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MILANO | A arte Invernizzi | 19 maggio – 13 luglio 2022

di MATTEO GALBIATI

Il ruolo dinamico e attivo dello spettatore, il valore preponderante dello spazio come elemento ricettivo e catalizzatore dell’opera e l’evidenza fisica della luce sono le costituenti essenziali con cui Michel Verjux (Chalon-sur-Saone, 1956) definisce il valore agente delle sue opere. Attivo fin dagli anni Ottanta proprio nell’ambito delle sperimentazioni con la luce, il suo gesto, basato su interventi strettamente connessi con il luogo in cui si manifestano, diventa atto di definizione strutturante del processo estetico-artistico che sa compiersi e ultimarsi nel momento, finale ed esclusivo, della partecipazione dello spettatore.

Michel Verjux, Suite environnante de quatre: rasante, fragmentée, éclairée (sources au sol); da sinistra a destra: Poursuite au mur, mi-rasante, mi-frontale (source au sol), 2022, proiettore; Poursuite au mur, mi-rasante, mi-frontale (source au sol), 2022, proiettore; Poursuite au mur, fragmentée sur plusieurs plans (source au sol), 2022, proiettore Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

La luce per l’artista è una vera e propria materia che non illumina solamente disperdendosi impalpabile nell’intorno, ma, se controllata e definita in una forma, può concretamente ridimensionarsi in geometrie solide che, plasticamente, manipolano, alterano e adattano le pre-esistenze fisiche dell’ambiente in cui si manifestano sottoponendone la reinterpretazione o la sottolineatura proprio a chi si trova a fruirle.
È in virtù di questa apparente solidità “vera” che i suoi lavori si concepiscono come interventi reali, attivi e determinati, presenti e definiti, controllati e misurati a tal punto da mettere in evidenza inequivocabile tutta la loro concisa esattezza tangibile.
Questa precisione della proiezione luminosa, mezzo con cui Verjux sottolinea i piani e i volumi dell’ambiente, determina uno spostamento concettuale nel modo in cui si intende la luce perché, nel suo caso, non è in opposizione al buio, non è strumento per vedere il mondo, ma è ragione tangibile proprio della realtà, è il fattore che ne accentua e rileva la fenomenologia. La luce non è, quindi, sola e auto-determinante, al contrario, è esigenza intellettuale, emotiva e sensibile con cui connettere il vuoto e il nulla con lo spazio, il corpo e la stretta interdipendenza e appartenenza di ogni cosa alla verità della realtà e del tempo.

Michel Verjux, Pliée découpée: à hauteur d’homme (corps et vide), 2022, acciaio inox, 200x266x133 cm Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Se in Découper plier éclairer: des corps et du vide? l’artista al piano seminterrato della galleria lavora nella sua espressione più nota, riportando lo sguardo nel pieno della sua cifra stilistica con una serie di proiezioni che articolano e disarticolano plasticamente l’ambiente rendendolo modulare, al primo piano si può ammirare un inedito lavoro scultoreo che, però, non si discosta dalla logica coerente delle sue visioni e riflessioni. Una scultura che ha una sua monumentalità vera, che non cela il suo ingombro dilatato e “ambientale”.
Verjux si presenta in questo caso con un volume che ha corpo effettivo, una lastra di grandi dimensioni in acciaio che, piegata e incisa, ripropone lo stesso effetto cercato e trovato con le proiezioni luminose. Anzi, qui, si può comprendere la speculazione che muove le sue idee attraverso un “oggetto” la cui fisicità ingombrante, rilevata entro i parametri di una geometria astratta, catalizza con più netta evidenza il valore del vuoto e del pieno, del materiale e dell’immateriale, della valutazione di uno spazio oltre la retorica del suo apparire formale.

Michel Verjux, Suite environnante de quatre: rasante, fragmentée, éclairée (sources au sol); da sinistra a destra: Poursuite au mur, fragmentée sur plusieurs plans (source au sol), 2022, proiettore; Poursuite au mur, mi-rasante, mi-frontale (source au sol), 2022, proiettore Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

In questo modo lo sguardo incontra nuove traiettorie possibili del vedere e del vivere: è la materia che diventa interprete di quanto la luce sottolinea con una gestualità metafisica, sospesa, intangibile. Ecco che questa scultura – come le altre più piccole e come attestato dal disegno preparatorio, che è testimonianza di quanto nulla sia lasciato al caso – ha il peso di condensare quello che, con pari fascino, il fattore luminoso ha sempre affermato con delicata e poetica risolutezza.
Entrambe le soluzioni formali adottate dall’artista, per strade e percorsi apparentemente diversi, sopraggiungono al medesimo esito ad indicare come, con stimoli e percezioni differenti, l’intenzionalità della sua creatività sappia, consapevolmente e comprovatamente, rinominare quelle determinate (e determinanti) “condizioni di possibilità” del nostro essere nello spazio e nel tempo.

Michel Verjux. Découper plier éclairer: des corps et du vide?
catalogo con testo di Michel Verjux

19 maggio – 13 luglio 2022

A arte Invernizzi
via Domenico Scarlatti 12, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato su appuntamento
INGRESSO CONTINGENTATO NEL RISPETTO DEI PROTOCOLLI DI SICUREZZA PER IL CONTRASTO E CONTENIMENTO DEL VIRUS COVID-19

Info: +39 02 29402855
info@aarteinvernizzi.it
www.aarteinvernizzi.it

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