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PIETRASANTA | KYRO ART GALLERY | 9 APRILE – 22 MAGGIO 2022

intervista a ILARIA GASPARRONI di Beatrice Audrito

Con la mostra Ho voluto fermare un ricordo che ha provato a volare via, a cura di Matteo Galbiati presso la Kyro Art Gallery di Pietrasanta (LU), Ilaria Gasparroni espone un ciclo di opere inedite, ispirate al tema del gioco quale occasione di dare corpo a nuove storie che da tempo l’artista sentiva l’esigenza intima di raccontare.
Ad accogliere il visitatore, un palloncino rosso sospeso al soffitto come appena sfuggito dalle mani di un bambino. Realizzata in travertino rosso persiano, la scultura – che si ispira a un cortometraggio di Albert Lamorisse del 1956 –, sfida la forza di gravità esplicitando sin da subito il pensiero intorno al quale ruota la ricerca di Ilaria Gasparroni, nel tentativo di “sottrarre il peso alla materia”, come ama dichiarare l’artista. A sottolineare questa riflessione è anche il bigliettino di marmo appeso alla corda del palloncino sul quale – grazie a una tecnica antica di impressione dell’immagine di cui si serve l’artista –, è riportato un passo tratto dalle Terzine sulla Caducità III di Hugo von Hofmannsthal. Oggetti appartenenti all’immaginario collettivo si mischiano a citazioni colte, producendo continui rimandi simbolici, spunti di riflessione che ci accompagnano nell’universo scultoreo di Ilaria Gasparroni, un mondo di immagini delicate, ricordi d’infanzia che prendono corpo nel marmo come nella pietra per raccontare nuove storie. Spetta al fruitore completare il racconto con il proprio vissuto, facendosi condurre altrove.

llaria Gasparroni, HO VOLUTO FERMARE UN RICORDO CHE HA PROVATO A VOLARE VIA, exhibition view, Kyro Art Gallery, Pietrasanta

Com’è nato questo progetto? Parlaci del significato del titolo scelto per la mostra.
Abbiamo iniziato a progettare questa nuova mostra circa un anno fa, con l’intento di sviluppare ulteriormente la mia ricerca su due tematiche molto presenti nel mio lavoro: la memoria e il ricordo. È stato un lavoro di stretta e intensa condivisione e di continuo confronto con i galleristi, Luigi e Antimo, e il curatore Matteo. Una mostra nata da un tema: “il gioco” che diventa occasione per raccontare nuove storie attraverso degli oggetti famigliari come il palloncino, la barchetta di carta o la casa delle bambole, giochi d’infanzia che appartengono al vissuto di ognuno di noi. Ogni mio lavoro ha l’obiettivo di stimolare una riflessione in chi guarda. Per me è sempre necessario avere uno scambio partecipe con l’altro.
Ho piacere di riportare una frase tratta dal testo critico di Matteo Galbiati che custodisce tutto il significato del titolo scelto per la mostra: «Ho voluto fermare un ricordo che ha provato a volare via è, già nel titolo, un omaggio esplicito ad un amico la cui assenza è diventata ineluttabilmente una diversa presenza. Il progetto che Luigi, Antimo, Ilaria ed io abbiamo strettamente e intensamente condiviso arriva, con soddisfazione partecipe, a compimento grazie all’impegno corale di tutti. A chi oggi il risultato di questo sforzo non può vedere esaudito nella sua promessa iniziale va il nostro pensiero di affetto e vicinanza. […] A Luigi dedichiamo questa mostra che tanto ha amato fin dai suoi primi progetti».

Ilaria Gasparroni, Mappa del mondo (part.), 2022, marmo di Carrara, inchiostro, china nera, foglia d’argento, 120x80x3.5 cm © Riccardo Piccioni

Il tuo universo scultoreo ha come protagonista il marmo, un materiale che scolpisci con grande consapevolezza e cura dei dettagli. Un lavoro lungo e minuzioso che ti permette di rievocare oggetti d’uso quotidiano spesso desueti come in Mappa del Mondo o Gioco del 15, sui quali emergono le tracce dello scorrere del tempo. Che rapporto hai con la materia?
Quando mi sono iscritta all’Accademia, dopo il liceo scientifico, questo ambiente per me era del tutto nuovo. Ho scelto la scultura per il mio interesse verso la forma tridimensionale. Iniziato il corso, mi sono innamorata di questo materiale… è stato un amore a prima vista. Il marmo mi permette di dare forma alle mie idee più di qualunque altro materiale. Nel marmo posso immortalare un ricordo prima che svanisca.

Ilaria Gasparroni, Il gioco del 15, 2022, marmo di Carrara, inchiostro, china nera, foglia d’oro, 40x40x 5 cm. © Riccardo Piccioni

La storia dell’arte ci insegna che ogni materiale ha in sé delle possibilità di sviluppo. Quando lavori è il materiale stesso a guidarti oppure sei tu a piegarlo alle tue esigenze creative?
Quando vai in cava a scegliere un blocco, una volta trovato quello più adatto alle tue esigenze sarà lui pian piano che ti dirà cosa verrà fuori da lì… durante il processo di lavorazione il tuo progetto muta perché sei chiamato a rispettare le esigenze del materiale, le sue ricchezze e le sue debolezze.

Il tuo lavoro si declina attraverso una pluralità di linguaggi. Nelle tue opere, come in Oh Italia, spesso convivono elementi diversi, dalla pittura alla scultura fino all’objet trouvé, un modus operandi che ti permette di creare cortocircuiti semantici tra oggetto e soggetto rappresentato. Come nascono le tue opere e come metti in relazione questi elementi tra loro?
Nelle mie opere ci sono spesso oggetti quotidiani dal sapore antico. Sono oggetti di antiquariato che scelgo per la loro storia particolare e poi faccio interagire con la scultura, accostandoli ad altri elementi per creare installazioni o strutture sulla base di analogie visive e concettuali. Non intervengo mai su questi oggetti, mi piace lasciarli così come sono senza intaccare la loro autenticità perché sono portatori di una forza particolare… Spesso mi offrono lo spunto per raccontare nuove storie. Sono un supporto per creare una narrazione all’interno della scultura.

Iaria Gasparroni, Oh Italia, 2022, marmo di Carrara, inchiostro, antiche valigie di cartone © Riccardo Piccioni

Che valore ha per te il difetto o l’imperfezione?
Un valore inestimabile. Nelle mie opere ci sono sempre delle parti mancanti, elementi di rottura che inserisco per dare valore al difetto. Sono affascinata dalle cose antiche che hanno subito lo scorrere del tempo, lasciando impresso quel passaggio che testimonia la presenza dell’uomo. Mi succede anche quando osservo le opere d’arte: cerco sempre quel difetto che per me è la cosa più preziosa.

Nelle tue opere si rintracciano spesso citazioni colte provenienti dalla cultura classica, dalla letteratura alla filosofia, ma anche dal mondo del cinema fino alla scienza. Cosa ispira la tua ricerca?
Ho avuto una formazione scientifica anche se sono cresciuta tra le materie umanistiche. Sono sempre stata affascinata dalla parola custodita nel libro, dalla letteratura e dalla filosofia. Leggo molto e dedico tanto tempo ad approfondire le tematiche che mi interessano, per poi svilupparle nel mio lavoro. Queste esperienze, unite alla preziosa interazione con l’altro, sono il punto di partenza per dare forma a una storia che poi sviluppo nelle mie opere.

Ilaria Gasparroni, Casa delle bambole, 2022, marmo di Carrara, piccolo letto in legno antico © Riccardo Piccioni

Definisci il tuo lavoro con una frase.
Sottrarre il peso alla materia, mostrare con delicatezza.

In che direzione va oggi la tua ricerca?
All’inizio la mia ricerca era più classica, più accademica: si concentrava sull’indagine dell’anatomia del corpo che è stata la base dei miei studi. Adesso invece si è spostata sull’oggetto e sulla sua valenza simbolica. È un periodo che sto attraversando. Poi la mia ricerca potrebbe andare altrove o persino ritornare alla figura.

Ilaria Gasparroni. HO VOLUTO FERMARE UN RICORDO CHE HA PROVATO A VOLARE VIA
a cura di Matteo Galbiati

9 aprile – 22 maggio 2022
Inaugurazione 9 aprile ore 18.00

Kyro Art Gallery
Via P.E. Barsanti 29, Pietrasanta (LU) 

Info: Tel. +39 (0) 584 300701
info@kyroartgallery.com
www.kyroartgallery.com

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