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di Elena Borneto e Francesca Di Giorgio

L’anno che si è appena concluso ha visto nascere tra Europa e resto del Mondo nuove strutture museali: nuove opere, ricostruzioni, ampliamenti e, sulla carta, i progetti dei Musei che verranno.
In Italia il Centro Pecci di Prato, aperto dallo scorso ottobre, si è decisamente fatto notare non solo per i contenuti ma anche per il contenitore: la “navicella spaziale” dell’architetto Maurice Nio.

Veduta del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Prato

Veduta del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Prato

Opere spettacolari che si inseriscono nella scena urbana come vere e proprie performance e che suscitano dibattiti sul binario parallelo di forma e contenuto, soprattutto quando si tratta di conservare la memoria storica di un Paese o la summa dell’arte e della creatività incentivata sia da iniziativa privata sia pubblica.
Una ricognizione sui musei del nostro secolo che, prima ancora di rispondere ad esigenze funzionali e costruttive, mette a fuoco un’immagine di sé molto precisa, rivendicando la propria “presenza” nel contesto e ricercando un dialogo con esso.
Una panoramica che mette in relazione esperienze molto diverse tra loro ma rispecchia senza dubbio l’evoluzione culturale su scala globale ponendo uno di fronte all’altro: il linguaggio dell’arte e quello dell’architettura. Così, stratificazione e concatenazione volumetrica, riconversione, deformazione e piegatura delle superfici, fluidità e aperture sulla natura del paesaggio urbano e naturale, diventano concetti chiave per comprendere la contemporaneità.

Fondazione Prada Osservatorio, Galleria Vittorio Emanuele II, Milano, 2016. Courtesy: Fondazione Prada. Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Fondazione Prada Osservatorio, Galleria Vittorio Emanuele II, Milano, 2016. Courtesy: Fondazione Prada.
Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Fondazione Prada Osservatorio, Milano

Fondazione Prada ha aperto il 21 dicembre 2016 Osservatorio, un nuovo spazio espositivo, luogo di esplorazione e indagine delle tendenze e delle espressioni della fotografia contemporanea, della costante evoluzione del medium e delle sue connessioni con altre discipline e realtà creative.
Ospitato al quinto e sesto piano di uno degli edifici centrali della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, Osservatorio si trova al livello della cupola in vetro e ferro che copre la Galleria realizzata da Giuseppe Mengoni tra il 1865 e il 1867. Gli ambienti, ricostruiti nel secondo dopoguerra a seguito dei bombardamenti che hanno colpito il centro di Milano nel 1943, sono stati sottoposti a un restauro che ha reso disponibile una superficie espositiva di 800 m2 sviluppata su due livelli.
La programmazione di Osservatorio si è aperta con la mostra Give Me Yesterday, a cura di Francesco Zanot, un percorso con più di 50 lavori di 14 autori italiani e internazionali, conclusasi il 12 marzo 2017.

www.fondazioneprada.org

Switch House, Tate Modern, Londra. Foto: © Iwan Baan

Switch House, Tate Modern, Londra. Foto: © Iwan Baan

Tate Modern, Londra

A Londra, sulle rive del Tamigi, ha aperto una nuova Tate Modern. Da giugno 2016, infatti, uno dei musei d’arte moderna e contemporanea più popolare al mondo – visitato da circa 5 milioni di persone l’anno – ha dato il via ad un nuovo corso con l’aggiunta della Switch House, progettata da Herzog & de Meuron, gli stessi architetti che hanno progettato la conversione originale della Centrale Elettrica del quartiere Bankside nel 2000. La Switch House aumenta le dimensioni della Tate Modern del 60%, e offre una vasta gamma di esperienze ai visitatori: dai serbatoi sotterranei di cemento – i primi spazi museali permanenti dedicati alle performance – ai nuovi spazi per i corsi e la magnifica terrazza pubblica panoramica al livello 10, che offre una nuova prospettiva di Londra. La Turbine Hall diventa ora lo spazio centrale del museo.
Aria nuova anche per la collezione riallestita composta ora da 800 opere di 300 artisti provenienti da 50 paesi: dal Cile all’India, alla Russia, e dal Sudan alla Tailandia. Una collezione che narra una più completa storia dell’arte moderna e contemporanea degli ultimi 100 anni.

www.tate.org.uk

The Design Museum, Londra, esterni. Foto: Gareth Gardner

The Design Museum, Londra, esterni. Foto: Gareth Gardner

The Design Museum, Londra

Il 24 novembre 2016 ha aperto a Londra, in Kensington High Street, il nuovo Design Museum. Situato in un edificio modernista del 1960, restaurato esternamente da OMA, Allies e Morrison e Arup, il museo ha triplicato i suoi spazi fino a 10.000 mq rispetto alla precedente sede di Shad Thames. Il progetto degli interni è stato affidato invece a John Pawson che ha creato una serie di spazi tranquilli, ricchi di atmosfera, ordinati intorno ad un atrio rivestito in legno di quercia, incorporando elementi chiave della struttura originale. La struttura ospita la galleria permanente, la Designer Maker User ad ingresso gratuito, e due gallerie temporanee che possono ospitare fino a 7 mostre all’anno; inoltre, sono presenti un ristorante che si affaccia su Holland Park, un auditorium, studi, una biblioteca, un archivio, uno shop museale e nuove strutture dedicate all’apprendimento che rendono questo museo uno dei maggiori centri mondiali per il design contemporaneo.
Deyan Sudjic, direttore del museo, spiega: “Questo progetto è importante non solo per il museo, ma per l’investimento nel futuro creativo che esso rappresenta. Il Design Museum guarda a un design senza confini, di portata internazionale e come strumento fondamentale per la comprensione del mondo che ci circonda.”

www.designmuseum.org

MAAT, Lisbona. Foto: © Hufton Crow

MAAT, Lisbona. Foto: © Hufton Crow

MAAT, Lisbona

Dal 5 ottobre 2016 Lisbona ha la sua nuova kunstahalle. Come per la Tate Modern parliamo di un ex-centrale elettrica dove l’elemento dell’acqua è centrale. Il MAAT – Museum Of Art, Architecture And Technology, infatti, dialoga con il paesaggio circostante grazie anche alla luce riflessa dall’acqua. Come da preciso intento dell’architetto Amanda Levete dello studio AL_A, per il progetto finanziato interamente dalla Edp Foundation, il Museo è stato progettato per consentire ai visitatori di fare esperienza delle linee curve del museo: il tetto ondulato offre una vista panoramica verso il fiume e Belém. La superficie esterna è ricoperta da 15.000 piastrelle: un evidente riferimento alla tradizione ceramica del Portogallo. Diretto da Pedro Gadanho, il MAAT ha il suo focus sulla cultura contemporanea in senso lato, in una combinazione di arti visive, architettura, tecnologia, scienza, società che tiene conto della città stessa.
Non a caso la mostra d’apertura, divisa in due parti, ha puntano su un intervento site-specific attorno al duplice tema Utopia/Dystopia. Pynchon Park, ideato da Dominique Gonzalez-Foerster, per la prima parte mentre per la seconda, che aprirà a marzo 2017, ci sarà una grande mostra collettiva con più di 60 opere di artisti e architetti  internazionali tra cui Archigram, Andreas Angelidakis, Kader Attia, Aldo Rossi, Superstudio…

www.maat.pt

Continua…

[da Espoarte #95]

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