Segni e geometrie tra tra concretezza e immaterialità
VERONA | Spazioarte Pisanello – Fondazione G. Toniolo | 24 febbraio – 11 marzo 2012
Intervista a NADIA GALBIATI di MATTEO GALBIATI
“Il processo creativo persiste in una condizione di non-finitezza, resiste in un inbetween, utilizzando lo strategico dispositivo del vuoto, dello spazio assente tra le forme per indurre un’illusione che è essa stessa una forma di apparizione, una vertigine dello spazio.”
Basterebbero queste, poche ma efficaci, parole, tratte dal puntuale saggio di Ilaria Bignotti pubblicato nel catalogo della mostra, per condensare ed esemplificare il nuovo e più recente esito della ricerca di Nadia Galbiati. La sua attenzione si è sempre rivolta alle strutture geometriche e alle evidenze degli equilibri compostivi dedotte dall’ambiente e dallo spazio del reale. La geometria circostante diventa la premessa della sua riflessione.
Qui è l’angolo che, da protagonista, si stacca dalle superfici piatte e si fa spazio, in cui vuoto e pieno si compenetrano e compendiano. L’angolo come moltiplicatore delle forme attraverso la loro simultanea apparizione e al loro corrispondente annullamento. Un intreccio del pensiero che si verifica anche nelle consistenze fisiche e visive delle opere, che si pronunciano facendo coesistere tecniche e realizzazioni differenti in un coerente unicum espressivo. In lei troviamo legate scultura, pittura, incisione, installazione, che offre alla visione in un linguaggio per ciascuna di esse anticonvenzionale. In occasione della sua ultima mostra abbiamo scambiato brevi battute con l’artista:
Matteo Galbiati: Tema centrale della tua mostra è l’angolo. Cosa rappresenta e come ti rappresenta. Che valore ha nella tua ricerca?
Nadia Galbiati: Tutta la mia produzione scultorea è nata dall’analisi dell’angolo, dalle prime opere in gesso e pietra ai lavori in metallo. Nella ricerca della relazione tra lo spazio e la materia, ovvero la scultura, la prima forma che esplicita questa relazione è l’angolo. Struttura e luogo in cui è collocato danno forma alla materia del vuoto. È questa la relazione che viviamo anche noi, con il nostro corpo nell’ambiente naturale e nella città.
Facciamo un passo indietro… Da dove nasce questa passione per la geometria naturale e per la geometria “umana”?
Quanto peso ha la definizione spaziale delle architetture?
La geometria è alla base della costruzione di ogni forma naturale, la struttura articola ogni costruzione. La natura è costruita; noi stessi ci relazioniamo con ogni forma prodotta. Per questo sono affascinata dalla natura e dai luoghi, e in alcune mie precedenti installazioni ho lavorato in relazione agli spazi naturali. Nelle opere recenti l’analisi si è concentrata sul rapporto costruttivo e spaziale dell’architettura con il luogo, della materia-forma con la materia-vuoto. Inoltre l’architettura fa parte del mio luogo di relazione, la città, del mio paesaggio e della mia esperienza con lo spazio.
Trovo sempre molto interessante la libertà con cui applichi le tecniche, snaturandole spesso dal loro accademismo. Può ad esempio l’incisione diventare scultura…
Impiegare tecniche tradizionali a differenti linguaggi artistici amplifica le possibilità espressive. L’acidatura a morsura è il processo dell’acquaforte, ma nelle mie opere è potenziato. La corrosione del metallo non è più solo segno da stampa ma medium per modellare il metallo e rappresentare geometrie costruite.
Come sei arrivata a costruire questa mostra?
L’installazione su cui verte l’esposizione è lo sviluppo e l’ampliamento di Coefficiente Spazio. L’opera, composta da lastre di metallo acidate con disegni architettonici tratti dal nuovo corpo dell’Università Bocconi, abbandona la superficie piana del pavimento e crea forme tridimensionali nello spazio. La forma plastica costruita e la forma architettonica rappresentata esprimono un rapporto con il luogo. Come quello che l’opera produce con lo spazio della galleria e con i visitatori, su questo progetto installativo si è articolata la mostra. Altri lavori bidimensionali, uniti ad alcune opere grafiche che esporrò in mostra, vogliono rendere manifesta l’interazione tra le forme geometriche e il luogo rappresentato oppure, a volte, solo accennato e ingigantito, come se fosse letto attraverso un macro-obiettivo… e, chiaramente, ecco tornare la forma angolare.
In breve dove vuoi che vada lo sguardo dell’osservatore. Cosa vuoi lasciargli?
Un’occasione di vedere come la scultura può parlare con nuove forme e linguaggi, esprimendosi nella e per la contemporaneità, raccontando dei nostri luoghi e del sentire di oggi. Un’esperienza estetica ed etica, consegnandogli un quesito da risolvere, una sensazione da analizzare. Faccio scultura per produrre un luogo di riflessione.
Nadia Galbiati. Estetica dell’Angolo
a cura di Ilaria Bignotti
Spazioarte Pisanello – Fondazione G. Toniolo
Lato stradone S.Fermo, Chiesa S. Fermo, Verona
Inaugurazione venerdì 24 febbraio 2012, ore 18.00
24 febbraio – 11 marzo 2012
Orari: tutti i giorni 16.00-19.30 | lunedì chiuso
Info: +39 045 8054430
www.fondazionetoniolo.it