ANCONA | Mole Vanvitelliana | 6 giugno – 7 luglio 2013
di JACK FISHER
Da una Biennale all’altra: da Venezia ad Ancona, per Mediterranea 16. L’unica biennale itinerante dedicata agli autori under 35.
I numeri sono importanti: 220 creativi tra danzatori, attori, musicisti ed artisti visivi, 140 le opere in mostra, 45 eventi nella tre giorni dedicata alla vernice, 60 partner coinvolti, 36 i paesi rappresentati, un investimento di 400.000 euro e per la prima volta un pool di giovani curatori provenienti da 4 paesi diversi.
Il tema Gli errori sono ammessi vuole essere un’indagine sulla produzione culturale emergente nel Mediterraneo, una analisi della situazione socio, culturale e politica attraverso un giovane fare arte.
Mi ritrovo in uno degli spazi più affascinanti della Regione Marche: la Mole Vanvitelliana, l’ex Lazzaretto disegnato dal Vanvitelli all’interno del porto della città dorica, dopo aver passato quattro giorni nel Palazzo Enciclopedico di Gioni. Un progetto, quest’ultimo, essenziale, pulito, un ritorno alla poesia, agli elementi naturali quindi all’essenza, in un percorso quasi museale.
Il mio sguardo nella Mole rimane basito, il luogo è enorme, la pietra soffoca e fa emergere così la natura del luogo, uno spazio usato per salvaguardare la salute pubblica di Ancona, costruito su un’isola artificiale fuori dal territorio cittadino, qui merci e persone, che arrivavano al porto da zone ritenute non sicure, rimanevano in quarantena. Un’architettura dal forte valore simbolico a pianta pentagonale, dove il numero cinque può significare il potere dell’uomo di modificare la realtà circostante. Il cammino si snoda in ben 11 capitoli: Vanishing Utopias, End of Modernism, Sometimes making something leads to nothing, Library, Tiers Paysage, Panorama, Semantic of Emotions, Crisis of Representation, Schizopolis, Actions, Memory of the Present a queste si aggiunge una sezione dedicata al design.
Riescono ad emergere poche opere, tra queste Picturing us il progetto dedicato ai cittadini anconetani di White Fish Tank la più interessante struttura no.profit di Ancona, un work in progres che vuole testimoniare come la città dorica sia vista da chi la abita.
Hijab la video installazione di Ayman Ramadan (1980, Egitto) un racconto intimo, attraverso un dono che testimonia il legame con la famiglia, in particolare con la madre e la sua terra. L’artista lascia il suo villaggio per trasferirsi al Cairo per lavoro, in quest’occasione la madre cuce per lui una hijab, una borsa di tela contenete dei sonetti protettivi, ogni volta che l’artista rientra a casa la madre gli dona una nuova borsa, fino ad ora le hijab sono 850.
Interessanti i nove ritratti pop di Mohamed Bouazizi realizzati da Majd Abdel Hamid (1988, Damasco, Siria), con la collaborazione di donne palestinesi provenienti dal villaggio di Farkha. Bouazizi è un moderno martire, la sua autoimmolazione conduce alla prime proteste che sfociano nella rivoluzione tunisina. Di grande impatto è l’opera a sfondo sociale e politico di Sergio Racanati (1982, Bisceglie). L’artista, attraverso un dialogo con gli immigrati del CIE di Bari, ci racconta tramite una installazione video-sonora, le condizioni di vita, i sogni, i bisogni e le speranze. Non si può rimanere indifferenti di fronte al video che documenta l’azione di Silvia Giambrone (1981, Agrigento), Teatro Anatomico, qui l’autrice facendosi cucire sulla pelle un colletto ricamato all’uncinetto, indaga un’idea di bellezza ad ogni costo. Chiudo la mia partitica selezione con Alessandro Di Pietro (1987, Messina). L’autore presenta un’opera estremamente intelligente e curiosa Yuppi A.! And thats enought, è una matrice di una targa commemorativa, sulla quale si affastellano fatti storici realmente accaduti, ricomponendosi in un racconto cinematografico nuovo di assoluta finzione.
Di altro impatto, è il progetto speciale Visioni Future curato da Manuela Valentini. Di certo le opere, ben illuminate, emergono, isolate dall’ambiente da pareti o piani rialzati neri: un allestimento organico e lineare che dona loro ampio respiro. Il progetto nasce dalla collaborazione tra BJCEM e l’associazione Visioni Future. Da segnalare, in questa sezione, le opere di: Fabrizio Cotognini (1983, Macerata) che apre Visioni con Silence (…A Giorgio). In punta di piedi si osserva e si assiste al dialogo tra cinque specie rare di fiori notturni e altrettanti personaggi protagonisti in dipinti della Pinacoteca di Ancona. Valentina Miorandi (1982, Trento) presenta Tournig Tables una piattaforma che prende vita con l’azione di un gruppo di persone che si sono battute per la riapertura della Galleria Civica di Trento tra il 2012 ed il 2013. Un work in progress democratico: si allarga grazie all’aiuto del pubblico che si adopera per costruire le parti di una grande zattera collettiva ed evolutiva. Il progetto speciale si chiude con l’opera di Luca Pozzi (1983, Milano), The Star Platform. Un’installazione del 2012 composta da luci al neon, alluminio lucidato e legno, ispirata alla teoria Loppo Quantom, secondo la quale il campo gravitazionale si genera in un ignoto luogo situato prima del tempo e dello spazio. Così si chiude la mia passeggiata all’ex lazzaretto di Ancona. Mediterranea 16 è visitabile fino al 7 luglio.
Mediterranea 16. Errors Allowed
Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo
a cura di Charlotte Bank, Alessandro Castiglioni, Nadira Laggoune, Delphine Leccas, Slobodne Beze/Loose Associations (Natasa Bodrozic, Ivana Mestrov), Marco Trulli e Claudio Zecchi.
6 giugno – 7 luglio 2013
Mole Vanvitelliana, Ancona