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LUGANO (SVIZZERA) | Galleria Michela Negrini | 20 maggio – 10 settembre 2021

di MATTEO GALBIATI

Lo strano e inatteso, impensabile e speriamo irripetibile, lungo periodo di lockdown ha sconvolto le nostre vite, la quotidianità cui eravamo abituati e ha pesantemente inciso sulle nostre coscienze e sul nostro modo di essere nel mondo e relazionarci con esso. Molti vorrebbero dimenticare l’esperienza, lasciare cadere tutto nel passato, ma, se è pur vero che bisogna andare avanti e “ripartire”, è altrettanto vero che non ci si deve dimenticare. L’esperienza vissuta globalmente deve essere resa memoria consapevole e perdurante perché si possa dire poi che, davvero, qualcosa è cambiato o cambierà.

Liliana Moro, Still life, 2020, argilla refrattaria ingobbiata / engobed, terracotta, cm 40 dia ca., Edizione Unica/Unique edition Courtesy dell’Artista, Galleria De Foscherari e Galleria Michela Negrini

Agli artisti è sempre toccato il compito di essere indicatori saggi ed esegeti del proprio tempo, capaci di guardarsi indietro, come di proiettarsi in avanti, stabilendo, con le proprie opere, un ponte spazio temporale tra quanto siamo stati, ciò che siamo e quello che diventeremo. Alla luce di queste considerazioni la mostra Past / Present, che la Galleria Michela Negrini di Lugano (Svizzera) ha allestito nei propri spazi, risponde proprio al desiderio di lasciar pronunciare agli artisti, attraverso le opere presenti, quell’interrogativo esistenziale legato alla dimensione del tempo, alla sua dilatazione o fugacità e alle restrizioni cui recentemente è stato sottoposto. Un tempo che pensavamo inalienabile e non modificabile e che invece abbiamo ritrovato completamente stravolto.
Questa collettiva, quindi, diventa specchio che amplifica la realtà dell’eterno presente che prima ci custodiva passo passo e che, invece, oggi è diventata una bolla amplificata di prigionia e confino, tanto che, in un’epoca di repentine evoluzioni tecnologiche in cui il futuro pareva già passato, quello stesso agognato futuro è diventata la nostra maggiore incognita.

Melik Ohanian, Tomorrow Was, 2020, photograph printed on museum etching paper, 80×60 cm, Edizione di / Edition of 5 + 2 AP Courtesy l’Artista / the Artist e / and Galleria Michela Negrini Ph. © AurélienMole (per MO21-1)

Interpellati, in questa occasione, sono quattro artisti internazionali – Elisabetta Benassi, Liliana Moro, Melik Ohanian e Namsal Siedlecki – nelle cui ricerche vive e si radica questa interrogazione sul destino e sulla storia dell’uomo. Li accomuna un peculiare sentire la “materia” che trova, nelle loro immagini finali, la visualizzazione di una percezione ambigua, diversa, misteriosa rispetto al nostro riferirci e relazionarsi allo spazio tempo e che, ancor di più dopo questa recente esperienza condivisa, incarna la tensione all’incertezza che ne è conseguita.
In Past/ Present Elisabetta Benassi è presente con Atlas Shrugged in cui pone attenzione sul tema decisivo dell’identità dell’oggi rispetto alle relazioni con il passato. Contemporaneità e storia si confrontano e offuscano i rispettivi orizzonti ed emergono visioni di assoluta assenza, dove tutto è dominato dall’“individuo sovrano”: ciascuno di noi, privato dalla “prospettiva collettiva” si trova proiettato in un silenzioso rifugio che lo mette al riparo dal clamore delle storie del mondo. Nel silenzio di queste sue ambientazioni senza luogo e senza tempo, ciascuno vi rifugge e vi trova riparo dal mondo reale.

Melik Ohanian, Portrait of Duration – Serie II (T1343), 2015-2016, photograph mounted on alu / dibond, 175×152 cm, Edizione Unica / Unique edition Courtesy l’Artista / the Artist e / and Galleria Michela Negrini

Le sculture di Liliana Moro identificano nella terra, riflettendo su un uso peculiare della tecnica ceramica, le forme di un frutto carico di valori iconografici come il melograno. L’artista puntata a indirizzare l’attenzione sul tempo della manipolazione creativa, sull’atto del fare, quando le mani modellano la creta e inseguono la tensione alla forma: le opere, apparentemente non del tutto ultimate, rimandano ad un momento altro le fasi finali della rifinitura, dell’asciugatura e della cottura. L’annullamento della fase finale spinge, allora,  l’opera sempre in un permanente stato di tensione ultimativa (tra l’altro ci sensibilizza sulle peculiarità intrinseche del materiale stesso con cui le sculture sono fatte), che allontana l’attesa da quel futuro che vedrà il compimento definitivo dell’opera stessa.
Anche Melik Ohanian presenta una serie di opere che, intitolata Tomorrow Was, ha come rimando ultimo il tempo. Le sue immagini, fluttuando nell’indeterminazione, attivano un potente valore di senso allegorico e ciascun scatto fotografico non esaudisce mai un preciso e predeterminato desiderio di inquadratura, cui segue una messa in posa del soggetto, ma, al contrario, catturano istanti di vita che offuscano i propri confini legittimando l’intervento dello spettatore per una scelta interpretativa definitiva. Scelta che rimane, però, sempre aperta e passibile di nuove interpretazioni altrettanto valide. A questa si uniscono le foto di Portrait of Duration – Cesium Series inerenti i passaggi di stato del Cesio 133.

Namsal Siedlecki, Trevis Maponos, 2020, argento / silver, 75x19x5 cm, Edizione Unica / Unique edition, Courtesy l’Artista / the Artist e / and Magazzino, Roma e / and Galleria Michela Negrini

Il materiale, esito del decadimento radioattivo, è impiegato fin dalla fine degli anni Sessanta per determinare il secondo universale negli orologi atomici: l’artista, in tal modo, riesce a unire il tempo (astratto) alla materia (concreta). Superando la possibilità della sua misurazione, Ohanian, per certi versi, semplicemente il tempo ce lo mostra fisicamente.
Infine nella scultura Namsal Siedlecki trascende lo spazio e le epoche e, unendo il desiderare umano che ha mosso la nostra storia, crea un ponte tra i reperti archeologici del I secolo a.C., rinvenuti nei pozzi votivi di Clermont Ferrand, e le monetine lanciate nella Fontana di Trevi. Recuperati 500 chili di monete non più riutilizzabili provenienti proprio dal celebre monumento romano, l’artista le fonde per poi modellarle sulla scansione 3D di uno dei reperti lignei trovati in Francia. Il risultato è una forma antropica che riassume, nell’idea di ex-voto e di preghiera, di sogno e di aspirazione, la tensione dell’uomo verso l’ineffabile, il fato, il divino. Mutato il contesto e il periodo storico, la dimensione culturale e sociale, attraverso una ritualità consimile però l’uomo continua ad affidare all’acqua, attraverso un oggetto-feticcio, le proprie ambizioni.

Past / Present

Artisti: Elisabetta Benassi (Italia), Liliana Moro (Italia), Melik Ohanian (Francia), Namsal Siedlecki (Italia/USA)

20 maggio – 10 settembre 2021

Galleria Michela Negrini
Via Dufour 1, Lugano (Svizzera)

Orario: da martedì a domenica 10.00-20.00 (su appuntamento)

Info: +41 91 9211717
info@michelanegrini.com
www.michelanegrini.com

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