tua ricerca? Che tipologie di opere hai presentato e come interagiscono tra di loro?
MS: A dire il vero, lo stesso progetto parte da una mia idea, dunque sarebbe difficile tradire il mio linguaggio o la mia ricerca. Cioè, voglio dire, è lo stesso progetto a basarsi su questi. Essere coerente sarebbe più difficile se dovessi adattarmi a progetti già programmati da altri, ma non è questo il caso.
Nella mia ricerca artistica, le tematiche sociali sono sempre legate agli sguardi e agli occhi. Già dal 2006 – quando ho iniziato a lavorare come artista per associazioni umanitarie in Africa – ho potuto constatare che gli esseri umani sono tutti accomunati dallo sguardo. Ti faccio un esempio. Puoi incontrare un guerriero della tribù Samburu in Kenya, o un migrante ad Agadez in Niger e, nonostante l’enorme differenza culturale, il loro sguardo troverà sempre un modo di comunicarti qualcosa, una sensazione, un sentimento, un’idea. Molte altre cose, come l’abbigliamento, il modo di fare, il trucco, le cicatrici ornamentali possono essere difficili da capire se non le hai mai viste o non ne conosci il significato, ma gli occhi e lo sguardo condividono un linguaggio silenzioso e universale.
Questa caratteristica degli esseri umani, provenienti da qualsiasi latitudine, ci permette di entrare facilmente in empatia con chiunque, anche senza bisogno di parole.
Questa mostra è incentrata su 2030 sguardi e 2030 desideri di altrettanti ragazzi. Il loro sguardo, infatti, comunica già tutto, senza parole: comunica cosa essi desiderano per il futuro. Forse non servirebbe altro. Ma vale anche la pena scoprire cos’hanno scelto di comunicare e magari cercare di associare ogni desiderio a un particolare sguardo. Perché in realtà i desideri sono tutti anonimi, senza riferimento agli sguardi ritratti.
A Salerno 2000 ritratti stampati su supporti trasparente hanno accolto il visitatore in una sala. In una seconda sala i restanti 30 ritratti più grandi sono stati in fila e si sono mischiati tra loro a formare un unico sguardo.In una terza sala 2030 ritratti di ragazzi sognanti – con occhi chiusi – si sono specchiati in 2030 cartoline di mani che sorreggono un pezzetto di tessuto con un desiderio. Nella stessa sala 2030 voci si sono confuse in un frastuono di desideri.

Manuel Scrima, 2030 desideri (parte 2), 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

I 2030 ritratti di ragazzi/e ricordano una delle mie immagini più note: la fotografia principale della mostra Africa Awakes. Si tratta di una bambina della tribù Turkana, di cui si vedeva solo lo sguardo in un campo stretto. Quel viso coinvolgeva lo spettatore, esprimeva più da solo che tutti gli altri scatti messi insieme. Anche per questo è stato ripreso dall’UNESCO, da Medici Senza Frontiere Francia e da diverse altre associazioni umanitarie.
Nella nuova installazione unisco la fotografia sociale dei miei esordi alla ricerca più recente della mia mostra Disembody, fatta di sovrapposizioni di immagini stampate su vetro e plexiglas. Anche in questo caso il risultato deriva dalla giustapposizione: tutti i ritratti sono stampati su supporti trasparenti e si sovrappongono tra loro. Più visi creano un nuovo viso e ci rammentano che, nonostante le differenze, siamo tutti abitanti dello stesso pianeta, con le stesse responsabilità (anche se non con le stesse possibilità di esercitarle), tutti ugualmente coinvolti e artefici del suo destino, ora più che mai messo in pericolo dai nostri stessi comportamenti.
Per quanto riguarda invece i video, mi rifaccio alle istallazioni che ho presentato 10 anni fa nella mostra AfreakA. Anche qui gioco sul concetto del tempo: in questo caso sull’attesa per l’anno 2030. 17 ragazzi – come 17 sono gli obiettivi prefissati dall’ONU – attendono con preoccupazione e ammoniscono il visitatore sul fatto che manca poco tempo: bisogna agire subito e fare la differenza.
Il concetto dello scorrere del tempo torna anche in un secondo video: 2030 occhi appaiono prima svegli e poi sognano il loro futuro, e lo fanno in un loop che pare infinito ma che terminerà proprio nel 2030.

Manuel Scrima, 2030 desideri (parte 5), 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Cosa emerge dai loro sguardi e dai loro desideri? Come hai saputo restituire le loro attese e le loro speranze? In fondo non sono solo occhi che guardano al futuro, ma sono anche sguardi che ci interrogano sul nostro presente in cui si dovrebbero gettare le basi per quel futuro…
MS: Ciascuno di loro è stato fotografato più volte, cercando di creare un dialogo e un’emozione. Non si tratta di ritratti singoli, casuali, ma di una ricerca del ritratto che può comunicare meglio le emozioni di ogni soggetto. I desideri che mi hanno affidato sono l’espressione della loro personalità e non possono non riflettere la società attuale italiana.
Moltissimi degli interpellati si sentono minacciati dai pregiudizi, dalle disuguaglianze di genere, dall’omofobia, dal razzismo e auspicano un futuro più inclusivo, sia per sé che per gli altri. Certo, qualcuno ha avuto anche il coraggio – o l’ingenuità – di essere totalmente sincero e ha dichiarato di avere priorità più spicciole come il successo sportivo, specie nel calcio. Altri hanno espresso l’ambizione di fare i soldi o accumulare beni materiali: nulla di nuovo. Ciò che, però, davvero emerge con forza è un diffuso desiderio di pace, di fine delle guerre e di rispetto dell’ambiente.
Pensare a una umanità unita e collaborativa, sogno antico, è tuttavia ancora un’utopia. Ognuno di noi in Italia, e ancor di più se allarghiamo lo sguardo a tutto il pianeta, ha una propria differente visione della vita, esigenze diverse, senza dimenticare che la competitività – valore imperante della società contemporanea – non ci aiuta ad immaginare un futuro diverso, incastrandoci inevitabilmente nei nostri piccoli interessi personali.

Manuel Scrima, We are waiting, 2019-2023 per PRÓSÔPON 2030 (Salerno)

Dopo queste mostre pensi possa esserci uno sviluppo ulteriore di PRÓSÔPON? Con Bimed quali altri progetti hai in cantiere nel breve-lungo periodo?
MS: Tutti i progetti che faccio crescono come figli e continuano a vivere con me. Immagino ci saranno ulteriori sviluppi, magari sempre con Bimed. Ma per ora sto pensando ai prossimi allestimenti della mostra attuale. Mi auguro di proseguire con progetti di educazione sociale. L’arte deve fare anche questo, far riflettere, far vedere il mondo con occhi – con sguardi – diversi.

Manuel Scrima. PRÓSÔPON 2030
progetto di Andrea Iovino
mostra a cura di Andrea Iovino e Chiara Canali
prodotta da Bimed – Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo

2 aprile – 22 dicembre 2023

Complesso Monumentale di Santo Spirito
Capriglia di Pellezzano (SA)

Orari: è possibile visitare la mostra previa prenotazione ai numeri +39 089 2964302 e +39 348 5212611 dott.ssa Emanuela Memoli

Info: www.bimed.net
www.manuelscrima.com

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