THE NUDE PRIZE | Premio Furla 2015. Decima Edizione
Intervista a CHIARA BERTOLA di Matteo Galbiati
Martedì scorso, nella cornice della Sala delle Otto Colonne di Palazzo Reale a Milano, la giuria internazionale del Premio Furla si è riunita per assegnare il prestigioso riconoscimento dedicato agli artisti italiani emergenti. Giunto quest’anno alla sua decima edizione e con Vanessa Beecroft come madrina d’eccezione, che ha scelto il titolo The Nude Prize, la giuria ha proclamato vincitori la coppia di artisti Maria Iorio (1975) e Raphael Cuomo (1977) che avranno la possibilità di trascorrere una residenza della durata di tre mesi a Città del Messico presso SOMA, piattaforma dedicata agli scambi culturali e all’educazione alle arti. A loro, secondo le finalità che da sempre il Premio Furla persegue nell’individuare e sostenere le eccellenze dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea nelle sue espressioni più giovani, verrà anche data la possibilità di produrre e realizzare una nuova opera e di partecipare alla mostra retrospettiva dedicata alle dieci edizioni del Premio Furla che si svolgerà a marzo del prossimo anno, sempre a Palazzo Reale, e che chiuderà in concomitanza con miart.
Con un annuncio a sorpresa Vanessa Beecroft ha voluto premiare – di sua volontà – anche il progetto di un altro artista partecipante: Gian Maria Tosatti è stato infatti invitato dall’artista madrina a trascorrere un periodo di residenza presso il suo studio di Los Angeles. Indicazione questa che sottolinea quanto la qualità dei progetti degli artisti, selezionati da un gruppo di curatori italiani e internazionali, fosse di alto livello e di notevole spessore artistico e culturale.
In occasione dell’assegnazione del Premio abbiamo intervistato Chiara Bertola, curatrice e ideatrice del Premio Furla, che con passione e dedizione lo segue fin dagli inizi accompagnandolo in quella progressiva evoluzione che lo ha affermato come uno dei più importanti riconoscimenti in Italia dedicati all’arte giovane.
Il Premio Furla si è affermato negli anni, è cresciuto assumendo sempre più una dimensione internazionale che ha anche coinvolto in misura maggiore anche gli stessi curatori…
Sì, abbiamo lavorato molto in questi anni e abbiamo sempre voluto guardare a un panorama allargato e quanto più ampio possibile, aperto alle nuove ricerche e realtà artistiche. Il Premio Furla è un premio di dimensione e prospettiva internazionale ed è anche, di fatto, diventato un riconoscimento per giovani curatori, a cui viene affidata una grande responsabilità. Anche se su questo punto probabilmente dobbiamo ancora lavorare, perfezionando contenuti e formule.
Il Premio Furla si basa su proposte curatoriali che vedono selezionare artisti in base alle scelte e gli orientamenti di curatori italiani e internazionali. Cambiano sempre ogni anno?
Tutto cambia ogni anno proprio per evitare che si generino delle “lobby”, ma soprattutto per rendere sempre libere le scelte e le proposte. Sono i curatori italiani stessi a chiamare i loro colleghi internazionali: il loro lavoro di team in coppie si deve necessariamente basare su rapporti di stima reciproca e di sintonia nelle scelte e nelle visioni. Poi insieme visitano gli studi, incontrano gli artisti, si confrontano su tematiche e soggetti che nel tempo hanno avuto modo di monitorare.
La prima tappa quindi resta la selezione dei curatori?
Certamente dobbiamo individuarli in anticipo in modo tale che abbiano tutto il tempo per prepararsi e sviluppare una scelta non affrettata, ma ben ponderata. Da questo punto di vista abbiamo anche, nel tempo, modificato il timing organizzativo: siamo partiti con un premio che si sviluppava annualmente, ma la mole di lavoro era davvero tale da spingerci, per quanto la selezione e il profilo degli artisti siano sempre stati di altissimo livello, a passare a una cadenza biennale. Questo ci consente di operare con un’attenzione maggiore sulle proposte e lascia il tempo ai curatori di elaborare meglio le loro scelte.
Tra i cambiamenti ci sono anche lo spostamento del premio che da Venezia approda a Milano dopo essere passato per Bologna. Come accennavi prima in conferenza stampa, questo è un “premio nomade”… Come mai si arriva proprio a Milano?
Nella sua storia i partner istituzionali di Premio Furla hanno sempre funzionato e hanno sempre dato grandi soddisfazioni: siamo passati dalla Querini Stampalia al MAMbo e ora arriviamo a Milano anche perché l’azienda ha qui, come brand, il suo centro e Furla ha raddoppiato il suo showroom milanese. Milano è la città della moda per eccellenza, ma poi è anche la città dell’arte contemporanea. Questo va riconosciuto, Milano sta facendo un lavoro notevolissimo di crescita e sviluppo ulteriore in questo senso. Tutta una generazione omologa alla mia è stata messa nei ruoli chiave degli spazi culturali cittadini dal PAC a miart, da Viafarini alla Triennale… Si sta creando un sistema molto interessante che inevitabilmente attrae sinergie. Il nostro è stato un avvicinamento quasi naturale, obbligato! Anche la Camera della Moda si è resa disponibile a partecipare con un suo video alla mostra dedicata alla storia del Premio del prossimo anno, sottolineando un interessamento davvero ampio al nostro progetto. Sono proprio felice dello schema che si sta delineando, sarà molto interessante vedere cosa si genererà da queste sinergie.
Quali sono le prossime tappe sicure del Premio?
La mostra dei dieci finalisti – succedutisi nelle passate edizioni fino all’attuale – il prossimo anno qui a Palazzo Reale, in marzo. Poi avremo anche una presenza all’interno di miart. E poi vogliamo, come Fondazione Furla, proporre e guardare a tematiche di approfondimento anche per quel che riguarda il rapporto arte-impresa.
Invece, alla coppia di artisti che ha vinto che spazio viene concesso?
Come tradizione verrà data loro l’opportunità di essere presentati alla Querini Stampalia durante la Biennale di Venezia. Sicuramente un’occasione di assoluta importanza, una vetrina prestigiosa aperta sul mondo interno, su quel pubblico internazionale che la Biennale richiama a sé.
Cosa ci dici sui due vincitori?
Sono due artisti che hanno una dimensione concettuale, intellettuale e teorica molto importante e interessante. Hanno scatenato, all’interno della giuria, una bellissima discussione: i curatori sono rimasti colpiti dalle loro riflessioni che interpretano e leggono il disagio di storie che si incrociano alla storia contemporanea. Al centro del loro progetto – e della loro ricerca – mettono, in più: l’idea di archivio, che diventa un altro elemento di grande interesse e particolarità.
Di che archivio si tratta?
Un archivio degli immigrati, visto come un fenomeno che appartiene a tutta l’umanità, a tutto l’universo. Tutti siamo immigrati e tutti accogliamo immigranti, questo è un tema che attraversa società differenti e le accomuna. È quasi un bisogno della nostra società. Come aveva detto Mona Houtum per il Premio Furla 2007, siamo On mobilty.
Sogni e desideri per il futuro di questo Premio che tu hai creato e ideato con grande determinazione e attenzione?
Visto che il Premio è arrivato qua a Milano dove c’è tanta potenzialità di gente così bella che lavora sul contemporaneo deve poter crescere ancora ed espandersi. Magari prendendo anche gli artisti italiani e portandoli in contesti internazionali.
The Nude Prize. Premio Furla 2015
curatore e ideatore del Premio Chiara Bertola
enti promotori Fondazione Furla, Comune di Milano – Cultura
in collaborazione con Fondazione Querini Stampalia Onlus, Palazzo Reale, miart, Viafarini
comitato scientifico Chiara Bertola, Giacinto di Pietrantonio, Gianfranco Maraniello, Viktor Misiano, Diego Sileo
artista Madrina Vanessa Beecroft
curatori selezionatori Branka Bencic (Croazia), Virginie Bobin (Francia), Viviana Checchia (Foggia), Alessandro Facente (Anzio), Simone Frangi (Como), Chelsea Haines (Stati Uniti), Sofia Hernandez Chong Cuy (Messico), Tara MecDowell (Stati Uniti), Antonello Tolve (Melfi), Chiara Vecchiarelli (Belgio)
Artisti vincitori: Maria Iorio e Raphael Cuomo
Artisti finalisti: Luigi Coppola (selezionato da Viviana Checchia e Tara MecDowell), Maria Adele Del Vecchio (selezionata da Antonello Tolve e Branka Bencic), Francesco Fonassi (selezionato da Chiara Vecchiarelli e Sofia Hernandez Chong Cuy), Maria Iorio e Raphael Cuomo (selezionati da Simone Frangi e Virginie Bobin), Gian Maria Tosatti (selezionato da Alessandro Facente e Chelsea Haines)
3 marzo – 12 aprile 2015
Premio Furla 2010 – 2015
Mostra retrospettiva dedicata alle dieci edizioni del Premio Furla attraverso il lavoro dei suoi vincitori
Palazzo Reale, Milano
Aprile 2015
Presentazione Premio Furla 2015
miart, Milano
Maggio 2015
Mostra dedicata al progetto Vincitore
in concomitanza con la 56. Biennale d’Arti Visive di Venezia
Fondazione Querini Stampalia, Venezia
Info: Segreteria organizzativa
Fondazione Furla
Via Bellaria 3/5, San Lazzaro di Savena (BO)
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www.fondazionefurla.org