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GAGLIANO DEL CAPO (LE) | sedi varie | 29 luglio – 27 agosto 2017

Realtà private mettono in campo idee e progettualità, visioni e prospettive. Mostre, talk, residenze per la seconda edizione del festival spontaneo, Lands End, promosso da Capo d’Arte e Ramdom, che si svolge in diversi spazi di Gagliano del Capo, in Salento.

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Antonio De LucaSonàrie. Giardino d’attesa. Foto: Sergio De Riccardis

Da alcuni anni Gagliano del Capo è diventato un punto di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea in Puglia e in Italia grazie ad una progettualità plurale.
Le produzioni artistiche delle associazioni Capo d’Arte dal 2010 (un’organizzazione no profit per la promozione dell’arte contemporanea in Puglia coordinata da Francesca Bonomo e Francesco Petrucci), Ramdom dal 2012 (un’associazione che si occupa di formazione e produzione artistica, promozione della mobilità attraverso masterclass, workshop, mostre, residenze) hanno coinvolto artisti, curatori e ricercatori provenienti da ogni parte del mondo e di rinomata fama internazionale. Una capillare campagna stampa ha poi contribuito a portare il Capo di Leuca, già conosciuto per le sue bellezze paesaggistiche, alla ribalta della stampa nazionale ed estera anche per il suo dinamismo artistico.
A queste realtà si aggiunge NOON, nata nel 2017, su iniziativa del curatore Lorenzo Madaro e dell’artista Daniele D’Acquisto come piattaforma dedicata a progetti espositivi, editoriali e di approfondimento e prosecuzione di una serie di progettualità comuni. Tra i primi progetti che hanno visto la collaborazione di NOON, la retrospettiva su Kengiro Azuma a Palazzo Pino di Monteroni di Lecce, Mario Schifano e la Pop Art in Italia al Castello Carlo V di Lecce e il progetto Spazio N-Dimensionale, dedicato all’artista Natalino Tondo nella Galleria Davide Gallo (Milano).

Simon Rouby

Simon Rouby

Dopo anni di collaborazioni continuative, nel 2016, Capo d’Arte e Ramdom hanno realizzato un cartellone di mostre e performance congiunto che ha catalizzato altre organizzazioni e curatori che hanno contribuito alla programmazione: il risultato è stato un festival spontaneo con 9 interventi di arte contemporanea che nei mesi di luglio e agosto ha portato oltre 4000 visitatori in una cittadina che conta 5000 abitanti. Ma la programmazione estiva è solo la punta dell’iceberg di un lavoro che si sviluppa quotidianamente attraverso progetti di residenza, formazione, laboratori, incontri e un vasto programma di attività collaterali. Alimentato anche da prestigiosi partenariati come quello tra Capo d’Arte e l’Accademia di Francia a Roma o quello di Ramdom con la NABA di Milano. Sulla scia del successo dell’edizione pilota 2016, dunque, Capo D’Arte, Ramdom e NOON intendono rafforzare l’esperienza di collaborazione promuovendo un vero e proprio festival dell’arte contemporanea, strutturato con mostre, workshop, performance, talk e momenti di approfondimento.

Capo d’Arte, in collaborazione con L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, presenta i lavori di Simon Rouby e Eva Jospin concepiti durante una residenza a Gagliano, nel mese di aprile gli artisti hanno vissuto e lavorato in città.
L’installazione di Eva Jospin reinterpreterà una camera abbandonata nel centro storico del paese. Eva ha lavorato con prodotti locali, utilizzando delle foglie d’ulivo e delle ghiande di quercia, piante minacciate da due batteri che rischiano di cambiare drasticamente il paesaggio locale. L’opera, molto poetica nella sua estetica, cela un messaggio molto forte e attuale.
Simon Rouby è rimasto impressionato dalla presenza di numerosi giovani Africani, Siriani e Albanesi, provenienti da un contesto migratorio e dall’accoglienza in strutture municipali e regionali. Simon ha pertanto deciso di realizzare un video per illustrare la realtà della loro condizione, mettendo anche in scena il sogno della loro nuova vita. Il video è stato proiettato il 28 e il 29 luglio dal Ponte Ciolo e durante tutto il mese d’agosto all’interno di una di due case del centro storico, messe a disposizione dagli abitanti di Gagliano del Capo. Il progetto e l’evento sono sostenuti da Total.

Matthew Wilson, 2015

Matthew Wilson, 2015

Ramdom presenta a Lastation le opere di Matthew Wilson, Andrew Friend, Brett Swenson, Oliver Palmer e Giorgio Garippa, in una mostra curata da Francesca Girelli e Heba Amin.

Palazzo Comi ospita Regola, una personale di Daniele D’Acquisto, a cura di Lorenzo Madaro, su progetto di NOON e in collaborazione con Via Vai, insieme a un talk con Matteo Fato.

Nelle gallerie di Palazzo Daniele, Misurare il tempo, mostra di Giancarlo Pediconi e Simon d’Exéa a cura di Duccio Trombadori, con l’organizzazione di Christine Ferry.

Nei pressi di Lastation, Antonio De Luca, su progetto di Ramdom, propone due interventi d’arte pubblica.

Tutte le iniziative sono accessibili gratuitamente.

LANDS END 2017. Il programma:

SIMON ROUBY
Sleeping Giants
con proiezione dal Ponte Ciolo
(Litoranea Leuca-Tricase)
e via XXIV maggio

EVA JOSPIN
30 luglio – 27 agosto 2017 | dalle 19.00 alle 23.00
via XXIV maggio
Gagliano del Capo

Default17. Indagine sulle Terre Estreme
Residenza internazionale
19-26 giugno 2017

Andrew Friend, Trig point still, 2015

Andrew Friend, Trig point still, 2015

Stati estremi di impossibilità
30 luglio – 27 agosto 2017 | dalle 19.00 alle 23.00
Lastation, Piazzale Stazione 2, Primo Piano
Andrew Friend, Matthew Wilson, Brett Swenson, Giorgio Garippa e Oliver Palmer
a cura di Francesca Girelli e Heba Amin
Stati estremi d’impossibilità presenta una selezione dei lavori delle due passate edizioni di DEFAULT, un think-tank multidisciplinare che invita gli artisti a riflettere su immaginari geografici legati allo spazio locale e su ciò che storicamente è identificato come Finibus Terrae, Lands End, o limite del mondo. Il programma è parte di una continua ricerca sulle Terre Estreme, lanciata nel 2014 da Ramdom. Tenendo conto di come un unico territorio possa produrre differenti percezioni, sia che si stia viaggiando verso l’estremo o che si stiano abitando tali luoghi, DEFAULT non chiede ai partecipanti una compulsiva interazione con la realtà geopolitica e sociale del posto in cui il workshop avrà luogo. Al centro della ricerca c’è piuttosto una migliore comprensione delle costruzioni immaginarie che racchiudono il significato di estremo, delle congetture sui “perché” e sui “come” delle sue costruzioni storiche e contemporanee, il modo in cui questi luoghi colpiscono gli individui a livello personale, psicologico e artistico.

Lastation. Foto: Pierpaolo Luca artivisive

ANTONIO DE LUCA
Sonàrie. Giardino d’attesa.
a cura di Ramdom
Percorsi e luoghi d’ascolto. Installazione d’arte pubblica permanente
Un luogo dell’attesa segnato e tracciato dal suono, dove è il corpo in ascolto a disegnare la sua estensione e attraversarne il confine invisibile. È la dilatazione dello spazio sonoro, che cuce il dentro e il fuori, Il paesaggio sonoro e il tempo silenzioso dell’attesa: qui l’ascolto è fare un vuoto e abitarlo. L’intervento di De Luca si snoda alle spalle di Lastation, a ridosso dei binari ferroviari, tra sentieri e angoli di terzo paesaggio, dove l’invito è fare un’esperienza, una chiamata allo stare, ad abitare i luoghi attraverso l’ascolto.
Nidi e dispositivi sonori che catturano il vento producendo suoni che s’intrecciano in frammenti di melodie, un flusso sonoro in divenire mutevole. L’installazione riprende, esteticamente e concettualmente, l’elemento tradizionale della luminaria (precedentemente reinterpretata da Carlos Casas per Ramdom), ma a farla da padrona non è l’elemento luce, bensì il suono. Se le luminarie si accendono solo in presenza di corrente, le Sonàrie celebrano il vento, in modi e direzioni più che mai imprevedibili. Il luogo d’ascolto è l’ascolto del luogo.

Daniele D'Acquisto, Regola, Palazzo Comi, Gagliano del Capo (LE) per LANDS END 2017

Daniele D’Acquisto, Regola, Palazzo Comi, Gagliano del Capo (LE) per LANDS END 2017

Daniele D’Acquisto. Regola
a cura di Lorenzo Madaro
30 luglio – 14 agosto 2017
tutti i giorni dalle 19.00 alle 22.30
Palazzo Comi

La mostra, promossa da NOON, con l’associazione Via Vai, propone Regola, il nuovo ciclo di opere di Daniele D’Acquisto, concepite appositamente per questo progetto. La sua è una pratica che intende confrontarsi intenzionalmente con l’ambiente in cui la scultura esiste ed agisce, attraverso dinamiche relazionali che costituiscono il punto di partenza per la costruzione di un ulteriore spazio d’azione, in cui il pubblico è invitato ad muoversi attivamente. Lo spazio in D’Acquisto è determinato dalla costruzione di strutture volumetriche in legno okumè; una serie di innesti in acciaio connettono forma e spazio in termini poetici e concettuali, consentendo la rotazione e l’estensione dei singoli elementi. Si avvia così un sistema auto generativo, che in quanto tale ha specifiche regole interne, naturalmente connesse anche con i precedenti cicli del suo lavoro. In occasione della mostra l’artista e il curatore hanno pubblicato Der mensch ist was er isst (ed. NOON), un memorandum, predisposto a quattro mani, in cui sono stati elencati titoli bibliografici paradigmatici per entrambi. Der mensch ist was er isst è un vero e proprio prologo, giacché connette talune basi conoscitive su cui si edifica il lavoro comune dei due.
Daniele D’Acquisto. Regola è un progetto realizzato anche grazie al supporto di Mule Engneers Constructors Designers (Galatina), Arthotel & Park (Lecce), Valentino Caffè.

Misurare il tempo, Giancarlo Pediconi Ex manifattura tabacchi di Alessano 2017 90x90cm

Misurare il tempo, Giancarlo Pediconi Ex manifattura tabacchi di Alessano 2017 90x90cm

Misurare il tempo. Giancarlo Pediconi e Simon d’Exéa
a cura di Duccio Trombadori
30 luglio – 2 settembre 2017
tutti i giorni dalle 19.00 alle 23.00
Gallerie di Palazzo Daniele

Nel famoso libro intitolato Spazio, tempo, architettura, Siegfried Giedion individuava nella quarta dimensione la peculiarità dell’architettura moderna e la paragonava con le principali avanguardie artistiche del ‘900: cubismo, futurismo, e costruttivismo.
Sulla scorta di questa intuizione estetica, la mostra Misurare il tempo mette a confronto le fotografie di Giancarlo Pediconi e Simon d’Exea, che in modo originale e convergente hanno messo in evidenza aspetti imprevedibili e nascosti delle forme architettoniche rilevandone la dimensione simultanea, dinamica e multilaterale.
Un nutrito repertorio figurativo è arricchito anche dalle immagini di ambienti e situazioni ricavate originalmente dalla architettura del Salento, con la luminosità edilizia di pietra leccese, dalle costruzioni più nobili e religiose, alle torri costieri, le masserie, i frantoi e le cripte. Rovistando nel mezzo di enormi fabbricati industriali desueti e fatiscenti, alla riscoperta di architetture dimenticate, tra rovine edilizie e macchinari in disuso, Giancarlo Pediconi sollecita lo sguardo “archeologico” su strutture ad impianto quasi basilicale, con regolarità di pieni e vuoti che fissano lo scorrere del tempo e insieme lo misurano.
La esposizione lucidamente narrativa che moltiplica e descrive i diversi punti di vista si presenta a sua volta come sintesi formale nella architettura immaginaria di Simon d’Exea che, mediante tecniche di sovrapposizione, elabora e visualizza strati e dettagli di un edificio fino al punto di ottenere il ritmo di una prospettiva a quattro dimensioni in evidente analogia con la temporalità istantanea della composizione cubista.


LANDS END. 
Contemporary Art Festival
a cura di Capo d’arte, Ramdom, NOON
Il festival è realizzato in collaborazione con

Associazione Via Vai, Accademia Di Francia, Villa Medici
e con il sostegno di: Regione Puglia, SIAE, MIBACT, Total, Caroli Hotel, Valentino caffè, Zages, Dustin supermercati

29 luglio – 27 agosto 2017

Gagliano del Capo, sedi varie
corso Umberto I, piazza San Rocco, via XXIV Maggio, piazzale Stazione, Ciolo

Info: info@laends.net
www.laends.net

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