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FORLÌ (FC) | Fondazione Dino Zoli | 18 settembre 2021 – 15 gennaio 2022

Intervista a LOREDANA GALANTE, MONICA ZOLI, NADIA STEFANEL di Matteo Galbiati

Assegnato nell’ambito dell’Arteam Cup 2019, il Premio Speciale Dino Zoli Textile ha avuto per protagonista l’artista Loredana Galante che, dopo la residenza d’artista che si è tenuta presso l’azienda tessile romagnola nel corso del mese di settembre dello scorso anno, ha presentato l’esito del suo lungo e appassionato lavoro in questa mostra intitolata La Rivoluzione Gentile. Dopo i necessari rinvii imposti dalla pandemia globale, questo progetto rientra nella visione generale che l’artista da tempo porta avanti con le sue opere, le sue performance, i suoi interventi: ristabilire un diverso approccio all’esistenza, facendo fulcro sulla gentilezza come motore di trasformazione delle coscienze.
Siamo stati presenti all’inaugurazione e, immergendoci nel flusso poetico “scatenato” dalle opere di Galante, abbiamo visitato la mostra con la stessa artista che ci ha guidato alla scoperta di questo allestimento, esito di un impegno e una costante attenzione impiegata per la sua esatta realizzazione. Questi lavori, nell’apparente semplicità formale, sottintendono, invece, una complessa trama di relazione e reazioni che nella delicatezza, nell’empatia, nella suggestione, nella gestualità di sentimento, nella purezza e nella sincerità pongono il proprio fondamento, incidendo profondamente sull’esperienza della visita di qualunque spettatore. Approfondiamo questo progetto attraverso una triplice intervista che ha per protagoniste, oltre alla stessa Loredana Galante, anche la curatrice e direttrice artistica della Fondazione Dino Zoli, Nadia Stefanel e Monica Zoli della Dino Zoli Textile:

Loredana Galante. La Rivoluzione Gentile, veduta della mostra, Fondazione Dino Zoli, Forlì Foto Luca Bacciocchi

In conferenza stampa hai detto che La Rivoluzione Gentile inizia già dal tuo cognome: è un modo per dire che quello che ti prefiggi con questo complesso lavoro travalica i confini della semplice occasione della Residenza-Premio per cui è nato?
Loredana Galante – Trascorsi gli anni della prorompente energia istintuale, ho sentito la necessità di riconoscermi, ritrovarmi, definire i confini di uno stato coerente in cui abitare. Tempi rallentati in cui lo sguardo potesse indugiare e scegliere di fermarsi quanto basta per sentire, lasciarsi sfiorare, a volte trafiggere. Le esperienze arrivano e necessitano di azioni riparative, risposte creative, il piccolo o grande riscatto di un apprendimento. Studi, letture, pratiche, mi hanno portato a scegliere un approccio Galante che mi assomiglia e rappresenta, ma che va, comunque, sempre allenato, contrastando le tendenze al sospetto ed alla disarmonia, le visioni oscurate, il passo pesante. Il lavoro della Residenza è stata una tappa di un itinerario tracciato che si sposta con me come il mio To be Kind, il mio spazio fisico di accoglienza, un contenitore che può cambiare, purché non cambi il suo contenuto: l’intenzione di fare stare bene, essere un posto permeabile, dove mischiare le individualità, sentirsi a proprio agio.

In cosa consiste effettivamente La Rivoluzione Gentile e come può creare una comunità attiva in questo senso?
Loredana Galante – Approfitto per un copia-incolla del mio manifesto:

Cos’è una Rivoluzione? Un sovvertimento, uno sconvolgimento da mettere in atto repentinamente e bruscamente o anche un intento di coerenza e di sforzi reiterati per immettere nell’ambiente una, seppur piccola, particella di cambiamento.
Da dove comincio la mia Rivoluzione Gentile? Dal contemplare i fili d’erba senza strapparli, dal sanificare i miei pensieri prima di dare loro il via libera, sentirmi parte di un unicum a cui partecipare con la mia versione migliore, “non lesinare la mia vita”, compiere offerte, coltivare nel silenzio la gratitudine, non sprecare, farsi carico della propria ed altrui vulnerabilità…
La Gentilezza la coniugo e la alleno in tutta la sua gratuità. Frutto di un’inclinazione esistenziale all’abbondanza, alla condivisione, agli occhi umidi. Un’inclinazione che innesca un meccanismo di reciprocità, che si autoalimenta.
Le cause della Rivoluzione Gentile hanno effetti immediati ed effetti latenti i cui petali si schiuderanno a tempo debito. Per arruolarsi tra i requisiti sono importanti la fiducia e la pazienza.
La Gentilezza è demodé e troppo poco sensazionalistica per essere notata in fabbriche cacofoniche ed accelerate, ma c’è chi la pratica. La corazza in dotazione è minima, permeabile, fragile. Ci vuole tempo per assimilare, accogliere, ricucire, rammendare strappi e ferite, ma anche per ammirare il disegno fatto con il filo di parole scelte, scenari rassicuranti, costellazioni sentimentali. È traguardo indicatore di serenità e di piacere di vivere. È per questo che è così difficile. È necessario uscire dal clima di carestia, spogliarsi di paure per muoversi leggeri alla costruzione di un sentire comune, un edificio instabile costruito sulle sabbie delle nostre incoerenze e dei nostri sospetti che va rinforzato, puntellato, presidiato giorno e notte restando svegli e disposti ad ascoltare.”

Loredana Galante. La Rivoluzione Gentile, veduta della mostra, Fondazione Dino Zoli, Forlì Foto Luca Bacciocchi

Come hai sviluppato il progetto di questa mostra? Quali linee hai seguito? Quali sono state le scelte e le rinunce? Come ti ha impegnato?
Loredana Galante – Questa mostranonsolomostra è iniziata con un desiderio esaudito, la formina riempita dall’universo. Ho iniziato a disegnare e a preparare il materiale nei mesi prima della residenza, mi sono impegnata nel progetto dei tableaux e della Piscina. Parallelamente il grandissimo lavoro relazionale della raccolta delle strisce, l’invito alla riflessione, la raccolta comunitaria ed inclusiva di presupposti al cambiamento. Viaggi, gite, aperitivi, consegne, ritiri sono stati necessari. È ancora possibile inviare strisce, far straripare Come acque versate!
La curatrice Nadia Stefanel ha apprezzato quelle due figure femminili ricamate durante il primo lockdown che ha battezzato Le portatrici. Ne ho realizzate altre tre su bianche tende d’epoca e ho concepito il grande lavoro in tessuto destinato alla collezione della Fondazione.
L’impegno è stato massiccio. Ho scelto di non accettare qualche altro invito che ritenevo meno rilevante e sicuramente ho rinunciato a tempi sospesi di inattività rigenerativa. Allo stremo delle forze, onestamente vagheggiando di ricamare la parola Fine, sono stata amorevolmente pungolata a portare a termine i lavori di tessuto di recupero che avrebbero affiancato e completato quello grande, in una di quelle visioni che Nadia Stefanel produceva con l’esattezza di un rendering. “Ci teniamo” due parole che hanno rivitalizzato il mio operato. Ho lavorato alle opere della mostra fino a poche ore prima e per tutti questi mesi ci sono stati incontri, passaggi di mano in mano, visite, incontri in posti e stagioni diverse.
À mon avis l’impegno di tutte noi, il mio, di Monica Zoli e di Nadia Stefanel, è stato anche quello di COMPRENDERSI, “farsi le une delle altre”, spiegarsi, esercitare la fiducia che travalica le differenze.
La mostra di cui sono estremamente soddisfatta è soprattutto questo: NOI.

In che modo ti sei interfacciata con la realtà aziendale della Dino Zoli Textile?
Loredana Galante – Non ho un approccio minimalista, quindi ho cercato di “fare” ed approfittare di questa occasione speciale di cui sono molto grata. Le Risorse: l’uso dei plotter per la stampa e l’inclusione di una fase digitale che non appartiene alla mia norma “analogizzata” e l’esuberante disponibilità di scatoloni di sfridi e materiale di riciclo. La grandissima energia di squadra composta dalle capaci impiegate della Dino Zoli Textile e dallo staff della Fondazione. Io sono entrata in una realtà lavorativa e famigliare che mi ha accolto nel clima affettivo in cui rendo al meglio. La Relazione che si è creata con tutti è parte integrante e significativa di questo progetto.
Il mio entusiasmo oversize è stato affiancato da un fare ed agevolare competente ed accogliente e si sono intrecciate visioni ed azioni, per tutto il tempo.

Loredana Galante, Portatrice, 2021, ricamo e tessuto cucito su tende antiche

La mostra La Rivoluzione Gentile è il frutto del Premio Speciale Dino Zoli Textile che avete assegnato nell’ambito dell’Arteam Cup 2019: cosa vi ha spinto a privilegiare, su tutti gli artisti finalisti, Loredana Galante? Come si lega la sua ricerca alla vostra azienda? Quali sono i temi che la mettono in linea con la filosofia del Dino Zoli Group?
Monica Zoli – Il suggerimento è partito da Nadia Stefanel che, dopo avere ricercato fra i diversi portfolio dei finalisti di Arteam Cup 2019, ha individuato in Loredana Galante l’artista con cui la residenza alla Dino Zoli Textile sarebbe stata nuova e stimolante rispetto alla precedente esperienza. Sono felice di avere accolto con fiducia la sua azzeccata intuizione.
Inizialmente pensavo che l’affinità si limitasse al medium, il tessuto, il nostro prodotto, con i suoi numerosi aspetti densi di fascino: la creatività, la materia, le combinazioni, i colori e l’interazione intima con le persone con cui entra in contatto. Ma nel mondo di Loredana Galante il limite non è contemplato e, infatti, l’esperienza è stata un’immersione in acque profonde ed esondanti di stimoli a cui non ci siamo sottratti.
La Rivoluzione Gentile, il cambiamento con gesti delicati, ma continui, di cura e attenzione verso l’altro, animato o meno, è stata il vero collante di questa parte di vita che stiamo condividendo, come persone e sistema aziendale.  

Quale riflessione fai sul lavoro condotto nei mesi di residenza, idee progetto e allestimento finale? Da imprenditrice cosa ci dici del lavoro svolto accanto a Loredana Galante?
Monica Zoli – Penso alla ricchezza degli scambi, all’importanza delle prove che si sono presentate durante le varie fasi, brillantemente superate grazie all’impegno dei tanti e che hanno rinsaldato un’alleanza fra personalità molto diverse fra loro.
Il fuoco di Loredana, la ferma regia di Nadia e il gruppo organizzato e disponibile del circuito Zoli.
Il progetto ha coinvolto una ventina di persone della nostra realtà aziendale e penso che ognuno abbia avuto un ruolo decisivo prendendo parte al trionfo della creatività di Loredana che è andata a braccetto con la sua necessaria, pragmatica e nel contempo poetica, realizzazione per giungere al poliedrico momento espositivo.
La bellezza dell’allestimento finale, per me commovente, racconta anche questo.

Loredana Galante. La Rivoluzione Gentile, veduta della mostra, Fondazione Dino Zoli, Forlì Foto Luca Bacciocchi

Dell’intero progetto, personalmente, quale opera preferisci e perché?
Monica Zoli – Pur essendo una scelta difficile, perché le opere, così diverse fra loro, sono tutte coinvolgenti per i significati, i racconti e l’energia messa nella realizzazione, è nel site-specific Come acque versate che trovo il culmine delle emozioni, intenzionate e travolgenti come Loredana Galante, di questa esperienza.
So che anche una volta terminata la mostra in Fondazione Dino Zoli ogni elemento saprà trovare nuove forme e nuovi luoghi per indurre gentilmente alla Rivoluzione.

Da critica e da curatrice della mostra come si legge e interpreta, attraverso l’arte, le opere e le installazioni, La Rivoluzione Gentile di Loredana Galante? Come deve leggerla il pubblico attraverso il vostro allestimento?
Nadia Stefanel – Il fil rouge che lega tutto è ovviamente l’arte tessile di Loredana, che diventa metafora di Vita e si affianca, in questo caso, all’imprenditorialità tessile della Dino Zoli Textile.
Questo tipo di Arte esiste fin dall’antichità. L’umanità ha sempre rivolto parte del tempo all’attività concreta del filare e del tessere, del creare stoffe e tessuti, per necessità o per piacere; sono attività che sono state sostenute dalla tradizione e da un saper fare antico e che appartengono alla storia, ma negli ultimi anni, grazie ad una sorta di accresciuta sensibilità contemporanea e riprendendo temi quali l’intreccio di materiali, il patchwork, il ready-made e il “fare tessile”, sono riuscite a confrontarsi col presente e a parlare dell’oggi, del vivere quotidiano. Come ha fatto e fa Loredana.
Così l’intera mostra valorizza il modus operandi dell’artista e parte del suo manifesto programmatico (il “non sciupare nulla”) in un percorso esperienziale-immersivo, accostando un’opera site-specific Come acque versate, con dieci tableaux realizzati a stampa transfer su raso cotone e poliestere su grafiche, disegni e suggestioni di Loredana, cinque “portatrici” ricamate e cucite su tende antiche, cinque nuove opere realizzate a collage e poi finite con elementi sagomati e cuciti o ricamati.
Sopra a tutto aleggia il concept de La Rivoluzione Gentile in un impegno costante a porre attenzione al rispetto degli altri e del luogo che ci ospita, speso mettendo in campo gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine e felicità che poi di conseguenza generano un alto impatto emotivo, mentale, sociale e spirituale.

Loredana Galante, Tableau per Come acque versate, 2021, composizione grafica di disegni e dipinti, stampa transfer su raso cotone e poliestere Dino Zoli Textile e intervento di ricamo, cm 70×100

Quali sono i tratti più significativi di questa esperienza che unisce arte e azienda secondo i tuoi orientamenti curatoriali di direttrice artistica della Fondazione Dino Zoli?
Nadia Stefanel – Aver trovato la giunzione corretta fra la Dino Zoli Textile (ospitante la residenza) con i suoi tempi di lavoro precisi, i suoi percorsi, gli obiettivi prefissati e il modo di creare di Loredana, che fluttua, procede per suggestioni date dalla memoria, dai sogni e dai ricordi, che ama mettere insieme spunti diversi che affiorano in libertà, per parlare anche di lei. Unire la sua fervida immaginazione e il suo desiderio di oltrepassare i confini, aspirando a rompere il nostro sguardo convenzionale sulle cose, fino a metterne in discussione gli stessi limiti, con il pragmatismo e la filosofia dell’azienda, ma anche con la creatività, la ricerca e l’innovazione da cui nascono i tessuti, così vari nelle composizioni, nelle textures e nei colori.

Che valore ha la prova di una Rivoluzione Gentile rispetto al sistema dell’arte di oggi?
Nadia Stefanel – L’Arte, da sempre, prende parte al convivio della Vita e credo possa essere di aiuto nel sostenere una posizione presa. Vorremmo essere partecipi di un progetto artistico, di un cambio di mentalità che parte dal grande grembo dell’Arte. Costruire per prendere per mano, per aiutare.
Avere la capacità di non sprecare nulla, di utilizzare anche gli sfridi di lavorazione della Dino Zoli Textile per farne nuovi manufatti, nuove opere che possano raccontarci qualcosa di più profondo, abituati come siamo a sprecare più che a tenere.
Una sorta di Rivoluzione dove le parole chiave sono cura, condivisione, allenamento alla gentilezza, responsabilità, che invita le persone a rivoluzionare la propria quotidianità a partire da piccoli gesti di gentilezza e che dovrebbe diventare un futuro modus operandi condiviso.
Questo il senso profondo del site-specific Come acque versate, una sorta di piscina virtuale piena di sfridi di lavorazione che sembrano acque nella quali ci si potrebbe immergere per cercare quelle parole (scritte o ricamate su strisce di tessuto) che dovrebbero guidarci dall’uscire dal caos della nostra quotidianità con la volontà di modificare, nel nostro piccolo, parte della vita di tutti i giorni attraverso gesti cordiali.
Il valore di realizzare progetti artistici sta proprio nell’essere vicini al pragmatismo di una poetica a volte solo decantata.

A tuo giudizio allora è possibile e, soprattutto attuabile, nel nostro presente una Rivoluzione Gentile?
Nadia Stefanel – Assolutamente sì, non solo, ma è anche necessaria. Deve essere autentica e sincera, perché questa abbia davvero valore, senso e sia capace di produrre un’azione incisiva sul nostro tempo.

Loredana Galante. La Rivoluzione Gentile
a cura di Nadia Stefanel
residenza d’artista “Premio Speciale Dino Zoli Textile” ad Arteam Cup 2019
promossa da Dino Zoli Textile e da Fondazione Dino Zoli, Forlì
in collaborazione con Associazione culturale Arteam, Albissola Marina (SV)

18 settembre 2021 – 15 gennaio 2022

Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 286/A, Forlì

Orari: da lunedì a venerdì 8.30-12.30 e 14.00-18.00; sabato e domenica chiuso
Per l’ingresso sono obbligatori il Green Pass e la mascherina sempre indossata

Info: www.fondazionedinozoli.com
www.dinozoli.it

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