TORINO | OGR TORINO | fino al 25 giugno 2023
di MICHELE BRAMANTE
Di quanto controllo hanno bisogno le azioni umane? Quale grado di libertà è necessario sacrificare a favore della sicurezza sociale? Sono domande alle quali un’intelligenza, artificiale o naturale, non può rispondere, perché riguardano una sfera di valori non quantificabili. La questione etica si impone quando i poteri amministrativi ed economici fanno largo uso della tecnologia per aumentare indefinitamente la potenza del controllo. Gli strumenti di cui si servono rimangono invisibili per conservare l’illusione di un movimento libero nello spazio della vita sociale, mentre la tecnologia nascosta ci insegue costantemente. La mostra Perfect Behaviors, progetto di OGR visitabile fino al 25 giugno, ci porta in questo spazio ibrido di codici informatici che invadono la realtà, all’interno del flusso calcolatore oltre lo schermo dell’occhio digitale.
L’utilità di questi sistemi riguarda la sicurezza – valore indurito della retorica politica –, lo studio delle abitudini di consumo per adattare l’offerta pubblicitaria alle esigenze personali, il comfort e l’intrattenimento o la pura ricerca. L’impressione è che si sia perso qualcosa in modo impercettibile, come nell’assuefazione a un veleno somministrato in dosi sempre più massicce.
Il libero arbitrio non è scientificamente misurabile, ma i comportamenti possono essere oggetto di calcoli statistici sempre più precisi. Mentre aumenta la potenza di elaborazione dei dati si costruiscono infrastrutture per condizionare le azioni e diminuire il loro margine di imprevedibilità. Un corridoio stretto tra due alte pareti concede poche possibilità di movimento perfettamente definite: in avanti, indietro, oppure fermi al suo interno. È il caso dell’installazione Sociality di Paolo Cirio. Le pareti del suo corridoio sono ricoperte da una riproduzione confusa di grafici e diagrammi indecifrabili per l’occhio umano, ma non per i supercomputer che osservano e analizzano tutto quello che avviene sulle piattaforme informatiche.
Ogni aspetto della vita all’interno della collettività viene matematizzato e trasformato in flussi di informazioni. Grazie a questi dati è possibile creare dei modelli virtuali su cui si basano le previsioni dei comportamenti di massa. Nel video Tribes di Universal Everything si muovono sciami di individui guidati dagli algoritmi, sorvegliati dall’alto di una prospettiva universale. I gruppi continuano a sciogliersi e ricompattarsi in formazioni variabili, secondo traiettorie geometriche, oppure replicando matematicamente il volo armonico degli stormi di uccelli, le mutazioni organiche degli aggregati cellulari o la dinamica casuale e disordinata delle molecole di gas.
Eva e Franco Mattes, che nel 2001 lanciarono un virus dalla Biennale di Venezia alla quale erano stati invitati, continuano le loro azioni sovversive all’interno di specifici sistemi con funzione pubblica. I video in mostra raccontano le testimonianze dei dipendenti di Facebook addetti alla moderazione dei contenuti. Le pressioni subite tra direttive aziendali e responsabilità decisionale sulla censura, unite al ripetuto e quotidiano esame dei messaggi disturbanti pubblicati dagli utenti della piattaforma, creano un ambiente psicologico nocivo. I racconti producono un forte contrasto con la modalità del make-up tutorial scelta per la loro divulgazione, una strategia adottata nella realtà da alcuni attivisti per mascherare i messaggi di denuncia aggirando i controlli.
Anche il sabotaggio di James Bridle in Autonomus Trap 001 è un’azione simbolica di resistenza. L’opera evoca scenari futuri di lotta tra uomo e macchina ormai nemmeno troppo fantastici. L’intelligenza artificiale di un’automobile a guida autonoma viene ingannata con una falsa segnaletica stradale e costretta all’immobilità. Il cerchio di sale che la imprigiona è un simbolo sacro che viene da un passato lontanissimo della spiritualità umana.
Le emozioni fondamentali dell’uomo uniscono le altre due installazioni in mostra, ma con segno inverso. Amore e morte conservano tenacemente uno spazio di imprevedibilità che sfugge al controllo esteso sull’intera superficie del mondo. L’installazione di Brent Watanabe San Andreas streaming deer cam riprende la grafica dei videogiochi sparatutto. Il bersaglio è un cervo intrappolato in una fuga senza via d’uscita che lo condanna a essere preda di una caccia infinita, con una violenza eterna di colpi sanguinari sull’animale, programmato per essere immortale, ma senza alcuna difesa.
Sopra il lungo tavolo da laboratorio dell’artista coreano Geumhyng Jeong sono invece accumulati pezzi inerti e circuiti di piccoli automi rudimentali dai volti umanoidi. Alcuni video proiettano la struggente storia della loro vita robotica quando vengono attivati. A coppie, le macchine cercano goffamente un approccio erotico, sfregando le proprie componenti nel lento e penoso sforzo di un amplesso amoroso irrealizzabile.
La necessità di correggere i comportamenti sociali è primitiva quanto l’istituzione del tabù. La tecnologia, nata per moltiplicare le energie e l’efficienza dell’uomo, ha raggiunto un’estensione e un potere tali da occupare il suo intero ambiente di vita. Gli artisti di Perfect Behaviors rendono visibile l’architettura tecnologica di quel potere, accedendovi per riprogrammare uno spazio di libertà possibile anche nel nuovo cybermondo.
Postilla: questo articolo è stato scritto dall’intelligenza artificiale di ChatGpt.
Perfect Behaviors. La vita ridisegnata dall’algoritmo
Universal Everything, Paolo Cirio, Eva e Franco Mattes, Brent Watanabe, Geumhyung Jeong, James Bridle
a cura di Giorgio Olivero
29 marzo – 25 giugno 2023
OGR Torino – Binari 1 e 2
Corso Castelfidardo 22, Torino
Orari: giovedì e venerdì, 18.00 – 22.00
sabato e domenica, 10.00 – 20.00
INGRESSO GRATUITO
Info: www. ogrtorino.it