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ROMA | Mucciaccia Contemporary | Fino al 15 febbraio 2023

di SILVIO MIGNANO

Pulchritude – beauty where you would least suspect it, hidden in a word that looked like it should signify a belch or a skin infection”. Non so perché, ma appena ho visto le opere di BR1 nella galleria Mucciaccia Contemporary ho pensato subito a Zadie Smith. È stata un’associazione – come mi accade spesso – di carattere estetico: quelle opere sono infatti attraversate dalla bellezza, una bellezza piana, limpida, esattamente quella che classificherei come pulcritudine. Allo stesso modo, la scrittrice anglo-giamaicana ci ha sempre raccontato la bellezza dell’umanità rintracciata, non senza fatica, nei luoghi e nelle circostanze più inattesi: “La pulcritudine – bellezza dove meno avremmo sospettato, nascosta in una parola che sembrava dover indicare un’eruzione o un’infezione cutanea”, scrive Smith in Denti Bianchi, il romanzo che nel 2000 la rese famosa.

Come Smith, BR1 ricopre con l’immediata bellezza di volti limpidi, colori puri, assenza d’ombre, l’umanità che giace o si muove su un terreno mutevole, incerto, perfino insicuro. Ritratti di confine è infatti il titolo della mostra, nella quale i soggetti sembrano davvero incarnare l’essenza stessa della linea di frontiera. Sono segni di demarcazione tra i cangianti stati d’animo, le diverse lingue e culture che si indovinano oltre le curve di nasi e sopracciglia, dietro veli, copricapi e mantelli, o nella filigrana delle tonalità degli incarnati.

Installation view, BR1 | Ritratti di confine, Ph. Credit Angelo Rifino, Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

Sull’idea di confine insiste da sempre una discussione serrata: se unisca o divida, se sia una membrana permeabile che lasci entrare, uscire, tornare tra l’al di qua e i mille possibili aldilà, o invece un muro impenetrabile e invalicabile incaricato di separare, allontanare, definire con spietata nettezza. BR1 non ci dice quale dei due concetti avesse in mente quando ha dipinto i quadri esposti in galleria, né se nelle sue immagini, per lo più pervase da illusoria serenità, prevalesse la denuncia dell’esclusione o la celebrazione dell’incontro. Nella voluta ambiguità di lettura fiorisce la felice ispirazione creativa.

Così, ad esempio, della donna ritratta in una piccola tela (un acrilico senza titolo del 2022, 41×31 cm) resta solo un occhio, come di un ciclope fatto di leggerezza, inquadrato o avvolto in un drappo bicolore, rosso e viola, che è quasi certamente una rigogliosa capigliatura ma che qui funge allo stesso tempo da velo o cappuccio, in un’incertezza che esalta paradossalmente non già le differenze ma quanto di comune c’è in tutti noi umani.

Installation view, BR1 | Ritratti di confine, Ph. Credit Angelo Rifino, Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

Nata in Italia non italiana, recita il titolo di un pannello di carta su alluminio dipinto ad acrilico, un volto che ricorda proprio un ritratto di Zadie Smith e che come le opere della scrittrice ci ricorda quanto labile sia ogni tentativo di imporre una descrizione certa che riduca entro confini di identità rigide realtà invece mirabilmente meticce e composite.

La grande stampa fotografica di un metro per un metro e mezzo al piano di sopra della galleria si intitola semplicemente Palermo e ritrae un intervento in situ, un graffito su carta nel quartiere della Vucciria: significativo, perché non c’è in Italia e forse in tutta Europa luogo più incrostato di strati sovrapposti, intersecati e intersecanti della Sicilia, e nel quale sia così felicemente impossibile dirsi puri.

Installation view, BR1 | Ritratti di confine, Ph. Credit Angelo Rifino, Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

Impurità espressa con purezza di linee e colori: è questa a mio avviso la sintesi dell’opera di BR1, impreziosita da una naturale padronanza compositiva (la Madonna velata con una corona di filo spinato giallo è debitrice del Trecento e del Quattrocento italiani) e dalla conoscenza dei precursori dell’arte contemporanea, come il Rotella certamente citato in un’altra opera intitolata Palermo, un poster incollato su manifesti pubblicitari del 2018, 160×270 cm, o lo Schifano sublime rimasticatore della reclamistica commerciale, ad esempio nei vari quadri per lo più senza titolo che presentano il logo di una ben nota marca di abbigliamento sportivo.

BR1, Senza titolo, 2022, acrilico su tela, 150×100 cm, Ph. Credit BR1, Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

Il confine è da sempre anche difesa, e allora è forse a quest’ultima accezione che dovremmo aggrapparci, guardando i quadri di BR1: sentirci insomma mossi dall’urgenza di proteggere l’umanità che ci sorride da lontano e che chiede di potersi fare a noi più vicina.

BR1 | RITRATTI DI CONFINE

3 dicembre 2022 – 15 febbraio 2023

Mucciaccia Contemporary
Via Laurina 31, Roma

Orari di apertura:
Lunedì 14.00 – 19.00
Martedì – venerdì 10.30 – 19.00
Sabato 11.00 – 19.00

Info:  + 39 06 68309404
info@mucciacciacontemporary.com | mucciacciacontemporary.com

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