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Fabbrica Eos
Milano


Manuel Felisi. Flowers (di Elena Baldelli)


«Figlio della “Modernità Liquida” descritta dal sociologo Zygmunt Bauman, Manuel Felisi si muove indifferentemente tra pittura, fotografia e installazione, riuscendo a costruire un universo sorprendentemente coerente, pieno di tracce, prove e indizi di un’insopprimibile vitalità» scrive Ivan Quaroni. Il curatore invita, quindi, a non soffermarsi sui soggetti, volutamente comuni, del lavoro dell’artista ma a seguirne la scia di pensiero andando oltre, sperimentando ciò che l’arte di per sé dovrebbe implicitamente istigare. Afferrare il sovrapporsi più che l’accostamento di vari livelli tecnici ed emozionali in un gioco di opposti, raccordi e reciproche consonanze…


Elena Baldelli: Istintivamente ricollego il tuo lavoro a soggetti metropolitani velati da elementi decorativi, spesso floreali, che “ammorbidiscono” la trama urbana.
 Ora, quella che era una velatura “a corredo” acquisisce un ruolo di primo piano.
I flowers diventano protagonisti. Come mai hai rafforzato una tematica, apparentemente, tradizionale?
Manuel Felisi:
In questo lavoro i flowers sono passati avanti, sono diventati fiori veri, fiori di carne passionale. Sono dei veri e propri ritratti. Non è cambiato il mio modo di interpretarli, il fiore è solo passato in primo piano.

Ti occupi del binomio artificio/natura, accostando spesso ambientazioni create dall’uomo ad elementi vegetali. Come gestisci il dialogo tra queste due componenti? Gli innesti sono puramente decorativi oppure assumono altri significati?
Tutto avviene in modo naturale. Mi viene molto facile gestire un’esigenza. Gli innesti non sono decorativi ma parte integrante del racconto e non assumono altri significati. È il mio filtro sul reale.

Le discipline artistiche, nella contemporaneità, si sono fuse, fluidificate: pittura, scultura, decorazione, fotografia, grafica e quant’altro… Anche tu, come molti altri artisti, spazi dall’installazione, alla pittura, alla fotografia. Come organizzi un lavoro eterogeneo? E come differenzi l’approccio alle diverse discipline?
Il mio pensiero creativo si sviluppa proprio come il mio lavoro, a livelli; quindi credo che la possibilità di usare le diverse forme visive mi permetta di comunicare i miei stati emozionali, così non vivo un vero e proprio approccio con le varie discipline ma credo che ognuna, a suo modo, faccia parte della moltitudine di livelli che compongono me e la mia ricerca.

Nelle opere bidimensionali compaiono elementi provenienti dalla strada: tag sui muri, saracinesche chiuse, fabbriche, tram, atmosfere cittadine comuni a chi vive, come te, in una città come può essere Milano. Nell’installazione presentata allo spazio Oberdan (Pensiero fluido), invece, hai agito in modo totalmente differente…
Per lo Spazio Oberdan la necessità di racconto ha creato un’esigenza espressiva diversa. Ho trovato che l’unico modo per esprimermi sul tema “pensiero fluido” fosse quello di coinvolgere in una sensazione visiva, olfattiva e sonora. Per questo ho usato l’interno di un’abitazione abbandonata in un giorno di pioggia, dove tutto è com’era. I quindici sul tavolo sotto la pioggia ad ammuffire, la vecchia poltrona che aspetta di essere usata, gli occhiali che un tempo servivano. Tutto a bagno, ad evidenziare il passare del tempo e il mutare delle cose. Invece per quanto riguarda le varie fasi del lavoro, diciamo “urbano”, la voglia è sempre stata quella di raccontare aree urbane a volte dismesse a volte di rara bellezza, nelle loro vesti, ogni sera diverse.

La mostra in breve:
Manuel Felisi. Flowers
a cura di Ivan Quaroni
Fabbrica Eos
p.zza Baiamonti 2, Milano
Info: +39 02 6596532
www.fabbricaeos.it
Inaugurazione giovedì 25 novembre ore 18.30
26 novembre 2010 – 15 gennaio 2011

In alto, da sinistra:
Manuel Felisi, “Flowers”, 2010, courtesy Fabbrica Eos, Milano

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