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LA SPEZIA | Menhir arte contemporanea | 28 marzo – 26 aprile 2015

Natasha Yalysheva nasce nel 1977 ad Omsk capoluogo del Distretto federale siberiano, terra di frontiera, esilio e rifugio a seconda della provenienza, da 12 anni vive e lavora in Italia. Nella mostra EgoFragile, da Menhir Arte Contemporanea, a cura di Alberto Mattia Martini, sono presentate circa una ventina di opere che, rappresentano la nuova produzione di Natasha Yalysheva. I materiali dei quali l’artista siberiana si avvale sono nastri da imballaggio e telai in legno, supporti su cui l’artista cola smalto industriale che, scivolando crea un effetto surreale di dissolvenza e scioglimento. Colature che sembrano consumare i soggetti raffigurati, volti del passato, simboli del potere impressi su materiali poveri e di recupero, normalmente atti al trasporto e ai viaggi, solitamente testimoni di transiti, magazzini e “non luoghi”.

Natasha Yalyisheva, EgoFragile

La poetica di Natasha scorre su nastri “Fragile” ad indicare che la Fragilità è umanità, che la vera “resilienza” intesa come abilità di far fronte al cambiamento e riadattarsi sta paradossalmente nel contrario delle comuni e simboliche affermazioni di forza, così come i nastri adesivi utilizzati conservano la capacità elastica contro la rottura. In un mondo in cui si perdono riferimenti ideologici, ruoli sessuali e sociali, e dove i cambiamenti di spazi, relazioni, occupazioni e gerarchie sono parte del quotidiano, si smarrisce anche la sicurezza della propria identità. La vera capacità di resilienza è quindi nel non definirsi, nell’essere eclettici ed adattarsi: restano vulnerabili le immagini fisse riferite alla storia e al tempo. Permane impresso su nastro trasparente e disegnato con uno smalto “che cola” il volto di Mao, simbolo di rivoluzione e regime. Le sembianze del leader cinese duplicato tra propaganda e pop art perde il suo messaggio politico diventando icona da souvenir. La contrapposizione dell’ego alla provvisorietà di un supporto d’uso pratico mostra il lato più vulnerabile anche dei miti che, diventano iconografia a buon mercato in un mondo che consuma immagini perdendone i significati e riutilizzandoli a propria necessità.

L’uomo descritto da Natasha viene anche colto nella sua intimità e nell’esibizione cruda di una virilità che ormai perde ruolo e forza nel contesto moderno. L’organo maschile diviene quasi un simbolo dell’incapacità dell’uomo di rimanere riferimento in una cultura maschilista che nella sua nudità è ancora più inconsistente e vulnerabile. Il viaggio al quale Natasha Yalysheva ci rende partecipi, si addentra anche attraverso il mondo delle celebrità, o meglio personalità che grazie al loro talento, alle loro peculiarità e alla loro straordinaria fantasia, hanno saputo trasformare la fragilità e l’essere effimero in eternità. I volti dei maestri, dei riferimenti culturali ed artistici di Natasha, divengono protagonisti; i tratti somatici e lo sguardo sono impressi sul nastro adesivo come marchio di un’umanità che non teme gli aspetti più fragili del proprio animo, ma dispone del coraggio e di una vena di sana pazzia, da non temere il libero pensiero.

Natasha Yalyisheva. EgoFragile
a cura di Alberto Mattia Martini

28 marzo – 26 aprile 2015
Inaugurazione sabato 28 marzo, ore 18.30

MENHIR arte contemporanea
Via Alessandro Manzoni 51, La Spezia

Info: + 39 0187 731287
info@menhirarte.com
www.menhirarte.com

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