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ROMA | CURVA PURA | 24 SETTEMBRE – 15 OTTOBRE 2020

di FRANCESCO PAOLO DEL RE

“Che cosa sono le nuvole?”, si domandava Pier Paolo Pasolini nel 1967, facendo uscire due marionette dalla finzione scenica e ponendole davanti al cielo, ormai dismesse e inutili, oppure davanti alla consapevolezza della propria stessa fine. E che cos’è la pittura, ci domandiamo noi nel 2020? Qual è il suo valore euristico nell’orizzonte culturale contemporaneo? Qual è la sua necessità e il suo scopo? Cosa dice di noi oltre che del suo stesso farsi, del suo rinnovarsi ed essere presente in quanto materiale dell’arte e dispositivo della visione? Sono alcune domande che accompagnano la mostra The life and death of a cloud, personale di Marco Eusepi che presenta nello spazio romano Curva Pura sei dipinti caratterizzati da dimensioni contenute e una certa consapevolezza tecnica in termini di sperimentazione, cinque dei quali realizzati durante la quarantena del Covid-19 e uno successivo. Una scelta di essenzialità, nel numero delle opere e nell’allestimento, è dettata dalle caratteristiche particolari dello spazio e vuole mettere in luce affinità e opposizioni tra i dipinti e cercare una fuga prospettica capace di condurre il visitatore fino al lavoro più piccolo tra quelli selezionati, rimettendo in gioco tensioni ed energie e dilatando la percezione.

Marco Eusepi, veduta della mostra The life and death of a cloud, Curva Pura, Roma

Nel testo critico che accompagna la mostra, Michela Becchis evidenzia la possibilità per il visitatore di “passare dalla visione alla contemplazione”, nel significato etimologico di “attrarre dentro il proprio orizzonte”. Ebbene, la pittura è orizzonte di per sé e viepiù possiede questa qualità orizzontante per Marco Eusepi.
Orizzonte e schermo: è immersiva, nel senso che corrisponde a un determinato approccio fenomenologico alle cose e ai sensi che le percepiscono. Fa da medium, amplificando la visione o filtrandola attraverso l’espressione di uno stato d’animo, eppure restando altra cosa, un’espressione materica valevole per se stessa.

Come la domanda sulle nuvole per le marionette pasoliniane, così la pittura di Marco Eusepi contempla e contiene un dato di natura, un’osservazione degli elementi naturali decantata all’interno della grande macchina ottica che è lo studio dell’artista, ma il rapporto con la natura è soltanto un pretesto per mettere in scena la pittura stessa, il suo teatro, e in questa dimensione “non c’è desiderio del naturale come se fosse una vocazione”, spiega il pittore, ma c’è solo la pittura che al naturale attinge per poi tradirlo. Se ci sono paesaggi tra i dipinti in mostra, la loro visione è occlusa e inibita da un’accumulazione di interventi pittorici che velando manifestano e sottraendo affermano. È sì figurazione, ma una figurazione che mostra la fallibilità del linguaggio che la sostanzia e che la definisce. Tanto il pittore quanto l’osservatore di questa pittura abitano una condizione di ambiguità, compresi tra le due spinte opposte dello svelare e del velare, nel patto secondo il quale l’arte non sia e non possa essere mera trascrizione dei fatti della realtà ma si ponga come realtà altra, a volte ulteriore.
All’interno del suo studio, nell’esercizio della pittura e nella ricerca del segno (che risente anche delle influenze della pratica dell’incisione) Marco Eusepi procede per tentativi successivi e per approssimazioni che, allontanandosi progressivamente dalla realtà fenomenica, a volte si concretizzano in forma di cancellature, spesso decine di strati, capaci di contenere in esse quanto sia stato dipinto prima e di addensarlo in una tensione nuova in cui la superficie smarrisce ed esalta la sua profondità. Un tentativo di sintesi in cui “tutti gli umori e le stratificazioni sottostanti riverberano e si addensa una sensazione potente”, dice Eusepi. “Per me la pittura – spiega – non è descrizione di niente, ma suggestione e sospensione della realtà. Mi piace vedere sotto la pelle delle cose, lo scarto che permette di conoscere che nelle cose c’è l’invisibile. L’indicibile che sta dentro le cose mi affascina. È un silenzio inquietante, c’è un’inquietudine. È come l’abisso, qualcosa che sai che c’è ma non sai com’è e di cui non vedi il fondo”. Affacciato sull’abisso di cui è schermo e scarto, per Marco Eusepi l’oltre della pittura intrattiene un rapporto con il sacro ma in senso laico.

Marco Eusepi, veduta della mostra The life and death of a cloud, Curva Pura, Roma

A volte alla fine del lavoro rimane un embrione di figurazione, a volte invece prevale l’aspetto segnico, la pittura come materia e oggetto della pittura, ma non ci troviamo mai di fronte a un discorso informale. Eusepi presenta, infatti, gli elementi della natura, che sono oggetto della sua attenzione e della sua riscrittura, tramite una scomposizione formale che vive in una costante ambiguità tra astrazione e figurazione. Astrazione e figurazione sono fattori inseriti in rapporto di forze più complesso, una tensione poetica interna ai fenomeni della realtà inseriti nell’orizzonte della pittura, con un grado di avvicinamento o di allontanamento dal dato reale che dipende dalla quantità di sedimento che l’esercizio della pittura stessa deposita sulla tela per completarsi.
In questa definizione assume una grande importanza il ruolo della memoria. L’aspetto atmosferico dell’orizzonte pittorico di Eusepi si può infatti paragonare alla qualità propria dei ricordi di essere più o meno nitidi, più o meno definiti e definibili, fino a farsi a volte quasi impercettibili, larvali, fantasmatici. Il fare pittorico di Marco Eusepi si fa nei suoi ricordi personali e con la memoria stessa della pittura, attraverso un filtro di gestualità, cromie, grumi di materia, rapporti spaziali e dettagli attinti da dipinti di ogni epoca significativi per il pittore, che agglutina tutto dentro la consapevolezza del suo sguardo intriso di stupore e passione, inquietudine e tensioni, volto a far cantare i suoi brani di pittura con la loro interna, maliosa, stratificata melodia.

Marco Eusepi, veduta della mostra The life and death of a cloud, Curva Pura, Roma

Marco Eusepi. The life and death of a cloud

Curva Pura 
Via Giuseppe Acerbi 1a, Roma

Fino al 15 ottobre 2020

Info: +39  331 4243004
curvapura@gmail.com

FB / curvapura

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