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MACERATA | GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti | Fino al 12 gennaio 2020

di MILENA BECCI

La prima sensazione che si ha appena varcato l’uscio d’ingresso di Space Transformer, la personale di Marina Paris a Macerata, presso la GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, è quella di trovarsi quasi accidentalmente in un luogo familiare, circondati da immagini che ci attraggono, memorie di luoghi e spazi in giro per il mondo che noi stessi potremmo custodire nel nostro cassetto del comò come preziosi ricordi. L’Oceano Indiano, la Russia, l’Oriente, il Mar Nero o l’India, mete di viaggi che vengono spezzati, materialmente interrotti dallo strappo della carta con il dito di un’artista che frantuma un territorio nazionale per delineare in esso confini geografici altri, internazionali, riportando un luogo all’interno di un altro. Ben ventidue i Paesi presenti nelle fotografie della prima sala della mostra, un lavoro del 2019 che vuole dare avvio ad un percorso espositivo che termina con un video del 2009, attraversando quindi dieci anni di produzione artistica a ritroso, con caparbietà e delicatezza.

Marina Paris, Space Transformer, GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata Macerata, 2019, installation view, foto di Andrea Chemelli

Il rapporto con lo spazio, il lavorare nello spazio, con esso ed attraverso di esso, è centrale all’interno di questa personale di Marina Paris, curata da Antonello Tolve, in cui ci si avvicina ad opere che delineano per il pubblico un percorso chiaro e coerente. Lo spazio bianco del lavoro dei collage della prima sala rappresenta il fulcro di questa chiarezza, è la chiave per entrare in un ambiente neutro che viene costruito dalla Paris, strappandolo. Le cartoline da lei acquistate e collezionate, testimonianze del territorio italiano e del suo cambiamento nel tempo, vengono lacerate dalla pressione del pollice che vuole aprirci la porta di altri territori. Un ricordo e un democratico saluto è l’epigrafe che si legge sulla lastra al centro di un’altra cartolina, questa volta di dimensioni più ampie, in cui parole ed immagine creano spaesamenti e riflessioni su concetti ed espressioni che tutt’oggi appaiono significative, ricordo di un passato ma anche residuo di un presente che spesso sembra senza tempo e senza logica, figlio di quelle signore in costume anni Cinquanta ferme sotto l’ombra delle strutture balneari in cemento.

Marina Paris, Space Transformer, GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata Macerata, 2019, installation view, foto di Andrea Chemelli

Nella seconda sala, le fotografie commissionate a Marina Paris dalle sorelle Fendi, scatti di una tenuta da loro acquistata nei pressi di Roma, realizzati prima della ristrutturazione dell’edificio. Volontà di memoria o semplice documentazione? L’atmosfera che si respira alla visione di quegli spazi abbandonati e cadenti è trasognante, è miraggio nell’incubo, trasportati da una fantasia che incarna il reale. Nessun ritocco, luci naturali riprese dall’obiettivo che ha inseguito le ore del giorno per catturare la giusta visione dell’artista. Cinque Under construction in cui sedie, macerie, pavimenti distrutti, mura colorate e finestre aperte ricordano una presenza che verrà completamente rasa al suolo per essere ricostruita, senza dimenticare.

Marina Paris, Space Transformer, GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata Macerata, 2019, installation view, foto di Andrea Chemelli

I collage allestiti nelle pareti della sezione centrale della Galleria non hanno traccia di matita, son cartoncini sovrapposti che definiscono spazi metafisici, questa volta senza tempo, che ci accompagnano verso i disegni prima di incontrare, nell’ultima sala, Less than five minutes, la video animazione che chiude l’esposizione e che ci mostra una serie di interni di spazi pubblici visitati ed abbozzati dalla Paris. Porte che si aprono ed accolgono, pareti e pavimenti che vanno pian piano a costruirsi per invitarci ad entrare in uno spazio surreale che, anche se lontano dalla realtà di Under construction, è vicino all’insito senso di costruzione e distruzione che il tratteggio della matita porta con sé, in continua trasformazione. Le linee delle cartoline, delle fotografie e della grafia appaiono e scompaiono per farci vivere uno spazio ed un tempo che crediamo di poter controllare, democraticamente.

Marina Paris, Space Transformer, GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata Macerata, 2019, installation view, foto di Andrea Chemelli

Marina Paris. Space Transformer
a cura di Antonello Tolve

Fino al 12 gennaio 2020

GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti
Piazza Vittorio Veneto 7, Macerata

Info: +39 0733405111
www.abamc.it

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